Come e quando si usano i due punti? La guida

Proprio come per suonare uno strumento non basta avere orecchio e saper leggere il pentagramma, ma è necessario padroneggiare la tecnica e studiare la sintassi musicale, anche per parlare e scrivere al meglio una lingua è fondamentale conoscerne i meccanismi grammaticali, così da destreggiarsi con scioltezza fra una frase e l’altra. In questo senso, capire quali sono le funzioni di un segno di interpunzione come i due punti può accompagnare nella stesura di un testo più semplice e chiaro.

Una panoramica

La prima cosa da sapere sui due punti è che in italiano sono sempre seguiti da uno spazio bianco, se si sta digitando al computer, e che in ogni caso dopo di loro è previsto l’uso della minuscola, dal momento che a differenza del punto fermo, del punto interrogativo o del punto esclamativo non indicano la fine di un periodo, bensì una sua breve interruzione.

Per consuetudine, i due punti si utilizzano per separare le ore dai minuti nell’indicazione di un orario (es. 10:25, 18:40, 22:10) e in matematica diventano il simbolo dell’operazione aritmetica della divisione (es. 8:2 = 4), ma in che modo servirsene invece all’interno di un discorso come segno di punteggiatura, e con quali funzioni?

Scopriamolo in questa guida.

Grammatica italiana

Le funzioni dei due punti

In italiano, i due punti hanno essenzialmente quattro distinte funzioni:

  • funzione argomentativa;
  • funzione descrittiva;
  • funzione appositiva;
  • funzione segmentatrice.

La funzione argomentativa, come indica il nome stesso, è quella grazie a cui argomentiamo, dimostriamo, chiariamo il motivo per cui stiamo affermando qualcosa, facendo seguire una nostra dichiarazione da un’altra informazione esplicativa. Per legare la prima alla seconda possiamo usare i due punti, che quindi permettono al nostro discorso di svilupparsi secondo una consequenzialità logica, come nella frase: “Accese l’ereader: sul display apparve la copertina dell’ultimo libro che aveva letto”.

La funzione descrittiva, invece, è forse la più nota e utilizzata, perché individua nei due punti la possibilità di spiegare quali sono gli elementi che compongono un insieme o un elenco variegato. In questo caso, però, è bene ricordare che i due punti non possono separare un verbo dal suo complemento oggetto, motivo per cui è sbagliato dire “Amo molto leggere: i thriller, i romanzi storici e i classici”, mentre è possibile scrivere “Mi piacciono molti generi di libri: i thriller, i romanzi storici e i classici”.

grammatica per cani e porci massimo birattari

Nella funzione appositiva, poi, rientrano i casi in cui ci si serve dei due punti per introdurre una proposizione con valore di apposizione, cioè coordinata alla precedente e contenente alcuni dettagli in più su quanto si era già detto.

Se volessimo raccontare la trama di un romanzo, per esempio, introducendo via via più informazioni nel nostro enunciato, grazie ai due punti potremo legare le nostre prime considerazioni alla successive: “Questa è la storia di un’avventura lunga quindici anni: prende le mosse in Spagna e prosegue, un colpo di scena dopo l’altro, in tre continenti diversi”.

L’ultima funzione principale dei due punti è infine quella segmentatrice, che vede cioè questo segno di punteggiatura come uno strumento per dividere un periodo in due diverse componenti o segmenti. Vi si può fare ricorso, dunque, quando si vuole introdurre una citazione (“Nel primo capitolo de I promessi sposi, un bravo dice a don Abbondio: ‘Or bene, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai’, con tono particolarmente minaccioso”), oppure quando si vuole passare da un discorso indiretto a uno diretto (“Giacomo chiese: ‘Che giallo di Agatha Christie mi consigli?’ e aspettò curioso la risposta”).

Quanti due punti per ogni frase?

Di norma i due punti si inseriscono una sola volta per periodo, per ragioni di stile e anche di trasparenza – sarebbe infatti complicato, in certi casi, capirne la funzione e individuarne la porzione di frase di riferimento, se si dovessero susseguire uno dopo l’altro.

Ciò non toglie che, come fa notare il sito di Treccani, esistano opere letterarie in cui si trasgredisce consapevolmente a questa regola sui due punti, come accade in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda (“Una certa praticaccia del mondo, del nostro mondo doveva di certo avercela: una certa conoscenza degli uomini: e anche delle donne”) o in Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno “Nulla è cambiato da allora: ostentazioni: imperterrite ostentazioni”).

Un uso parsimonioso dei due punti è tendenzialmente preferibile, pertanto, anche se in base al contesto è possibile imbattersi in eccezioni più creative legate a questo sfaccettato segno di punteggiatura.

Fonte: www.illibraio.it

Come e quando si usa il punto e virgola? La guida

“Perché la maggior parte di noi fino a un certo punto del­la vita è come se leggesse senza guardare la punteggiatura? Quante volte si sente dire: ‘Il più delle volte il punto e virgola può essere sostituito dal punto, o addirittura dalla virgola’. Non sanno quello che dicono; non sanno quello che si per­dono“.

Lo scriveva nel 2018 Leonardo G. Luccone (autore, traduttore, agente letterario e fondatore dello studio editoriale Oblique) nel suo Questione di virgole. Punteggiare rapido e accorto, edito per Laterza e di cui su ilLibraio.it avevamo pubblicato un estratto.

Maneggiare bene questo segno di punteggiatura, infatti, può sembrare delicato e complesso, specialmente se non ne abbiamo approfondito le potenzialità e se non ci sono chiari i suoi contesti d’uso. E, tuttavia, padroneggiarlo è fondamentale sia che si vada ancora a scuola sia che ci si trovi già nel mondo del lavoro, per redigere con efficacia dei testi espositivi, argomentativi o regolativi e anche, se si scrive di mestiere, per capire come infrangere la regola e sperimentare giocosamente con la lingua italiana.

Per questo motivo proviamo a fare un punto e a capire come e quando si usa il punto e virgola in base a diversi criteri.

Il punto e virgola in sintesi

Partendo da una rapida visione d’insieme, secondo la grammatica il punto e virgola si utilizza per:

  • collegare gli elementi di un elenco complesso;
  • collegare proposizioni che contengono altri segni di interpunzione;
  • collegare idee concettualmente vicine;
  • evitare ambiguità;
  • ottenere effetti stilistici particolari.

Vediamo adesso nel dettaglio ciascuno di questi casi, per poi passare ad alcuni consigli finali.

Grammatica italiana

Collegare gli elementi di un elenco complesso

Cominciamo dall’ipotesi più intuitiva: abbiamo una lista di concetti da enumerare, ma separarli l’uno dall’altro con la virgola non è l’ideale, perché non si tratta di singole parole, bensì di sintagmi più articolati.

Pensiamo a una frase del tipo: “Quando la vidi, la riconobbi subito: portava una giacca bianca con i bottoni tutti chiusi, aveva gli occhi stanchi, ma vispi, la sua pettinatura era rimasta quella di sempre, la pelle era abbronzata come se fosse stata in vacanza fino al giorno prima, i pantaloni, forse troppo larghi, le coprivano le caviglie, e la prima cosa a cui pensai era che mi era mancata”.

Se sostituiamo la virgola tra i macroelementi con dei punti e virgola, otteniamo: “Quando la vidi, la riconobbi subito: portava una giacca bianca con i bottoni tutti chiusi; aveva gli occhi stanchi, ma vispi; la sua pettinatura era rimasta quella di sempre; la pelle era abbronzata come se fosse stata in vacanza fino al giorno prima; i pantaloni, forse troppo larghi, le coprivano le caviglie; e la prima cosa a cui pensai è che mi era mancata”.

Così l’effetto è molto diverso, più ordinato e scorrevole, e permette di seguire facilmente il filo del discorso, anche se ci troviamo davanti a un periodo lungo parecchie righe.

Collegare proposizioni che contengono altri segni di interpunzione

Questo caso assomiglia al precedente, con la differenza che stavolta parliamo espressamente di proposizioni da congiungere fra di loro attraverso il punto e virgola.

Vediamolo con un esempio, nel quale immaginiamo di scrivere un report aziendale con la seguente punteggiatura: “Nel corso del trimestre si è osservato un aumento delle vendite, oltre a una più elevata richiesta da parte dei fornitori, i proventi sono aumentati, grazie anche all’arrivo di nuove sovvenzioni richieste durante l’anno precedente, e il bilancio è nettamente positivo”.

Ancora una volta, sostituiamo le virgole fra le proposizioni con dei punti e virgola, così da evitare di usare lo stesso segno di interpunzione con funzioni differenti: “Nel corso del trimestre si è osservato un aumento delle vendite, oltre a una più elevata richiesta da parte dei fornitori; i proventi sono aumentati, grazie anche all’arrivo di nuove sovvenzioni richieste durante l’anno precedente; e il bilancio è nettamente positivo”.

Percepite anche voi quanto la frase in questione ne guadagni in leggibilità?

Collegare idee concettualmente vicine

Cosa fare se invece, in un periodo, non c’è un nesso causa-effetto esprimibile tramite i due punti, né viene in nostro soccorso un connettivo logico esplicito, ma vogliamo riunire due frasi che hanno un significato correlato? Lo avrete già capito: ricorriamo senza indugi al punto e virgola.

Per afferrare meglio questa regola di grammatica, analizziamo una frase estrapolata dall’art. 19 della Costituzione italiana: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.

Dal momento che si tratta di un insieme di caratteristiche interconnesse, scindere le proposizioni in più periodi non ce ne farebbe individuare i legami sottintesi. Per mantenerle tutte in maniera armonica dentro la stessa frase, la soluzione più pertinente consiste dunque nell’utilizzo dei punti e virgola, che ci spiegano il senso generale, ne separano i singoli elementi e al tempo stesso ci segnalano quanto fra loro siano vicini l’uno all’altro.

grammatica per cani e porci massimo birattari

Usare il punto e virgola per evitare ambiguità

Se il nostro scopo è trasmettere un messaggio inequivocabile, che non presti il fianco a dubbi o a fraintendimenti, il punto e virgola può essere un nostro prezioso alleato. Come? Aiutandoci a disambiguare i concetti che altrimenti, come già dicevamo, sembrerebbero giustapposti per via di una virgola, collegati male tramite i due punti o fin troppo scollegati se ci serviamo di un punto fermo.

Il 22 agosto 2003, per esempio, sul quotidiano La Repubblica (fonte: Università degli Studi della Campania) si leggeva questa comunicazione: “Lunedì primo settembre, in omaggio con il giornale, il primo volume dell’Enciclopedia; poi con cadenza settimanale ogni lunedì, a partire dall’8 settembre, sarà possibile acquistare i successivi diciannove volumi dell’opera”.

Cosa sarebbe successo se la redazione avesse preferito la virgola, scrivendo “Lunedì primo settembre, in omaggio con il giornale, il primo volume dell’Enciclopedia, poi con cadenza settimanale ogni lunedì, a partire dall’8 settembre, sarà possibile acquistare i successivi diciannove volumi dell’opera”? Al di là di uno strano andamento sintattico, si sarebbe persa di vista la gerarchia temporale e logica delle informazioni.

Ancora peggio con i due punti, che avrebbero lasciato intendere una consequenzialità inesistente: “Lunedì primo settembre, in omaggio con il giornale, il primo volume dell’Enciclopedia: poi con cadenza settimanale ogni lunedì, a partire dall’8 settembre, sarà possibile acquistare i successivi diciannove volumi dell’opera”.

E se si fosse optato per un punto, dando origine a “Lunedì primo settembre, in omaggio con il giornale, il primo volume dell’Enciclopedia. Poi con cadenza settimanale ogni lunedì, a partire dall’8 settembre, sarà possibile acquistare i successivi diciannove volumi dell’opera”? Le notizie sarebbero sembrate erroneamente a sé stanti.

Grazie al punto e virgola, invece, le due idee rimangono sì indipendenti, però allo stesso tempo associabili fra di loro non solo con facilità, ma anche e soprattutto senza equivoci di sorta.

Ottenere effetti stilistici particolari

Veniamo ora all’uso forse più creativo del punto e virgola, cioè a quello che ci permette di usare questo segno di interpunzione per conferire una specifica enfasi a una o più parole, oppure per suggerire delle pause particolari nel nostro enunciato.

Sul sito di Treccani viene citato al riguardo uno stralcio molto calzante, tratto da un articolo di Ilvo Diamanti apparso su La Repubblica: “Tuttavia dispiace, comunque, osservare che la vecchiaia venga trattata come una malattia incurabile; risolta attraverso l’esclusione e la morte. Ma dispiace di più vederla inghiottita dalle logiche dell’infinito presente; piegata al modello “giovanilista” e “consumista”, sublimato dalle logiche mediali”.

Ebbene: “risolta” avrebbe potuto legarsi facilmente a “una malattia incurabile” tramite una virgola, così come “piegata” alla porzione di frase precedente. Questo, però, avrebbe conferito al testo un ritmo diverso, più rapido, che non avrebbe consentito di rimarcare una certa posizione nella mente di chi legge.

Dopotutto, costringere a una pausa tramite la punteggiatura significa invitare i nostri destinatari a soffermarsi in un determinato punto del testo e a soppesare con particolare attenzione i termini scelti da chi scrive.

Consigli finali sul punto e virgola

Dopo quanto detto, speriamo che il punto e virgola non abbia più segreti per voi, anche se è importante tenere a mente un altro paio di nozioni per evitare ogni traccia di confusione.

Innanzitutto, il punto e virgola non va usato al posto della virgola: come abbiamo visto, la virgola serve a creare o a rafforzare i nessi logici, semantici e sintattici, e svolge funzioni diverse e non sovrapponibili a quelle del punto e virgola. Sarebbe scorretto, quindi, scrivere “La pizza mi piace da matti; ma la mangio solo due volte al mese” al posto di “La pizza mi piace da matti, ma la mangio solo due volte al mese”.

Di converso, bisognerebbe anche evitare di usare la virgola al posto del punto e virgola. Se dobbiamo collegare elementi di un elenco complesso, collegare proposizioni che contengono altri segni di interpunzione, collegare idee concettualmente vicine, creare enfasi, evitare ambiguità o sortire specifici effetti stilistici, come abbiamo visto, è pertanto corretto ricorrere al punto e virgola, ma non lo sarebbe limitarsi a una virgola.

Ultimo, ma non per importanza, un consiglio sempreverde: andare alla ricerca di testi che contengono il punto e virgola e leggerne quanti più possibile, così da osservare le scelte di chi con la scrittura ha già una grande familiarità. In questo modo si imparerà a stare alla larga da eccessi e sbavature, usando la punteggiatura con una sempre maggiore cognizione di causa.

Fonte: www.illibraio.it

Ecco come iscriversi al torneo letterario gratuito IoScrittore 2021

Per gli aspiranti scrittori sono di nuovo aperte le porte di IoScrittore, il torneo letterario online gratuito promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol in partnership con ilLibraio.it, IBS.it, Ubik e a cui si aggiunge da quest’anno Taobuk – Taormina international book festival.

Arrivato all’undicesima edizione, nel 2020 il torneo ha festeggiato il suo decimo compleanno con la partecipazione di oltre 5.600 iscritti.

Come si spiega nella presentazione, negli ultimi tre anni IoScrittore ha dimostrando una crescita importante fino a stabilire un record assoluto nel 2020 riconfermandosi quindi un punto di riferimento per chi desidera mettere alla prova il proprio talento.

IoScrittore è organizzato dalle case editrici di GeMS, di cui fanno parte case editrici come astoria, Bollati Boringhieri, Chiarelettere, Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Newton Compton, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, TEA, Tre60, Vallardi.

ioscrittore io scrittore

Un progetto che unisce lo scouting editoriale, mettendo in contatto da più di dieci anni aspiranti autori con professionisti dell’editoria sempre alla ricerca di storie da pubblicare e di voci nuove e originali, a una vera e propria palestra di scrittura.

La sua formula inedita infatti, coinvolge attivamente i partecipanti che, iscritti sotto pseudonimo, sono impegnati sia nella veste di scrittori sia in quella di lettori, valutando le opere degli altri partecipanti e ricevendo a loro volta utili giudizi per migliorare la qualità della propria storia.

Ne sono un fortunato esempio, tra gli altri, Ilaria Tuti che, scoperta da Longanesi durante l’edizione 2017, è stata l’esordiente più letta in Italia nel 2018 con Fiori sopra l’inferno e ancora nelle classifiche dei libri più venduti con il recente Luce della notte, e Gianluca Antoni, tra i vincitori dell’edizione 2017, in libreria da poche settimane per Salani con il romanzo Io non ti lascio solo salutato con entusiasmo dalla critica.

Spiega Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di GeMS (ed editore de ilLibraio.it, ndr): “Quello che viene premiato a IoScrittore è soprattutto l’originalità. GeMS si distingue da altri gruppi editoriali proprio per la grande e attenta ricerca dei talenti. Ricordo che recentemente abbiamo accompagnato al successo Stefania Auci con I leoni di Sicilia, Daniela Raimondi con La casa sull’argine, Toshikazu Kawaguchi con Finché il caffè è caldo, per fare qualche esempio. Così come fu il romanzo di Ilaria Tuti, scoperta proprio grazie a IoScrittore. Questo per dire a tutti i partecipanti che con noi siete in buone mani. Avrete molto tempo per scrivere e leggere, che sono attività certamente terapeutiche in un momento come questo. Il successo della lettura in molti Paesi Occidentali negli ultimi tempi lo sta dimostrando”.

Il calendario di IoScrittore 2021

In questa prima fase che termina l’8 aprile i partecipanti sono chiamati a caricare sulla piattaforma online l’incipit della propria opera. Sabato 19 giugno sarà Taobuk a ospitare in streaming, e se possibile in presenza, l’evento in cui saranno annunciati i finalisti che potranno accedere alla seconda fase del torneo caricando l’intero testo e che quest’anno, per rispondere alla grande richiesta di partecipazione al torneo, passeranno da 300 a 400. L’evento di proclamazione dei dieci romanzi vincitori si svolgerà a novembre in occasione di Bookcity Milano.

IoScrittore premia ogni anno 10 opere con la pubblicazione in ebook e cartaceo on demand, e saranno distribuite in tutti i principali negozi online italiani e internazionali. Inoltre, a insindacabile giudizio delle direzioni editoriali, uno o più romanzi che hanno partecipato al torneo verrà pubblicato in cartaceo da una delle case editrici del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Sono inoltre previsti premi per i migliori lettori, a sottolineare l’importanza della fase di valutazione nel processo di selezione e pubblicazione editoriale.

 

Fonte: www.illibraio.it