Scrivere un romanzo in un mese: il successo su TikTok della challenge “NaNoWriMo” (e il nostro bisogno di un digitale sempre più reale)

Chi sogna di diventare uno scrittore lo sa: la scrittura esige autocontrollo e una certa dose di disciplina. Sarebbe bello credere di poter ultimare un romanzo soltanto lasciandosi trasportare dai moti dell’ispirazione, ma purtroppo non è sempre così. Ci vuole impegno, costanza e, il più delle volte, un programma serrato.

Certo, essere da soli non aiuta: per questo nascono iniziative collettive che spingono gli aspiranti autori a incoraggiarsi tra loro: tornei, forum di sostegno, pagine social che dispensano suggerimenti o, ancora, community, come quella che ruota attorno a NaNoWriMo, una challenge che si svolge durante il mese di novembre 2023 e che impone, a chi partecipa, di scrivere un romanzo di 50mila parole in 30 giorni.

nanowrimo

Esatto, proprio così: 50.000 parole in 30 giorni. Da scrivere tutte d’un fiato. La sfida di NaNoWriMo, infatti, riguarda la quantità e non la qualità. Anche perché, se è vero che scrivere è riscrivere, ci sarà tempo poi per tagliare, editare e correggere tutte le storture della prima stesura.

Nanowrimo

Quando parliamo di NaNoWriMo (National Novel Writing Month) non parliamo certo di una novità, anzi: è un progetto nato nel 1999, ma grazie a TikTok l’attenzione sulla challenge è decisamente aumentata. Sulla piattaforma infatti l’hashtag conta oltre 25milioni di visualizzazioni, sotto cui compaiono video di ragazze e ragazzi (ma non solo) intenti a scrivere le proprie storie, che danno qualche dritta ai compagni d’avventura o che, semplicemente, condividono quello che stanno vivendo.

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Chi vuole partecipare alla challenge deve registrarsi sul sito e iniziare a pubblicare informazioni sul proprio romanzo (incluse sinossi ed estratti). Da quel momento, la sfida è ufficialmente aperta: ognuno fissa i propri obiettivi personali, mentre NaNoWriMo tiene traccia dei progressi fatti, offre consigli per superare il blocco dello scrittore e organizza eventi (virtuali e reali) in cui ci si possa incontrare e fare amicizia.

A rifletterci può sembrare un paradosso che la scrittura, l’attività solitaria e individuale per eccellenza, diventi un momento di condivisione. Ma non stupisce, soprattutto se si pensa che su TikTok spopolano sempre di più live di lettura e sessioni di studio collettive, in cui le persone decidono di vivere insieme momenti di silenzio e di lavoro, proprio con l’obiettivo di concentrarsi più profondamente.

Nanowrimo

Avevamo già parlato delle study room di TikTok, a cui sono spesso legate le figure delle ormai popolari study influencer, e il rinnovato successo di Nanowrimo è l’ulteriore conferma di un trend in cui hanno maggior rilievo la live, il supporto e la spontaneità. Nonché il bisogno di un social che nasca sul digitale ma che abbia sempre più effetti anche sulla vita reale.

Fonte: www.illibraio.it

IOSCRITTORE 2022: TUTTI I VINCITORI

L’edizione di IoScrittore 2022 si è conclusa con un evento in presenza (trasmesso anche in diretta streaming e rivedibile qui) nella sede del Libraccio di viale Vittorio Veneto a Milano, come sempre all’interno della cornice di Bookcity che quest’anno, dopo due anni di pandemia, ha visto una grandissima quantità di eventi molto partecipati sparsi per la città. E numerosi sono stati anche i partecipanti all’evento di proclamazione dei vincitori del Torneo.

Hanno partecipato grandi nomi del panorama editoriale italiano: Eugenio Trombetta Panigadi (consigliere delegato di la FIBS) Tiberio Sarti (AD di Ubik) Antonella Ferrara (Presidente e Direttrice Artistica del Festival Taobuk) ed Edoardo Scioscia (Presidente del Libraccio). Accanto a loro, il presidente AD di GeMS e ideatore del torneo IoScrittore, Stefano Mauri.

L’incontro, moderato da Jolanda Di Virgilio (redattrice de ilLibraio.it e autrice) e Antonio Prudenzano (giornalista, responsabile editoriale del sito ilLibraio.it), ha inoltre avuto come ospiti speciali la scrittrice Alice Basso e lo scrittore Gian Andrea Cerone, che hanno raccontato le loro esperienze di scrittura

Nel corso della piacevole chiacchierata su scrittura e lettura, Stefano Mauri, tra le altre cose, ha ricordato l’importanza crescente come fonte e propulsore della narrativa della rete, dove le nuove generazioni condividono la propria passione per le buone letture. Inoltre, sempre Mauri ha sottolineato il successo crescente e la formula unica di IoScrittore, un torneo nato proprio sulla rete, tra le prime iniziative di accesso democratico alla pubblicazione in Italia.

Questi i titoli dei romanzi vincitori

Abbamàla; Qualcuno che conoscevo; Sidonia, maledetta per scelta; Le ceneri di Alisea, Nickname Hunters Investigations. Dossier @rip; Diamante; L’occhio del Leviatano; Sciame; Pietà del nostro mal perverso; Creature di carta. 

Il premio Taobuk è stato conferito a Qualcuno che conoscevo, “per la forza della protagonista, in equilibrio tra amori passati, speranze future e un presente di difficoltà affrontate con coraggio e ironia e per la capacità della narrazione di fondere commedia e mistery con un ritmo incalzante fino al sorprendente colpo di scena finale”. 

Dal momento che IoScrittore premia, come sempre, anche i lettori, ecco gli pseudonimi dei 9 migliori lettori, che riceveranno un buono acquisto di 50 euro da parte dei partner del torneo (Ibs, Ubik e Il Libraccio): Tisana della sera, Alfredo Germont, Elissa Qarthadašti, Willy, La Pachiderma, Penelope Pitstop, Marco Vincenzi, S.A. Emme, Betty Flounder.

Il miglior lettore in assoluto è risultato invece Pennaiolo, cui andrà un buono acquisto dei partner da 100 euro.

A tutti i vincitori, sia tra gli scrittori che tra i lettori, una selezione di romanzi del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, scelti tra i migliori esordi del 2022.

La redazione del Torneo si congratula dunque con tutti i vincitori, e ricorda che chi non ce l’ha fatta può fare tesoro dei giudizi ricevuti per migliorare la propria opera. Perché IoScrittore è prima di tutto una palestra per esordienti.

 Ricordiamo inoltre che entro il 16 dicembre verrà annunciato il titolo del romanzo che verrà pubblicato da una delle case editrici del gruppo e che presto saranno aperte le iscrizioni alla nuova edizione del Torneo, completamente gratuito.

Volate in libreria: è uscito il primo libro cartaceo di IoScrittore 2021. Un volo sulle ali della speranza e della fantasia

Dal 15 novembre è in libreria il primo dei romanzi selezionati per la pubblicazione alla fine della scorsa edizione di IoScrittore. Si tratta di A che distanza è il cielo, di Bruno Manca, pubblicato da TEA: una storia delicata e profonda, che ci insegna l’importanza di guardare sempre verso il cielo anche se si è inchiodati a terra. Amelia, la giovanissima protagonista e voce narrante, sogna di diventare pilota di linea, ma la realtà della grave malattia cardiaca di cui soffre la confina nella sua camera, da dove può viaggiare solo con la fantasia grazie al simulatore di volo che il padre le ha costruito. Con il suo diario di bordo, Amelia ci dà conforto e speranza, accorciando magicamente la distanza tra noi e il cielo, tra i sogni più grandi e il difficile quotidiano. Anche noi, come Amelia, possiamo misurare la distanza che ci separa dal cielo, per scoprire che è molto minore di quello che può sembrare…

Abbiamo intervistato l’autore del romanzo, che vive a Roma.

Come e perché hai deciso di partecipare a IoScrittore?

Ho conosciuto questo torneo letterario per caso, navigando nel web. Ho deciso di partecipare perché ho trovato innovativa la logica che lo anima: lettori appassionati e aspiranti scrittori che leggono e valutano i manoscritti iscritti al torneo: originale e costruttiva come idea, oltre che avvincente e sfidante. Senza nulla togliere alle classiche modalità per tentare la pubblicazione, ovvero l’invio diretto del manoscritto alle case editrici, IoScrittore offre un confronto franco e costruttivo partendo dal basso, da persone comuni che amano leggere buone storie e che provano a scriverne una. Del resto chi decreta il successo di un romanzo sono proprio i lettori, alla fine. Per me IoScrittore è una scuola di scrittura formidabile e vivificante, stimolante e ottima nella cura contro l’ego.

Lo consiglieresti a un aspirante scrittore?

Eccome. Aspiranti scrittori, dateci dentro e iscrivetevi! IoScrittore è una palestra unica e irripetibile per imparare a scrivere e a mettersi in discussione su quanto scritto. 

Quali libri ti hanno ispirato durante la scrittura?

Durante la scrittura di A che distanza è il cielo ho letto diversi libri e manuali cartacei e online, scritti da piloti e professionisti del settore. Mi sono serviti per entrare nella logica del volo e del lavoro dei piloti di linea. Anche questi libri, seppur tecnici, mi hanno dato numerosi spunti narrativi. In ogni strumento di bordo e in ogni manovra o procedura di volo ho trovato risonanze incredibili con la nostra esistenza e le domande di senso e significato che l’essere umano si pone, soprattutto nei momenti critici, quelli caratterizzati da avarie più o meno severe. Mi hanno ispirato tantissimo anche tutti i libri sul volo di Antoine de Saint-Exupéry. Una vera manna dal cielo questo pilota capace di fare miracoli appena la sua penna atterrava sulle pagine del taccuino. E, a proposito di cielo, mi è servito tantissimo leggere il libro più diffuso al mondo: la Bibbia. Più mi tuffavo nelle sue pagine, più si aprivano paesaggi interiori ricchissimi di suggestioni e di spunti di riflessione.

Buona fortuna dunque alla giovane Amelia e al suo autore in libreria e buona lettura a chi vorrà trascorrere qualche ora in loro compagnia.

La finalissima di IoScrittore 2022: si torna in presenza a Bookcity Milano (ma non solo…)

Dopo due anni di eventi in streaming, molto apprezzati e seguiti, quest’anno la proclamazione dei vincitori della tredicesima edizione del torneo letterario gratuito IoScrittore promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol torna con un evento in presenza, sempre nella cornice di Bookcity Milano.

La sede sarà la libreria il Libraccio di viale Vittorio Veneto, alle ore 16.30 di venerdì 18 novembre.

Ma non temete: per chi non ci potrà essere fisicamente, è prevista comunque la diretta streaming sulle pagine Facebook di IoScrittore e de ilLibraio.it.

Chi dunque potremmo ascoltare parlare di scrittura, lettura e editoria, prima dell’attesissimo momento della proclamazione delle dieci opere vincitrici e dei dieci migliori lettori di questa edizione? Ecco i nomi delle relatrici e dei relatori: Antonella Ferrara (Presidente e Direttrice artistica del festival Taobuk), Stefano Mauri (Presidente e Ad di GeMS), Tiberio Sarti (Ad di Librerie Ubik), Edoardo Scioscia (Presidente del Libraccio) ed Eugenio Trombetta Panigadi (Amministratore delegato di Ibs.it).

Ci saranno inoltre due ospiti speciali: la scrittrice Alice Basso e lo scrittore Gian Andrea Cerone. 

Il dibattito sarà moderato da Jolanda Di Virgilio (redattrice deilLibraio.it e autrice) e Antonio Prudenzano (giornalista, responsabile editoriale del sito ilLibraio.it).

IoScrittore, lo ricordiamo, negli anni si è confermato come una forma di scouting democratica e innovativa, in cui i partecipanti si misurano con la scrittura e la lettura, e hanno la possibilità di migliorare la propria opera facendo tesoro dei consigli ricevuti. Manca dunque poco al momento più atteso dagli oltre 3.000 iscritti di quest’anno, a presto!   

La pistola di Čechov: come usare questo principio di scrittura

La pistola di Čechov è un principio della narrativa messo per iscritto in più occasioni da Anton Pavlovič Čechov, celebre e prolifico scrittore russo, autore di racconti e opere teatrali, tra i protagonisti della letteratura del XIX secolo.

Una delle varianti più conosciute dell’affermazione di Čechov da cui trae il nome questo principio è: “Se nella storia compare una pistola, questa prima o poi sparerà”. Questo assioma da un punto di vista di tecniche di scrittura si può interpretare in due modi, uno più generico e uno più specifico: analizziamoli nel dettaglio.

copertina racconti di Čechov

La pistola di Čechov: limitarsi all’essenziale

Il messaggio principale che vuole comunicare Čechov è che in una storia non devono esserci elementi superflui alla trama. Proprio per questa ragione, se nella scrittura viene presentato un qualsiasi elemento (come appunto una pistola), questo a un certo punto deve trovare una ragion d’essere (nel caso della pistola, appunto, sparare). Attenzione: non si tratta di una regola valida solamente per gli oggetti, ma anche per i personaggi, i conflitti, gli ambienti, le informazioni; se vengono inseriti nel racconto, devono avere una funzione.

Come tutti i principi di drammaturgia però, anche questo deve essere inteso come un’indicazione generale, e non essere applicato in modo pedissequo. Il rischio, altrimenti, è che il risultato sia banale o troppo scontato per il lettore, e che la storia manchi in ispirazione e letterarietà, risultando solo un continuo incastro di regole di scrittura. Forzare un significato su ogni elemento narrativo rischierebbe inoltre di rendere la scrittura prevedibile e pedante.

Seguire alla lettera il principio della pistola di Čechov, inoltre, può far sì che la narrazione pecchi in realismo (non tutto ciò che appare o accade nella vita finisce per avere un ruolo importante) e che sia del tutto priva di elementi simbolici o evocativi che, seppur privi di funzione nella trama, possono conferire un piano superiore di interpretazione, o dare un tocco di lirismo.

Lo stesso Čechov ne era consapevole: come ha fatto notare Donald Rayfield, professore e studioso di letteratura russa e georgiana, nell’opera teatrale Il giardino dei ciliegi, lo stesso Čechov presenta due armi cariche che non sparano mai, probabilmente perché simboleggiano il tema della mancanza di azione, che risulta centrale nella storia.

Il principio della pistola di Čechov andrebbe quindi interpretato come un invito all’essenzialità, al non perdersi in elementi per il puro gusto di descriverli (un errore tipico di chi è alle prime armi con la scrittura) se poi le parole spese non avranno un ruolo, che sia esso funzionale alla trama, simbolico o letterario.

copertina delle opere teatrali di Čechov

La pistola di Čechov: l’arte dell’anticipazione

Andiamo invece ad analizzare la pistola di Čechov da un punto di vista particolare, perché da questo principio si può trarre un insegnamento ancor più specifico. In una storia, per introdurre un elemento a sorpresa (anche chiamato plot twist) e renderlo più credibile, l’ideale è far apparire un oggetto o un elemento che lo anticipa già molte scene prima, senza renderlo però troppo evidente.

Anche in questo caso, la pistola come oggetto risulta in un esempio molto chiaro. Se il colpo di scena previsto è che a un certo punto qualcuno spari, il plot twist perde efficacia se la pistola viene presentata subito prima, o se si scopre che la persona ne era in possesso solo poco prima che venga utilizzata. Meglio invece se la pistola viene presentata al lettore diverse scene in anticipo, in un contesto neutro, o in cui comunque questo oggetto non è il centro dell’attenzione.

Quando si parla di colpi di scena, infatti, venire meno al principio della pistola di Čechov può risultare un errore, come nel caso del cosiddetto deus ex machina, un elemento salvifico per il protagonista, giunto all’improvviso e troppo conveniente per essere credibile. Quale lettore, dopo aver temuto per le sorti del protagonista per pagine e pagine, sarebbe soddisfatto nel sapere che si salva solo grazie a una pistola che si trova tra le mani proprio al momento giusto?

D’altra parte, però, nell’applicare questo principio è importante fare attenzione a non dare particolare enfasi a elementi che possono creare false aspettative: eccessiva attenzione dedicata a un’arma da fuoco che poi non viene più citata nella storia, o la cui funzione non è così rilevante, rischia di far perdere credibilità al patto narrativo.

Questo a meno che l’intento dello scrittore sia proprio quello di depistare il lettore: a quel punto troviamo come possibilità l’utilizzo del principio contrario alla pistola di Čechov, e cioè il Red Herring, presente tipicamente nei romanzi gialli come un indizio su cui si concentra il detective ma che finisce per risultare irrilevante. La sua creazione non è per nulla scontata: la difficoltà nel creare un Red Herring infatti è quella di riuscire a tesserlo nella narrazione senza che risulti fastidioso per il lettore quando si scopre la sua irrilevanza.

Costruire nella narrazione una pistola di Čechov

Come abbiamo visto affinché un plot twist funzioni è necessario che un elemento chiave sia stato anticipato in precedenza. Ma come fare ad attirare la giusta attenzione verso un elemento da riprendere, senza però far sospettare la sua funzione al lettore? Il “trucco” sta nel giusto grado di particolari introdotti nella sua descrizione.

Allontaniamoci dalla classica pistola e prendiamo per esempio un vaso: nel descrivere la stanza in cui si trova si può solo dire che c’è un vaso appoggiato sul tavolo, ma difficilmente  così il lettore si ricorderà della sua esistenza al raggiungimento del plot twist. Se invece si descrivono le fattezze del vaso, e i fiori che contiene, magari attraverso gli occhi ammirati del personaggio che lo nota, questo oggetto verrà impresso nella memoria del lettore senza che risulti però sospetto, non rovinando così la sorpresa quando l’arma del delitto verrà ritrovata proprio all’interno del vaso.

Un altro modo per introdurre una pistola di Čechov è la casualità, come per esempio il detective che inciampa nel vaso posto a terra in un angolo, per poi ricordarsi della sua esistenza molte scene più tardi. L’importante è che alla sua introduzione l’elemento non sia il focus principale della scena: il detective poi non dovrà farsi male o raccontare ad altri di essere inciampato, ma dimenticarsi dell’accaduto poco dopo. Attenzione però al fatto che l’oggetto (o il personaggio, o l’informazione) sia coerente con l’ambiente in cui viene presentato, altrimenti la sua centralità salterà comunque all’occhio.

L’introduzione di un elemento con la funzione di pistola di Čechov richiede un’abilità narrativa da non sottovalutare. Essendo infatti una tecnica molto utilizzata, non solo nei romanzi ma anche in film e serie tv, lettori e spettatori sono molto allenati a rendersi conto della presentazione di un simile elemento. Ecco perché presentarlo senza far destare troppi sospetti anche nei lettori con maggior esperienza non è facile. In sostanza la pistola di Čechov viene ben utilizzata quando al colpo di scena fa suscitare nel lettore l’esclamazione “Ahh!”: si ricorda infatti di quell’elemento, ma non aveva immaginato il suo ruolo nella trama.

Come ricorda questo elenco, esistono molti stratagemmi per inserire in una narrazione la pistola di Čechov. Sono però tutti molto utilizzati, e per questo sarebbe meglio creare delle varianti sul tema. Riprendendo la nomenclatura scelta dal sito tv tropes, alcuni esempi celebri sono il “Boomerang di Čechov”, e cioè il caso in cui la pistola ha sparato già una volta, ma torna a essere riutilizzata inaspettatamente nella storia; la “Gag di Čechov”, cioè quando l’elemento viene inserito in un contesto comico, e quindi apparentemente innocuo, per poi condurre a conclusioni drammatiche, e poi ancora attraverso la “regola che inevitabilmente verrà infranta”: se qualche personaggio comunica a un altro una regola, si tratta in realtà dello scrittore che la comunica al lettore, perché qualcuno di sicuro la infrangerà.

Fonte: www.illibraio.it