W i libri e la lettura con #ilmiolibraio

“Ritengo che uno degli attributi più importanti per uno scrittore sia di essere già un lettore appassionato” scrive una grande autrice best seller, Catherine Dunne, nel nostro blog, come primo suggerimento agli aspiranti romanzieri.

Anche noi della redazione di IoScrittore ne siamo convinti, segnaliamo per questo ai nostri autori una bella iniziativa: se avete una libreria preferita, se dovete la scoperta di un libro per voi speciale a una libraia o a un libraio, scattatevi un selfie con #ilmiolibraio entro domenica 31 e postatelo su Facebook, Twitter o Instagram.

Per i dettagli ecco l’articolo del Libraio.it, che ha lanciato l’iniziativa in occasione della trentatreesima edizione del seminario di perfezionamento per librai, in corso in questi giorni a Venezia.

 

E alla fine… il cartaceo!

È stato scelto il romanzo che sarà “fatto di carta”: il titolo con il quale ha partecipato al Torneo è Lo spacciatore di reliquie, di Carlo Animato. Si tratta di un giallo storico ambientato nel 1500, che vede un investigatore improvvisato alle prese con la sparizione di alcune preziosissime reliquie. Ma questo è solo l’inizio di un’avventura coinvolgente che vedrà protagonisti falsari e millantatori, aristocratici, novizi, clarisse e domenicani, in un ambiente storico affascinante e perfettamente ricostruito.

Queste le parole dell’autore sulla sua partecipazione al Torneo: «Un giorno, setacciando alcune carte d’archivio, mi sono imbattuto in una vicenda vera da sembrare già un romanzo. Era accaduta a Berna nel 500, ma è una storia senza tempo. Ho pensato subito che questo pasticciaccio d’oltralpe fosse un esempio perfetto, tragico e comico assieme, di certi effetti collaterali della fede, legato alla follia degli uomini. Bisognava soltanto raccontarla e ringrazio il torneo Io Scrittore di avermi dato l’opportunità di condividerla col pubblico dei lettori».

Il romanzo uscirà per la TEA: appuntamento dunque in libreria tra qualche mese per questa nuova avventura editoriale.

Il re di un paese piovoso di Valeria Massa

TRAMA

Ci sono compagni di scuola che ti annoiano, altri che ti conquistano, altri che ti stanno antipatici. Leonardo non è niente di tutto questo. Leonardo è strano, chiuso nel suo mondo fatto di versi di Baudelaire, di momenti d’ira alternati ad altri di totale apatia.
Matteo, che è in classe con lui, ne è incuriosito, quasi affascinato e supera la tipica diffidenza adolescenziale per instaurare un rapporto con lui.
Ma poi nella loro scuola accade un terribile incidente: il tecnico di laboratorio con cui Leonardo ha avuto un piccolo diverbio precipita dalle scale e muore. Unico testimone, proprio Leonardo. Matteo è spaventato: possibile che l’amico sia coinvolto in qualche modo? Certo lui, con il suo bizzarro comportamento, non aiuta a chiarire le cose.

Il professor Duhamel, che insegna francese, forse potrebbe aiutarlo a capire qualcosa di più, ma l’uomo è perso nei suoi fantasmi, nelle conseguenze delle sue scelte di vita, o forse della sua incapacità di scegliere. E nella scuola Duhamel non è certo l’unico adulto confuso.
Ma i due mondi, quello dei ragazzi e quello dei grandi, si aprono l’uno all’altro, fra confessioni laceranti e colpi di scena, e forse per tutti ci sarà un’opportunità di riscatto.
Un romanzo corale che ha la forza e la commozione di una poesia, una storia nera che si apre alla speranza.

L’AUTORE

Valeria Massa (1967). Laureata in letteratura francese e ispano-americana, ha studiato a Torino – dove vive –, a Chambéry e a Salamanca. Da 25 anni docente appassionata, ha lavorato all’Università Popolare e in varie scuole superiori di Torino. Amante della fotografia e viaggiatrice accanita, predilige villaggi remoti e regioni inospitali. I suoi scatti migliori sono pubblicati sul sito https://valeriamassa.wix.com/foto. È sposata e ha un figlio. Il re di un paese piovoso è il suo primo romanzo.

“Acqua morta” di Michele Catozzi, un thriller tutto veneziano

Acqua morta di Michele Catozzi (Tea, 2015) è il romanzo vincitore della quinta e ultima edizione del torneo Io Scrittore, il grande concorso letterario gestito dal gruppo editoriale Mauri Spagnol, che ha permesso a molti esordienti di arrivare alla pubblicazione, cartacea o digitale, con le numerose e differenziate case editrici del gruppo.

Il prologo si apre a Venezia, nel 1981: una giovane coppia, appartata su una panchina dei giardini della Biennale, a Sant’Elena, viene aggredita. Il ragazzo resta ucciso, la ragazza precipita in un silenzio al limite della follia, che rende impossibile risalire al colpevole, perciò al commissario Zennari non rimane che archiviare il caso.

Più di trent’anni dopo, sempre a Venezia, dalle acque della laguna affiora un cadavere: si tratta di Mirco Albrizzi, immobiliarista molto conosciuto e vittima troppo illustre per passare inosservata. Le autorità vorrebbero archiviare subito la faccenda come suicidio, mentre il commissario Nicola Aldani, incaricato delle indagini, riconosce inequivocabili i segni dell’omicidio. È un caso molto scomodo, e a complicarlo ci si mette anche quel commissario Zennari, ormai in pensione, che pretende aiuto per chiudere una storia ormai dimenticata, l’aggressione ai giardini della Biennale. Nulla avviene per caso, e ben presto le due piste si confondono, intrecciandosi anche al dilagante malaffare politico contemporaneo.

Diciamo subito che la prima, grande protagonista di Acqua morta è Venezia, raccontata come solo un veneziano, sia pure “di terra” come Michele Catozzi (che è nato a Mestre e attualmente vive ad Ancona), può descrivere con passione a ogni lettore che non sia veneziano, e che per questo può rimanere in qualche modo ancorato a quella visione stereotipata della città che viene offerta ai turisti.

Il lettore si ritrova così a seguire affascinato i lunghi percorsi del commissario Aldani, che cammina tra vecchi palazzi nobiliari, molto spesso fatiscenti e disabitati, testimonianze un po’ tristi di uno splendore ormai lontano, che attraversa campielli e ponti che collegano una calle all’altra, e si ferma spesso a pranzare nelle vecchie trattorie dove nessun turista è mai entrato, oppure beve i suoi amati caffè in piccoli locali fuorimano, dove gli avventori comunicano quasi esclusivamente in dialetto.

Aldani è un veneziano che odia i turisti e tutto ciò che li riguarda, che ama sfrecciare nella laguna a bordo del motoscafo in dotazione alla polizia, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra che viene dal mare, e che quando torna a casa si rifugia a meditare nell’altana, il tipico terrazzino di legno che sormonta molti edifici di Venezia. Ci fa conoscere anche il pensiero dei veneziani su ciò che della loro città è stato spesso al centro di furiose polemiche, come il transito delle grandi navi in laguna o la costruzione del discusso Ponte della Costituzione, progettato dall’architetto Santiago Calatrava.

Tuttavia, a dispetto del fatto di essere riconosciuta universalmente come un luogo unico e inimitabile, qui Venezia si rivela una città non molto diversa dalle altre nel momento in cui diventa la scena del crimine, soprattutto se un’indagine per omicidio finisce per portare alla luce una serie di illegalità compiute nel mondo economico e finanziario, e tenute accuratamente nascoste per molto tempo grazie alla connivenza degli amministratori locali.

Siamo quindi in presenza di un romanzo molto contemporaneo, ma soprattutto molto italiano, dalle cui pagine emerge una visione non certo ottimista delle istituzioni e dei personaggi politici a cui i cittadini dovrebbero concedere la propria fiducia.

Romanzo dal ritmo serrato, grazie anche a un uso intensivo e teatrale di lunghi dialoghi riportati senza pause narrative, per la sua ambientazione così particolare Acqua morta di Michele Catozzi potrebbe piacere anche a lettori non necessariamente attratti soltanto dalla narrativa di genere thriller.