Come devo presentare il mio romanzo inedito a un editore?

Va bene, hai scritto un capolavoro. Ne sei convinto, te l’ha detto pure tua zia che insegna al liceo che questo è un romanzo bellissimo. I tempi sono maturi. Hai deciso di pubblicarlo.

 

Hai messo il file, con tutto il testo, nella cartella Il mio capolavoro.
“Ma adesso”, ti chiedi, “cosa ne faccio? Come faccio a trasformare il mio romanzo inedito in un libro?”
Insomma, cerchi un agente o un editore, e vuoi fare in modo che il tuo romanzo centri il bersaglio. Ecco qualche consiglio che non garantisce il successo ma almeno evita brutte figure.

 

Un libro non è un testo nudo

 

Quando entri in libreria, un testo non è mai nudo.
C’è il nome dell’autore (ora tocca a te vedere il nome in copertina!).
C’è il titolo (e magari un sottotitolo).
C’è l’immagine di copertina, che offre al potenziale lettore un’enorme quantità di informazioni (il genere e la tonalità emotiva, per cominciare).
Ci sono altri testi: la quarta di copertina o il risvolto, la biografia dell’autore (magari con la fotografia nella tipica posa da scrittore), e sempre più spesso altre informazioni sul volume: una frase che lo condensa, o il parere di qualche critico.

 

Quando apri il volume, il testo non è una semplice sequenza di lettere e cifre. È scandito in paragrafi e capitoli, o addirittura in parti.

 

Nella pagina c’è una scansione di bianchi e neri che ricorda una composizione musicale (questo è ancora più evidente nei libri di poesia).

 

Il libro ha un indice, che guida il lettore e gli offre chiavi di lettura. Eccetera.

 

Come vestire un file prima di mandarlo a un agente, a un editore, a un critico…

 

Gentile Signor Editore,
in allegato il mio testo.
Firmato: L’Autore

 

Quando presenti un testo a un editore o a un agente, difficilmente gli mandi una mail come questa. Cerchi di presentare il tuo lavoro in maniera più accattivante, accompagnandolo con una serie di informazioni utili (all’eventuale editore, agente, lettore…).

 

Sono due i fronti su cui devi impegnarti. Il primo riguarda il testo (diciamo il file con il romanzo): attenzione a ortografia, correttezza grammaticale e correttezza sintattica, alla coerenza e ai problemi di continuità.

 

Il secondo fronte, altrettanto importante se si tratta di un romanzo inedito di autore sconosciuto, riguarda i testi che accompagnano il file: la lettera di presentazione, una breve sinossi, eventualmente il curriculum vitae.
 
Come sempre, un po’ di cura e di attenzione non guastano. Un testo ben impaginato, magari con un minimo di interlinea, con la giusta scansione dei paragrafi e dei capitoli rende più piacevole la lettura.
 
Scegli un carattere che ti piace, facilmente leggibile: un classico sono il Times o il Garamond, utilizzati in numerosi volumi. Uniformate il testo mettendolo in un unico corpo (per esempio 11 o 12), a meno che non abbiate esigenze particolari da valutare di volta in volta. Controllate la scansione in capitoli e paragrafi, che deve riflettere l’organizzazione interna del testo e dare ritmo alla lettura.

 

Un altro consiglio importante: cerca di non mandare un testo sciatto, con errori di battitura (i refusi) e di grammatica e sintassi. Ce ne sono molti di più di quelli che puoi vedere (anche a questo servono i redattori: per ripulire il testo da queste impurità), ma devi toglierne il più possibile: un conto sono le distrazioni (o i lapsus), un contro è un testo improvvisato, raffazzonato, scorretto.
(Un consiglio sul consiglio: usa con molta attenzione il correttore automatico dei programmi di scrittura: rischia di correggere più del giusto, e ti nasconde molti errori).

 

Se hai una qualche dimestichezza con l’impaginazione, potete inviare un file in formato pdf (magari chiuso, che non può essere modificato). Altrimenti un file in un programma di scrittura diffuso (word, rtf, odt) va benissimo.

 

Lo stesso avvertimento vale per i problemi di coerenza interna e di continuità. Quando hai finito il romanzo, lascialo sedimentare per un paio di settimane, pesando ad altro (magari al tuo prossimo capolavoro, oppure goditi una meritata vacanza, o recupera gli arretrati lavorativi che ti hanno lasciato le ore rubate alla scrittura).
 
Poi rileggi per vedere se i personaggi hanno uno sviluppo coerente, se non ci sono incongruenze (come il personaggio che a pagina viene ferocemente ammazzato e trenta pagine dopo breve tranquillo un tè). Il redattore ha il compito di verificare che queste regole vengano rispettate, ma se ci sono troppi svarioni rimettere in quadra la narrazione può diventare molto difficile, o addirittura impossibile.

 

Posso accompagnarla?

 

Hai preso tutto il tempo che ti serviva. Hai riletto, ripulito, uniformato. Il testo è in forma perfetta, robusto e scattante. Ora lo devi vestire per mandarlo in società.

 

Insomma, devi incuriosire il potenziale lettore (che riceve numerosissime proposte come la tua) e dargli alcune informazioni utili. L’essenziale, senza strafare, cercando di catturare l’attenzione.

 

Queste informazioni riguardano sia l’autore sia il testo. Eventualmente si può aggiungere un’informazione sul rapporto che li lega: perché io, l’autore, ho scritto proprio questo libro?

 

Una breve autopresentazione

 

Per quanto riguarda la tua autopresentazione, deve essere chiara e sintetica (se vuoi puoi allegare anche un curriculum vitae…). Devi spiegare brevemente chi sei, ma anche da dove nasce il tuo bisogno di scrivere. Segnala se hai attività pubbliche: per esempio, se sei giornalista, insegnante, blogger, attore, conduttore eccetera. Se hai partecipato a concorsi e premi (se hai vinto), segnalalo.

 

A seconda del tipo di libro e del tuo interlocutore (e ovviamente della tua personalità), puoi scegliere di essere più o meno spiritoso o aggressivo, sbruffone o timido.

 

Puoi anche segnalare i tuoi libri (o autori) preferiti, e se hai altri interessi e passioni al di fuori del mondo editoriale.
Tieni presente che chi riceverà il tuo messaggio, se ha un minimo interesse nella tua proposta, molto probabilmente digiterà il tuo nome su un motore di ricerca.

 

E ora devi presentare l’opera

 

Un buon riferimento per presentare l’opera sono le schede di lettura che gli editori commissionano ai loro “lettori”. Non dev’essere troppo lunga, al massimo un paio di cartelle di 2000 battute ciascuna, con alcune indicazioni.

 

In primo luogo devi dichiarare il genere a cui appartiene il tuo capolavoro, se riesci a identificarne uno. Non è indispensabile, ma aiuta. Puoi anche dire quanto è lungo il tuo libro (insomma, il numero di battute, o caratteri, che puoi ricavare dal comando “Conteggio parole”).

 

Può aiutare una frase che in estrema sintesi descriva il contenuto del libro e ne condensi la forza. Per esempio, A sangue freddo di Truman Capote potrebbe essere catturato da questa breve ma chiara sintesi: “Lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due ragazzi, raccontato dall’inventore della narrative fiction”.
Mentre la saga di Harry Potter potrebbe, in estrema sintesi, essere descritta così: “Le avventure di un giovane mago alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, tra lezioni, misteri e scontri con l’acerrimo e potente nemico, Lord Voldemort, il signore del Male, Colui-che-non-deve-essere-nominato”.

 

Quando il tuo editor parlerà del libro all’interno della casa editrice, e quando verrà presentato ai venditori che dovranno a loro volta presentarlo ai librai, quando l’ufficio stampa e l’ufficio marketing cercheranno di far conoscere il tuo libro, partiranno da una “pillola” di questo genere. Molto probabilmente non utilizzeranno quella che hai scritto tu, ma si tratta sempre di un esercizio utile. Si tratta di incuriosire e catturare l’attenzione, calibrando attentamente il già noto (“Una storia d’amore che ricorda la più classica storia d’amore, quella di Romeo e Giulietta”) e l’elemento di novità (che cosa può rendere attuale e urgente raccontare di nuovo questa vicenda, questi personaggi?). Questo è solo un esempio, fin troppo banale, ma serve a far capire come ragionano lettori e librai (anche se a volte non ne sono del tutto consapevoli).

 

La sinossi

 

Indispensabile un breve riassunto dell’opera, con qualche accenno alla trama e ai personaggi principali.
Naturalmente puoi segnalare anche altre caratteristiche: dallo stile al nucleo generatore del romanzo (un ricordo, un fatto di cronaca, un episodio storico?).

 

Un esercizio pericoloso: pensare a chi si rivolge il tuo libro, a quali lettori. Ma l’importante è che tu sappia che chi lavora in una casa editrice deve pensare ai potenziali acquirenti dei libri che pubblica. Dal punto di vista dell’editore, il romanzo non lo hai scritto per te, per un tuo bisogno magari irrefrenabile, ma per i lettori!

 

Puoi inserire queste informazioni nella lettera di presentazione, o in un altro breve allegato.

 

Non pensare alla copertina: la sceglierete insieme, all’editore, quando verrà il momento. Anche il titolo può cambiare (e spesso cambia): anche quello lo decide l’editore.

 

Non pensare che il mondo intero aspetti il tuo capolavoro. La strada verso il successo è imprevedibile, ci vogliono talento, fatica e… un pizzico di fortuna!

 

E dunque inboccallupo!

 

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Red Psychedelia vi farà scoprire il talento di Emanuela Valentini

Vincitrice del premio Chrysalis e finalista al concorso IoScrittore, Emanuela Valentini è uno di quei giovani talenti che sono da tenere d’occhio. Oscillante tra vari generi spesso attinenti al fantastico con questa nuova serie entra nel mondo della fantascienza raccontando una favola di Cappuccetto Rosso stravolta e corretta, immersa in una distopia cyberpunk ampiamente condita con temi dickiani.

Si fa la conoscenza di Halley, giovanissima spacciatrice e consumatrice di una nuova droga, la Special Red, la droga che avvera i tuoi sogni. C’è chi crede di camminare su strade fatte di panna e cioccolato e chi è circondato da bellissime ragazze. Halley, che ormai fatica a distinguere realtà e sogno, vive la sua personale favola in mezzo alla foresta, circondata da lupi e nonnine, ma anche braccata dal terribile Cacciatore.

La serie durerà cinque puntate e uscirà una volta ogni due settimane.

La sindrome di Cappuccetto Rosso

Sinossi

Sui tetti di una città senza nome, tra neon e insegne pubblicitarie, in un futuro che vede l’umanità vivere pressata in immensi agglomerati urbani le cui cupole chiudono al di fuori un mondo rovinato, tentata dal fascino del lupo e in perenne fuga dal cacciatore che la vuole morta, si muove Halley. Una cicatrice sul viso, un ciuffo viola coperto dal cappuccio della felpa, short, anfibi e l’immancabile zainetto pieno di gioia sintetica: la special red.

Una droga di ultima generazione capace di creare l’illusione perfetta dei desideri più intimi di chi l’assume. 

Un’organizzazione criminale sui generis.

Il capovolgimento di un classico antichissimo, sull’antitesi tra bene e male, luce e ombra. Emanuela Valentini impugna e riveste di tinte fluo e dieselpunk una fiaba dalla profonda morale riscritta, tra gli altri, da Perrault e dai fratelli Grimm.

L’autore

Emanuela Valentini vive e lavora a Roma, ma è Londra la città dove il suo cuore si sente a casa. Le cose che preferisce fare sono leggere, scrivere, preparare dolci per regalarli, fare fotografie. Adora i classici della letteratura ottocentesca per lo stile inimitabile e i temi trattati, ma legge di tutto. Crede nel potere educativo e curativo dei libri, delle parole. Scrivere, per lei, è essenziale come il respiro. Autrice di strane storie, ha un romanzo weird nel cassetto, insieme a un enorme racconto di natura indefinibile di cui preferisce non parlare prima di averci messo pesantemente mano. Nel 2013 è uscito con il marchio GeMS il romanzo Ophelia e le Officine del Tempo, giunto in finale al Torneo Letterario IoScrittore 2012. Un altro romanzo, La bambina senza cuore, è stato pubblicato pubblicato da Speechless.

“Io Scrittore”: il torneo in cui gli autori valutano i “rivali”

L’hanno presentato a Torino perché è «La città di scrittori da best seller come Massimo Gramellini, Paolo Giordano, Marco Travaglio e Luciana Littizzetto», ha detto al Circolo dei Lettori Stefano Mauri, il presidente del gruppo editoriale Mauri Spagnol. Ma il concorso «Io Scrittore» – al quale è possibile iscriversi fino al 2 marzo – è aperto a tutti gli italiani che hanno un libro nel cassetto. Si tratta di un torneo letterario online, giunto alla sua settima edizione, nato per scoprire e pubblicare nuovi autori della narrativa italiana. Il torneo è una forma di scouting innovativa e democratica, al quale negli anni hanno partecipato autori come Valentina D’Urbano, Ignazio Tarantino, Giuseppe Marotta o Susanna Raule.  

Per partecipare basta iscriversi su www.ioscrittore.it e valutare 15 incipit delle opere dei «rivali». Dopo l’annuncio dei finalisti, ciascun partecipante dovrà valutare altri 10 romanzi interi.  

Infine, i dieci autori che avranno totalizzato il maggior numero di commenti positivi vinceranno la pubblicazione di un e- book del loro romanzo. Uno di questi verrà pubblicato anche in forma cartacea.  

Gli autori si assicureranno così l’attenzione degli editor delle case editrici del Gruppo GeMS, oltre a tanti giudizi degli altri concorrenti, utili a migliorare il proprio testo. «Sarà vietato fare commenti “a vanvera” – prosegue Stefano Mauri – e per decretare i vincitori verrà utilizzato un algoritmo». Aggiunge: «In ogni caso, per valutare uno scritto noi editori ci basiamo su unico criterio: mi è piaciuto, o non mi è piaciuto».  

Stefano Mauri racconta le particolarità di IoScrittore

Il dietro le quinte di IoScrittore sono le 13 case editrici del gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS), tra queste le celebri Bollati Boringhieri, Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, TEA, Tre60, Vallardi, Chiarelettere.

“Grazie a IoScrittore, editori e editor di queste case editrici, invece di leggere migliaia di manoscritti distrattamente come spesso accade, leggeranno con attenzione i primi 20, 30, 40 o 50 romanzi che hanno avuto più successo all’interno del torneo.
IoScrittore consente dunque agli aspiranti scrittori accesso democratico da una parte e dall’altra meritocrazia e quella selezione che il lettore si aspetta da un editore.”

 Nel video parla Stefano Mauri, Amministratore Delegato e Presidente del gruppo editoriale Mauri Spagnol che ha ideato il torneo letterario IoScrittore, quest’anno alla sesta edizione.

Ho scritto un capolavoro: come faccio a farmelo pubblicare?

Be’, se vuoi far conoscere il tuo libro, puoi scegliere diverse strade. Un tempo era più semplice: ti bastava trovare qualcuno disposto a stampare il volume – magari la copisteria sotto casa – e regalarlo ad amici e parenti. In alternativa, dovevi trovare un editore disposto a pubblicarlo e distribuirlo. Queste due strade sono ancora percorribili, ma non sono le sole.

Mi cerco un editore a pagamento.”

Sono diverse le case editrici che – chiedendo un compenso – offrono un servizio di stampa, distribuzione e promozione di un volume. Per una certa editoria universitaria (visto che questi volume “fanno titolo” nei concorsi e nei bandi), è una prassi diffusa. Capita anche che un autore riceva dall’editore a cui ha mandato fiduciosamente il testo una lettera in cui si loda con forbita aggettivazione il libro e si annuncia la sua imminente pubblicazione… salvo poi chiedere, al momento giusto, qualche migliaio di euro “per le spese necessarie”. In inglese, questo tipo di editoria si chiama vanity press. Va tenuto presente un fatto. Quando l’editore a pagamento ha ricevuto l’assegno dell’autore, ha già ottenuto il proprio obiettivo economico, senza rischiare nulla. Distribuire e promuovere un volume ha invece costi notevoli. Per un editore a pagamento, che ha già risolto il suo conto economico grazie alla generosa collaborazione dell’autore, non ha molto senso fare un investimento che molto difficilmente gli porterà un utile. Gli conviene aspettare e offrire le copie rimaste in magazzino all’autore, che di fronte alla terribile prospettiva di veder macerare il suo capolavoro le acquisterà a caro prezzo, pagandole così una seconda volta.

Mi pubblico il mio ebook.”

Autopubblicarsi è una delle strade più semplici e rapide. Sono oggi numerose le piattaforme che consentono di pubblicare il proprio capolavoro in ebook. Non costa praticamente nulla. Dal punto di vista tecnico, è una procedura molto semplice e veloce (e se hai problemi, non fari fatica a trovare un amico nerd che s’incarichi della faccenda). Amazon Direct Publishing e Il Mio Libro (la piattaforma del Gruppo Editoriale L’Espresso in collaborazione con Feltrinelli), offrono un servizio di questo genere. Il sito lulu.com, attivo dal 2002 e presente in oltre 200 paesi, ha pubblicato circa 2 milioni di libri. Di recente alcuni di questi servizi consentono di stampare (con un prezzo modico) alcune copie del volume cartaceo ed eventualmente di metterle in vendita: non più solo la versione digitale ma anche quella cartacea.
I problemi e i numerosi svantaggi sono quelli di tutte le forme di autopubblicazione:
# nessuno giudica e seleziona il libro;
# nessuno fa il necessario lavoro redazionale;
# nessuno si preoccupa di promuovere e far conoscerlo il libro;
# nessuno si preoccupa di venderlo.
Se pensi che il tuo romanzo sia buono, merita di essere scelto e valutato.

Mi trovo un editore.”

In teoria non è difficile. In Italia sono attivi tantissimi editori. E tanti altri continuano a nascere: solo tra il 2015 e il 2015 ben 6746 nuove sigle editoriali, anche se le aziende che hanno più di 500 titoli in catalogo – insomma, quelle che fanno il mercato – sono solo 367. In tutte queste case editrici, vecchie e nuove, lavorano migliaia di persone (l’editore stesso, gli editor, gli scout…) che sono alla disperata ricerca del nuovo capolavoro, del genio nascosto che vincerà in Nobel o del romanzo scalerà le classifiche.
Molti di loro possono sbagliare, ma è assai improbabile che nessuno – in un branco di migliaia di segugi editoriali – si accorga che c’è in giro un’opera davvero importante, bella, vendibile.
Quando pubblica un libro, l’editore rischia. Investe per produrre, distribuire e promuovere il libro, e poi remunera il talento pagando i diritti d’autore (sì, si può anche guadagnare scrivendo libri). Per recuperare questo investimento, l’editore deve vendere più copie possibile. Nel selezionare gli autori, sarà dunque molto selettivo (un editore si caratterizza più per i titoli che rifiuta che per quelli che pubblica). E poi farà di tutto per vendere i loro libri (anche se non è facile: come ha detto J.J. Ballard, “qualunque cretino può scrivere un libro, ma per venderlo ci vuole un genio”).
Però c’è qualche problema. Le case editrici – soprattutto quelle più note – vengono sommerse ogni settimana da decine di proposte. Poi non tutte le case editrici pubblicato di tutto: ogni editore (e ogni editor) ha le sue specifiche aree di intervento, il suo gusto, le sue peculiarità: ma che cosa ne può sapere un autore esordiente di un mondo così complesso?
Naturalmente un editore può sbagliare. Anzi, gli editori sbagliano molto spesso. Melville faticò moltissimo a trovare un editore per Moby Dick, Virginia Woolf rifiutò Ulisse di Joyce, Elio Vittorini Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Che ciò nonostante trovarono un editore, divennero successi mondiali e oggi sono tre classici.
Insomma, puoi avere fortuna (magari con l’aiuto di una rete di conoscenze), ma devi anche essere molto paziente e insistente. Bisogna anche sapere come presentare un proprio romanzo inedito a un editore, evitare i principali errori che commette la maggior parte degli aspiranti scrittori, tutti argomenti che tratteremo più approfonditamente nei prossimi post.

Mi cerco un agente.”

Quello che un autore non sa, lo sa l’agente letterario – o almeno dovrebbe saperlo. Dovrebbe conoscere le case editrici e la tipologia della loro produzione. Dovrebbe conoscere le collane e i loro editor, compresi i gusti ed esigenze. Dovrebbe essere in grado di valutare la qualità del tuo manoscritto e il suo potenziale di vendita (e dunque quanto può spuntare d’anticipo nella trattativa con l’editore). Un bravo agente letterario conosce i meccanismi editoriali (dal diritto d’autore ai meccanismi di marketing).
Attenzione: di norma l’agente letterario (ma anche cinematografico) non viene pagato dall’editore, ma dall’autore (in genere riceve una percentuale sui guadagni). Dunque l’agente lavora per l’autore, cercando di soddisfare le sue esigenze, a cominciare dalla massimizzazione dei guadagni (sul breve o sul lungo periodo).
Dal punto di vista dell’editore, è conveniente trattare con gli agenti perché, per cominciare, hanno già selezionato i manoscritti più interessanti: quelli in cui ha ritenuto conveniente investire il suo tempo e il suo denaro. In secondo luogo, se si crea un rapporto di fiducia, l’editor (o l’editore) sa che l’agente conosce i suoi interessi e le sue esigenze e dunque gli manda (almeno in teoria) solo i libri “giusti”.
Anche qui c’è un problema: anche gli agenti letterari sono (e devono essere) molto selettivi. E poi sono molto meno numerosi degli editori e sono meno riconoscibili, perché il loro nome non figura sulle copertine dei libri. Ma in rete non è difficile trovare le principali agenzie letterarie italiane e i loro recapiti (nel prossimo post cercheremo di spiegare come presentare il proprio testo a un editore o a un agente).

Partecipo a un concorso letterario”

Per farsi conoscere e selezionare, c’è un’altra strada: partecipare ai concorsi letterari riservati agli esordienti. È un meccanismo che risponde a una delle richieste più frequenti di chi ha creato un’opera: quanto vale il mio lavoro? È un buon libro? O fa schifo?
In Italia i premi letterari – anche quelli rivolti agli esordienti – sono numerosissimi, con varie formule. In genere a selezionare i testi è una “giuria tecnica”, ovvero un gruppo di esperti (per esempio critici letterari o professori di letteratura). A volte invece a leggere e giudicare le opere è una “giuria popolare”, fatta di lettori comuni.
Anche in questo caso, diffidate dei concorsi che chiedono una tassa di iscrizione troppo alta. Anche in questo caso, ci sono premi più o meno prestigiosi.

IoScrittore è un torneo letterario gratuito che utilizza un meccanismo particolare: a giudicare le opere sono gli altri partecipanti al torneo. Nella prima fase leggono e giudicano gli incipit (ovvero le prime pagine del romanzo), nella seconda leggono e giudicano l’intera opera, fino a selezionare i vincitori di ogni edizione. Oltre al giudizio, la lettura dei colleghi-rivali può offrire anche alcuni consigli per migliorare l’opera (diciamo che arrivano diversi spunti di editing, a volte preziosi).

Che questo meccanismo sia utile lo dimostra il fatto che chi partecipa a più edizioni di IoScrittore in genere migliora la propria classifica.

Grazie al torneo, numerosi autori hanno raggiunto la fama diventando scrittori stimati e conosciuti, solo per citarne alcuni: Valentina D’Urbano, pubblicata non solo in Italia ma anche in Germania e in Francia; Giuseppe Marotta, ormai al suo secondo libro per Corbaccio; Ignazio Tarantino, il cui romanzo è stato recensito entusiasticamente dalle principali testate italiane; Ilaria Tuti, autrice del libro d’esordio più venduto del 2018 in Italia e in via di pubblicazione in 25 Paesi.

Se hai un romanzo inedito nel cassetto, iscriviti subito qui a IoScrittore, è l’unico Torneo Letterario gratuito organizzato da importanti case editrici per scoprire nuovi talenti della narrativa italiana.

Come ho vinto Io Scrittore

La telefonata mi giunge un sabato mattina. È l’editor a cui dovrò consegnare il file definitivo del romanzo, che prossimamente diventerà ebook. Fra i dieci vincitori del torneo Io Scrittore 2015, c’è anche il mio romanzo Lo spacciatore di reliquie. In dieci abbiamo superato due selezioni (la prima inerente agli incipit più efficaci; l’altra, al testo completo) e sgomitato in una folla agguerrita di 3584 concorrenti. Ho già firmato il contratto, naturalmente, ma con la signora editor eravamo d’accordo sul risentirci un po’ più in là, quindi?ioscrittore logo ok

«Quindi non lo immagina?» mi chiede.
«No.»
«Si sforzi.»
«Non me lo dica…» dico, senza altro fiato, come la più sprovveduta delle miss.

«Be’, chiedo sempre di telefonare io al vincitore finale unico, per godermi la sua reazione alla notizia. Complimenti, Carlo, lei verrà pubblicato anche in cartaceo… È ancora lì?»

Sono ancora lì, al cellulare, e sono altrove. A tre anni prima, per la precisione, quando mi ero imbattuto in alcune storie antiche assai curiose, accadute tutte assieme in un solo anno, il 1507, nella città di Berna: il furto dei resti mortali della Maddalena; le ripetute apparizioni notturne di Santa Barbara e della Madonna a un novizio domenicano; gli scontri conventuali tra i locali Ordini religiosi sul concetto teologico di Immacolata Concezione; il traffico di salvifiche reliquie che coinvolge addirittura l’Imperatore; un plotone delle neonate guardie svizzere in partenza per Roma, tra sogni e bisogni; una truffa internazionale dei bernesi contro il duca di Savoia ordita da un falsario assieme a un funzionario sabaudo vendicativo…

«È ancora lì?»

Sono lì, con gli auricolari ondeggianti al ritmo della musica che risuona dentro di me, e rivedo il travaglio del romanzo, pari alla complicata gestazione di un’elefantessa asiatica (645 giorni): dalle ricerche storiche (riguardanti vita quotidiana, usi, personaggi ed eventi del periodo in cui avvennero i fatti) alle due stesure narrative prima di quella che ritengo definitiva; dalla faticosa ricerca di un’agenzia letteraria, in grado di supportare “mercantilmente” l’autore e la sua creatura, fino alla scelta non facile di un editor che mi aiutasse senza investirci un capitale: uno sparring partner che demolisse ciò che c’era da demolire e suggerisse migliorie e correzioni.

Una serie di tentativi tanto necessari quanto infruttuosi. Irritanti, persino: quando l’agenzia che ti ha messo sotto contratto, “perché crede nel libro”, per due anni ti tace i contatti editoriali che dovrebbe prendere e ti elenca soltanto una serie di scusanti, scarsamente immaginifiche, alla propria inerzia (il mercato è in crisi; il romanzo storico non si vende; abbiamo mandato il testo a un direttore che è andato via; tu sei un autore novizio; tu sei un autore che ha già pubblicato…).

Deludenti, addirittura: quando l’editor di gran nome che – per amore, solo per amore della tua creatura – hai deciso di pagare di tasca tua, prima accetta e poi rifiuta, quindi eleva il compenso pattuito a quattro volte tanto e demolisce pretestuosamente tutto il romanzo attraverso la lettura frettolosa delle prime otto pagine, insegnandomi così un uso nuovo e spregiudicato della sineddoche (una parte per il tutto) in campo editoriale…

«È ancora lì?»

Sono lì a ripensare a quando decisi di iscrivermi al torneo. A mettermi in gioco, direbbero quelli che parlano con frasi prêt-à-porter. Mi scelsi uno pseudonimo portafortuna; cambiai il titolo da quello originario in uno meno elegante, ma più appariscente; buttai giù una sinossi, che poi è un’operazione odiosa di per sé perché non sai mai se è richiesto un riassuntino il più completo possibile, oppure un testo scarno, misterioso, intrigante, che accenni e ponga domande, lasciando in sospeso, ammiccando, facendo intuire possibili sviluppi o forse depistando, come in un’astutissima quarta di copertina. Depositai l’incipit sulla pagina del torneo, lo inviai e feci scongiuri, e che non se ne parlasse più per qualche mese…

«È ancora lì?»

Alla prima scrematura non superai la prova. I miei esaminatori, quelli che come me avevano ricevuto una decina di incipit da valutare, vivisezionare e votare, mi esaltarono o mi depressero con i loro giudizi – a volte lunari, altre cortesi – ma non raggiunsi il punteggio sufficiente a entrare negli ultimi trecento.

Sinceramente? La presi come offesa personale, e per favore non mi parlate di de Coubertin! La depressione durò due settimane, accarezzai l’idea di seguire finalmente quel corso per pizzaioli, categoria benefattrice dell’umanità, e liberare il mondo dal qui presente mediocre romanziere. Poi arrivò un’email che mi annunciava di esser stato ripescato e l’adrenalina tornò in circolo nella mia vena letteraria già esausta.

Per imparare i segreti di una buona margherita, dunque, ci sarà tempo in futuro. Così caricai l’intero romanzo sul sito, iniziai a esaminare i testi dei “colleghi” semifinalisti a me attribuiti, e mi misi l’anima in pace. Almeno fino a metà ottobre, quando a Milano, durante una manifestazione libraria pubblica, lo stato maggiore del gruppo editoriale comunicò i dieci nominativi finalisti vincitori della pubblicazione in ebook.

Spuntò fuori anche il nome del mio romanzo, ripescato in extremis dal primo turno: a dimostrazione, se mai servisse un’ulteriore conferma, che è deleterio abbattersi, che non bisogna mai mollare. E che soprattutto non si deve mai smettere di aver convinzione in se stessi, a dispetto di agenti e editor, i quali fanno il loro mestiere di cerberi ma che, detto fra noi, proprio Cassazione (nel senso di giudizio definitivo) non sono mai…

«È ancora lì?»

«Sì, signora, sono qui.»

«Va bene, allora congratulazioni. Questa comunque è una telefonata ufficiosa, la esorto a non dire ancora niente a nessuno.»

«Alla mia donna posso?»

«Sì, ma solo a lei. Fra qualche giorno la chiamerà il direttore editoriale della TEA, poi si vedrà.»

«Che Dio la benedica!»

«Sono lieta per lei. Buon anno.»

Adesso a una parte di me sembra tutto così facile.

E una parte di me non ci crede ancora, estenuato dalla gara e rimbambito da un risultato davvero inaspettato, nonostante la voglia di far emergere il mio piccolo, tenace romanzo storico. So di aver vinto ma non posso rivelarlo, e questa situazione da novello Edmond Dantés, che s’affaccia alla vita narrativa sotto mentite spoglie, mi diverte e sospende.

Qualche mattina dopo giunge la telefonata del direttore, che mi conferma la vittoria e si congratula, sostenendo che nel romanzo ci sono delle potenzialità.

Lo pubblicheranno nel secondo semestre del nuovo anno, ma intanto devo aspettare il nuovo contratto e tenermi ancora la vittoria per me. Lo ringrazio, e mi pare una bellissima giornata.

Intanto sul blog il silenzio da parte della giuria su chi sia il vincitore di questa edizione ha già scatenato una giustificata ridda di commenti, dubbi, ipotesi e sfottò.

Da novello Calaf, attendo con comprensibile ansia che venga data comunicazione ufficiale. Sono il vincitore in pectore del torneo 2015, ma il nome mio nessun lo sa… Poi, a fine gennaio, arriva la proclamazione anche in Rete e il viaggio del mio romanzo può finalmente avere inizio.

La vita del mio “spacciatore di reliquie” – o in qualunque altro modo quel pasticciaccio bernese di cinque secoli fa sarà chiamato dall’editore – è appena cominciata…

Io Scrittore è il torneo letterario che e il gruppo editoriale Mauri Spagnol (GeMS) organizza ogni anno. Le iscrizioni alla edizione 2016 sono aperte. Per ulteriori informazioni cliccate qui.

#libri: Al via la nuova edizione del torneo letterario IoScrittore

Questa sera, alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori di Torino, sarà presentata la nuova edizione del torneo letterario IoScrittore.
Introdurrà la presentazione l’incontro dal titolo “Fare libri: il mestiere e la passione”, condotto da Stefano Mauri (Presidente del Gruppo editoriale Mauri Spagnol), Alice Basso (scrittrice) e Bruno Gambarotta (giornalista), che parleranno di libri come oggetti culturali ma anche prodotti commerciali inseriti nel contesto di un mercato sempre più articolato e complesso.

IoScrittore, torneo letterario online giunto alla sua settima edizione, è un’iniziativa digitale volta a scoprire e pubblicare nuovi autori della narrativa italiana, un’iniziativa completamente gratuita e una nuova forma di scouting innovativa e democratica.
Caricando la propria opera sul sito http://www.ioscrittore.it e superando due fasi eliminatorie, i partecipanti si assicurano l’attenzione degli editor delle case editrici del Gruppo GeMS, oltre a tanti giudizi degli altri concorrenti, utili a migliorare il proprio romanzo.

I 10 migliori romanzi si aggiudicano la pubblicazione in ebook e almeno una delle opere finaliste sarà pubblicata in cartaceo da un’importante sigla editoriale (tra le quali: Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Salani, Tea).
Tante nuove promettenti voci della narrativa sono nate proprio da questo torneo: da Valentina D’Urbano a Ignazio Tarantino, da Giuseppe Marotta a Susanna Raule e molti altri autori.

Inoltre, da quest’anno IoScrittore offre un servizio editoriale in più di print on demand: gli autori che vinceranno la pubblicazione ebook del proprio romanzo otterranno, non solo editing e distribuzione dell’opera in formato elettronico in tutti i principali negozi online italiani, ma anche la possibilità della stampa su carta e la messa in vendita attraverso il partner http://www.IBS.it.

Alcuni premi speciali arricchiscono questa edizione: oltre ai tradizionali Premio ebook e Premio Fatti di Carta, saranno assegnati premi e menzioni speciali dai partner di IoScrittore 2016: IBS, MSN, Vanity Fair, Librerie Coop e Circolo dei Lettori di Torino, che premieranno un romanzo ciascuno tra tutte le opere partecipanti, con varie categorie: da Miglior protagonista a Miglior colpo di scena, da Miglior personaggio femminile ad Ambientazione più suggestiva.

Per partecipare:

Regolamento: http://www.ioscrittore.it/regolamento

Iscrizioni: http://www.ioscrittore.it/ioscrittore2016/iscrizione.aspx

Facebook:
http://www.facebook.com/ioscrittore

Twitter:

Al via la nuova edizione del torneo letterario IoScrittore


Questa sera, alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori di Torino, sarà presentata la nuova edizione del torneo letterario IoScrittore.
Introdurrà la presentazione l’incontro dal titolo “Fare libri: il mestiere e la passione”, condotto da Stefano Mauri (Presidente del Gruppo editoriale Mauri Spagnol), Alice Basso (scrittrice) e Bruno Gambarotta (giornalista), che parleranno di libri come oggetti culturali ma anche prodotti commerciali inseriti nel contesto di un mercato sempre più articolato e complesso.

IoScrittore, torneo letterario online giunto alla sua settima edizione, è un’iniziativa digitale volta a scoprire e pubblicare nuovi autori della narrativa italiana, un’iniziativa completamente gratuita e una nuova forma di scouting innovativa e democratica.
Caricando la propria opera sul sito http://www.ioscrittore.it e superando due fasi eliminatorie, i partecipanti si assicurano l’attenzione degli editor delle case editrici del Gruppo GeMS, oltre a tanti giudizi degli altri concorrenti, utili a migliorare il proprio romanzo.

I 10 migliori romanzi si aggiudicano la pubblicazione in ebook e almeno una delle opere finaliste sarà pubblicata in cartaceo da un’importante sigla editoriale (tra le quali: Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Salani, Tea).
Tante nuove promettenti voci della narrativa sono nate proprio da questo torneo: da Valentina D’Urbano a Ignazio Tarantino, da Giuseppe Marotta a Susanna Raule e molti altri autori.

Inoltre, da quest’anno IoScrittore offre un servizio editoriale in più di print on demand: gli autori che vinceranno la pubblicazione ebook del proprio romanzo otterranno, non solo editing e distribuzione dell’opera in formato elettronico in tutti i principali negozi online italiani, ma anche la possibilità della stampa su carta e la messa in vendita attraverso il partner http://www.IBS.it.

Alcuni premi speciali arricchiscono questa edizione: oltre ai tradizionali Premio ebook e Premio Fatti di Carta, saranno assegnati premi e menzioni speciali dai partner di IoScrittore 2016: IBS, MSN, Vanity Fair, Librerie Coop e Circolo dei Lettori di Torino, che premieranno un romanzo ciascuno tra tutte le opere partecipanti, con varie categorie: da Miglior protagonista a Miglior colpo di scena, da Miglior personaggio femminile ad Ambientazione più suggestiva.

Per partecipare:

Regolamento: http://www.ioscrittore.it/regolamento

Iscrizioni: http://www.ioscrittore.it/ioscrittore2016/iscrizione.aspx

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Stampa su carta il tuo e-book e raggiungi sempre più lettori!

Da quest’anno, IoScrittore avrà un servizio editoriale in più.
Gli autori selezionati per la pubblicazione in e-book otterranno non solo e gratuitamente, come nelle precedenti edizioni del Torneo, un servizio di editing e distribuzione dell’opera in formato elettronico in tutti i principali negozi online italiani, ma anche un ulteriore vantaggio: il libro sarà disponibile anche in edizione cartacea on demand.   

Si tratta di un nuovo servizio editoriale, pensato per garantire un canale in più alla propria opera: il pubblico di chi preferisce leggere su carta.
Con il proposito di fornire opportunità di crescita a nuovi scrittori, il Gruppo editoriale Mauri Spagnol si fa carico dei costi redazionali (editing, copertina e progetto grafico).
La versione cartacea del romanzo potrà essere acquistata dall’autore, e da chiunque lo desideri leggere in formato cartaceo, su IBS.it (partner di IoScrittore) e sugli altri store on line, in qualsiasi libreria italiana e in circa 200 città del mondo, da Parigi a Tokyo, da Londra a New York.

Il prezzo di vendita verrà stabilito in base al numero di pagine (da 12 euro a un massimo di 20 euro per i titoli fino a 500 pagine).
A ogni acquisto del formato cartaceo, come per il formato e-book, gli autori percepiranno le royalties dovute. 
Una nuova opportunità, con la garanzia qualitativa del marchio IoScrittore.
Un nuovo modo di utilizzare un vantaggioso servizio di print on demand per promuoversi, vendere la propria opera, farsi leggere e conoscere da un numero sempre maggiore di lettori. 

Stefano Mauri racconta le particolarità di IoScrittore

Intervista dal Circolo dei Lettori di Torino per il lancio della sesta edizione del torneo letterario

“Grazie a IoScrittore, editori e editor di queste case editrici, invece di leggere migliaia di manoscritti distrattamente come spesso accade, leggeranno con attenzione i primi 20, 30, 40 o 50 romanzi che hanno avuto più successo all’interno del torneo. IoScrittore consente dunque agli aspiranti scrittori accesso democratico da una parte e dall’altra meritocrazia e quella selezione che il lettore si aspetta da un editore.”

Il re di un paese piovoso

Leonardo è arrivato dal liceo di Venaria alla fine di gennaio ed è sembrato subito a tutti un disadattato. Il mio compagno Venturino l’ha soprannominato nell’ordine: lo svitato, lo sfigato, il babbione e, in ultimo, il fesso. Leonardo va matto per Baudelaire. Ripete che può ricoprire pareti intere con le sue poesie – ne conosce decine a memoria – e tutti i giorni marchia con un verso le copertine interne dei raccoglitori, gli angoli dei libri, i fogli dei compiti in classe. Devo ammettere che sulle prime anche a me Leo è sembrato un imbecille. Era goffo, della goffaggine grottesca di chi vuol fare il disinvolto. Una volta, in palestra, mi ha visto fare un salto mortale sul tappeto elastico e mi ha detto che gli piaceva la mia coordinazione (“Potresti passarmene un po’, magari per osmosi”), la mia resistenza nei contrasti di gioco (“Sei una piramide egizia con le scarpe da basket”) e poi si è messo a raccontarmi che detestava il silenzio e il fracasso, l’energia straripante e l’inerzia. “Sono gli opposti che sono costretto a gestire”, ha detto. “Ma tu non dici mai delle cose normali?” gli ho chiesto io. Lui mi ha fissato con un lampo di compiacimento negli occhi. “Io dico sempre delle cose normali. Ti sembrano strane perché il mio cervello va talmente veloce che quando finisco di dirle sono già fuori tempo”. Mi è venuto il dubbio che mi stesse prendendo per il culo…

Patrocinato dal MIBACT, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, IoScrittore è un torneo letterario gratuito che il gruppo editoriale Mauri Spagnol rivolge a tutti i nuovi talenti che aspirano a vedere la propria opera pubblicata in cartaceo o ebook per una delle sigle GeMS. L’ultimo vincitore è Il re di un paese piovoso dell’esordiente Valeria Massa, docente e appassionata viaggiatrice. Il titolo del romanzo rimanda a un verso di Baudelaire, vera ossessione dello strambo Leonardo che, insieme al compagno di classe Matteo e al loro professore di francese Duhamel compongono il curioso trittico di protagonisti di questo romanzo corale, in cui le voci dei personaggi di susseguono e intersecano a formare un mosaico ben costruito dalla chiara e semplice penna dell’autrice. “Sono come il re di un paese piovoso/ ricco, ma impotente, giovane e tuttavia vecchissimo” diceva Baudelaire, per sentenziare che in un mondo grigio dove ogni potere è inutile non c’è possibilità di comunicazione, ma solo di complicità. E così accade che in questo romanzo, nel quale la contrapposizione tra adolescenza ed età adulta, tra le difficoltà dell’essere studenti e le responsabilità dell’essere insegnanti si risolve in una comune inadeguatezza alla vita, alle sorprese e disgrazie che essa riserva, solo il buon cuore dell’autrice regala la possibilità di un riscatto insperato.