Metonimia: il significato e gli esempi in poesia e nel linguaggio quotidiano

Il significato della metonimia

La metonimia è una figura retorica di significato (chiamata anche tropo). L’etimologia della parola “metonimia” proviene dal greco μετωνυμία, il cui significato è “scambio di nome”.

Il funzionamento di questa figura retorica si basa sul trasferimento del significato di una parola a un’altra. Le parole tra cui avviene lo scambio devono appartenere allo stesso campo semantico ed essere legate da un rapporto logico qualitativo, cioè di tipo spaziale, temporale, causale o materiale.

Ecco le relazioni logiche su cui si possono basare le sostituzioni, e i rispettivi esempi di metonimia nel linguaggio quotidiano:

  • contenente/contenuto
    “bere un bicchier d’acqua”, a essere bevuta dovrebbe essere l’acqua e non il bicchiere, similmente a perifrasi del tipo “finire una confezione di biscotti”;
  • causa/effetto
    “sentire il campanello”, si dice cioè di sentire la causa del suono, e non il suono stesso; oppure “vivere del proprio sudore”, in cui il sudore è l’effetto del lavoro di cui in realtà si vive; e ancora “avere le guance rigate di pianto”, in cui si scambia l’effetto (le lacrime) con la causa (“il pianto”). Questo tipo di metonimia è chiamato anche metalessi;
  • simbolo/concetto
    “lottare per la bandiera”, espressione in cui la bandiera sostituisce la nazione da essa rappresentata, e “rispettare la Corona”, ovvero rispettare i regnanti rappresentabili tramite la corona che indossano;
  • autore/opera
    “ascoltare Beethoven” o “leggere Manzoni”, due esempi in cui il nome dell’autore si sostituisce a quello delle loro opere;
  • origine/prodotto
    “un bicchiere di chianti”, “una fetta di asiago”: in questo caso il luogo di produzione viene sostituito al nome di ciò che viene lì prodotto;
  • astratto/concreto
    “bisogna avere fegato”, in cui l’organo concreto simboleggia il concetto del coraggio; “beata gioventù”, in cui un’idea astratta sta per i singoli individui giovani;
  • materia/oggetto
    “gli ori”, espressione che viene usata per indicare un insieme di gioielli, allo stesso modo in cui “i bronzi di Riace” si rifà al materiale di cui sono composte queste celebri sculture;
  • persona/strumento
    “il primo violino dell’orchestra”, “un concerto di ottoni”: qui il nome dello strumento indica l’individuo che li suona, oppure “essere una buon forchetta”, in cui l’oggetto indica chi lo usa;
  • luogo/abitanti
    “l’Italia celebra la vittoria” è un modo per dire che a farlo sono i suoi abitanti, così come il termine “il Quirinale” viene utilizzato per indicare il Presidente della Repubblica;
  • oggetto posseduto/possessore
    “i colletti bianchi”, espressione atta a indicare una categoria di lavoratori che indossa camicie con i colletti bianchi, oppure “le toghe”, con cui si indicano i membri dell’ordine giudiziario.

Esempi di metonimia in poesia

Ecco alcuni celebri esempi di metonimia utilizzata da poeti italiani del passato:

“…
Mentre Rinaldo così parla: fende

Con tanta fretta il suttil legno l’onde

Che con maggiore a logoro non scende

Falcon ch’ai grido del padron risponde:

Del destro corno il destro ramo prede

Quindi il nocchiero, e mura, e tetti asconde

San Giorgio a dietro, a dietro s’ allontana

La Torre e de la Fossa e di Gaibana.

(L. Ariosto, Canto XLIII, Ottava 63, Orlando furioso)

 

“…

ma misi me per l’alto mare aperto

sol con un legno e con quella compagna

picciola da la qual non fui diserto.

…”

(D. Alighieri, Canto XXVI, Inferno)

 

“Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo

di gente in gente, mi vedrai seduto

su la tua pietra, o fratel mio, gemendo

il fior de’ tuoi gentili anni caduto
…” 

(U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, in Poesie)

Sia in Dante sia in Ariosto osserviamo l’utilizzo della metonimia materia/oggetto, in cui “legno” sta a significare barca. In Foscolo, invece, “pietra” sostituisce la tomba del fratello.

 

“…
Tutta vestita a festa

la gioventù del loco

lascia le case, e per le vie si spande;
…”

(G. Leopardi, Il passero solitario, in Canti)

In questi versi di Leopardi troviamo una metonimia astratto/concreto: con la parola “gioventù” si indicano i giovani del paese. 

 

“…Io gli studi leggiadri

Talor lasciando e le sudate carte,

Ove il tempo mio primo

E di me si spendea la miglior parte,

D’in su i veroni del paterno ostello

Porgea gli orecchi al suon della tua voce,

Ed alla man veloce

Che percorrea la faticosa tela.
…”
(G. Leopardi, A Silvia, in Grandi idilli)

In A Silvia c’è invece una doppia metonimia. “Carte” sta per i libri o per le pagine dei libri composti di carta (metonimia materia/oggetto), ma anche l’aggettivo “sudate” scambia la causa (la fatica dello studio) con l’effetto (il sudore). 

 

“…
ma per le vie del borgo

dal ribollir de’ tini  

va l’aspro odor de i vini

l’anime a rallegrar
…”

(G. Carducci, San Martino, in Rime Nuove)

Infine, tra i versi di Carducci, ecco una metonimia che sottostà alla logica contenente/contenuto: qui il poeta con la parola “tini” indica il mosto in essi conservato. 

 

Differenza tra metonimia e sineddoche

La differenza tra la metonimia e la sineddoche è molto sottile: la sineddoche, infatti, funziona con lo stesso identico meccanismo. A essere diversi sono i rapporti che intercorrono tra i termini il cui significato viene scambiato, poiché parliamo di sineddoche solo quando la relazione tra i termini è di tipo quantitativo, e cioè quando le parole sono legate da una logica del tipo:

  • parte/tutto

  • singolare/plurale

  • genere/specie

Differenza tra metonimia e metafora

Quando viene chiesto di riconoscere le figure retoriche, è facile anche confondere la metonimia con la metafora. Come fare quindi per distinguerle? In generale, quando ci si trova di fronte a una metonimia va tenuto a mente che il trasferimento di significato avviene all’interno dello stesso campo semantico (bicchiere-acqua), cosa non necessariamente vera per la metafora. Inoltre, per chiarirsi le idee è utile cercare di capire se i due termini in causa sono legati dai rapporti logici elencati in precedenza: in tal caso si tratterà di una metonimia o di una sineddoche, e non di una metafora. Se vuoi saperne di più, ecco l’approfondimento dedicato proprio alla metafora

Fonte: www.illibraio.it

A IoScrittore un romanzo dedicato al poeta Dino Campana

Giorgio Montanari, professore di lettere e dirigente scolastico, è nato a Soave, in provincia di Verona e vive e lavora a Desenzano del Garda (Brescia). È scrittore e pittore. Di sé dice: “Non posso scrivere senza dipingere, non posso dipingere senza scrivere”. Montanari ha esordito nella narrativa nel 2017 con Nero, un romanzo storico. Nello stesso anno, col romanzo La notte del Quarto Stato, ha vinto il premio letterario nazionale Bukowski.

di fango e di rose

Con IoScrittore, il torneo letterario gratuito promosso dal Gruppo GeMS, ha già pubblicato Le stanze segrete del cuore (2020). E sempre nell’ambito di IoScrittore ora pubblica l’ebook Di fango e di rose, romanzo dedicato al poeta Dino Campana, un’anima tormentata, un vagabondo esposto ai morsi della fame e del freddo. Ma, prima di tutto, o forse soltanto, un uomo innamorato. Un poeta, appunto.

Nel libro di Montanari il poeta cammina. Attraversa i boschi, ascolta il rumore del suo passo, dorme dove capita e non importa come. Non si sente a casa da nessuna parte. I suoi vestiti sono logori e patisce i morsi del freddo, ma in tasca ha un manoscritto. È la sua ragione di vita, atto d’amore verso la poesia. Per questo ha lasciato la sua casa natale e un padre e una madre che non lo capiscono, forse lo odiano, di certo lo osteggiano. Per questo deve andare a Firenze, e mostrare il frutto della sua passione al mondo dei letterati. Il poeta inquieto è, come detto, Dino Campana, e il suo manoscritto è Il più lungo giorno, che andrà perduto e che il poeta riscriverà a memoria…

Il romanzo di Montanari protagonista a IoScrittore racconta invece la storia di Dino, un uomo innamorato, pervaso da una forza che nemmeno lui conosce fino in fondo, ma che lo spinge ad andare sempre oltre. Fino a scontrarsi con il mondo falso degli intellettuali, uscendone con le ossa e l’anima rotte ma trovando l’amore di Sibilla Aleramo, l’unica che l’ha riconosciuto per quello che era. Perché Dino Campana non era pazzo ma poeta, e solo il tempo gli renderà giustizia. Questa storia racconta la sua lunga corsa dietro a qualcosa che lui stesso chiamerà con l’unico nome possibile: la Chimera.

 

 

 

 

 

Fonte: www.illibraio.it

Dino Campana: una storia di carne, sangue e poesia

Giorgio Montanari è l’autore di “Di fango e di rose“, romanzo edito da IoScrittore.

Il libro in una frase

La storia di un uomo alla ricerca della felicità. La trova nella poesia e nell’amore disperato per una donna. 

Amici di scaffale 

Primi fra tutti i romanzi storici: Sebastiano Vassalli, Manzoni. Ma anche John Fante, Gabriel García Márquez, Shmuel Yosef Agnon, Marco Balzano, Donatella Di Pietrantonio.

Segni particolari

Coraggio. Ci vuole coraggio o forse bisogna essere folli a lasciate tutto per amore della poesia. Ma senza la poesia non ci sarebbe stato nemmeno l’amore, l’amore per una donna, una cometa, inaspettato, travolgente. 

Dove e quando

A Marradi e a Firenze nei caffè allora alla moda, negli anni a cavallo tra Ottocento Novecento. La prima guerra mondiale sullo sfondo.

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#manoscrittoperduto #poesia #amore #follia #marradi # #biografiaromanzata #folliadamore

Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore

Si scrive per essere letti. Arrivare al grande pubblico non è facile. Io Scrittore è un’eccellente occasione per essere pubblicati. Il concorso è strutturato in modo democratico, nessuno ti chiede soldi per la pubblicazione, te la devi guadagnare e solo se sai veramente scrivere, grazie al giudizio degli altri concorrenti, arrivi tra i primi dieci che ottengono la pubblicazione con un grande gruppo editoriale. 

“Amo gli scrittori che celebrano la vita”: lo scrittore Manuel Vilas si racconta

Manuel Vilas è uno dei maggiori autori spagnoli viventi: poeta amatissimo, ha all’attivo numerosi saggi e romanzi, tra cui l’acclamato In tutto c’è stata bellezza (Guanda, 2018, traduzione di Bruno Arpaia). Con una prosa vivida e luminosa, Vilas si addentra con meraviglia nell’esperienza umana, proponendo al lettore immagini dal sapore quasi spirituale, ma mai avulse dalla realtà. Una realtà che, nei suoi contorni più grotteschi, nelle sue idiosincrasie capitaliste e politiche, viene riportata all’essenza delle cose, all’ironia intrinseca a tutte le tragedie del mondo.

I baci, l’ultimo romanzo di Manuel Vilas, sempre pubblicato da Guanda e tradotto da Arpaia, è un vero e proprio inno alla vita, in cui la pandemia Covid-19 viene guardata senza paura e indagata per quello che è stata: un intermezzo alla vita “di prima”, quella fatta di carezze e di baci, appunto. 

Vilas, guarda con occhio critico a certe scelte governative e riflette sulla bellezza e sulla libertà che, per qualche mese, sono sembrate perdute, messe tra parentesi dall’emergenza, e che, oggi più che mai, è necessario salvare dalla brutalità del mondo. I baci, infatti, racconta una vicenda sentimentale, un’amore che sboccia nel momento più impensato, quello del lockdown della primavera 2020, tra uno scrittore quasi sessantenne, Salvador, che ha scelto di trasferirsi momentaneamente fuori città in una baita nel bosco, e la bellissima Montserrat, di una quindicina d’anni più giovane, che gestisce l’alimentari che rifornisce il piccolo paese. Quello di Vilas è un canto di speranza, rivolto a una vita che continua, nonostante tutto, nutrita dalla letteratura, anche nei tempi sospesi della storia.

I riferimenti letterari dei Baci sono svariati, a partire dal Don Chisciotte di Cervantes, opera che impregna i pensieri di Salvador, lo aiuta a riflettere sulla pandemia, sull’ironia che pervade l’esperienza umana, sulla tensione alla sopravvivenza che porta la vita ad avere sempre la meglio e a rigenerarsi ancora.

E di queste tematiche Manuel Vilas ha discusso con ioScrittore.it, in un’intervista in cui l’autore racconta i libri degli altri e, così facendo, aggiunge un ulteriore tassello alla definizione della propria poetica.

Che libro sta leggendo in questo momento?

“Una recente traduzione di Ieri, di Agota Kristof”.

C’è un autore che ha influenzato particolarmente la sua poetica?

“Walt Whitman. Le opere di Whitman sono un inno alla vita. La sua vitalità è prodigiosa, le sue parole sono una grande utopia: poesia, amore, fraternità, tutti questi aspetti rientrano in una complessa celebrazione dell’esistenza. Apprezzo molto quegli scrittori in cui si percepisce un credo nella forza della vita. Anche Kafka, per esempio, era un vitalista, e non quel personaggio tormentato, angoscioso, la cui immagine è stata diffusa a partire dagli anni Quaranta del Novecento. Leggendo le memorie di Max Brod [caro amico di Kafka a cui dobbiamo la diffusione della sua opera N.d.R.] scopriamo che Kafka era solito riunire gli amici e leggere con loro brani di quello che stava scrivendo; una volta, racconta Brod, mentre leggeva estratti del Processo, Kafka non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Il fatto, però, che si sia cominciato a leggerlo in chiave tragica, ha determinato l’interpretazione successiva delle sue opere. Invece la meraviglia di certe produzioni letterarie, artistiche, ma anche cinematografiche – penso per esempio a Luis Buñuel – è la possibilità di dare diverse chiavi di lettura”. 

E, restando su questo tema, se dovesse pensare a un testo umoristico per lei importante, quale sarebbe?

“Il Don Chisciotte di Cervantes: l’ho riletto quattro volte. Cervantes ha avuto una vita orribile, ha passato cinque anni in carcere, è stato tormentato dalla povertà, dalla fame, dai problemi famigliari: aveva tutte le ragioni per scrivere un romanzo carico di risentimento. Invece ha scritto un libro indulgente, tollerante, luminoso. Cervantes si è reso conto che la vita è una commedia, non una tragedia, e ci vuole grande profondità di pensiero per capirlo.
E se c’è un italiano assolutamente cervantino nel riconoscere la commedia di cui è intrisa la vita, è sicuramente Federico Fellini”. 

E, invece, un testo commovente?

“I drammi di Shakespeare, ma ultimamente ho anche riletto la Sonata a Kreutzer di Tolstoj”. 

Quali sono i suoi primi ricordi riferiti alla lettura e ai libri?

“Quando avevo circa dodici anni ascoltavo molto rock, per esempio Lou Reed, ma mi accorsi che non avevo nessun talento musicale per assomigliare agli artisti che amavo. Allora cominciai a leggere poesia e scoprii Rimbaud e, soprattutto, la sua vita. Apprendere che era stato uno scrittore tra i sedici e i vent’anni mi è sembrato qualcosa di straordinario. E poi la poesia, quando sei adolescente, è utilissima per fare colpo sulle ragazze [ride N.d.R.]”.

C’è un libro che le capita di regalare più spesso?

“Non saprei, l’ultimo libro che ho regalato è stato il nuovo romanzo di un autore spagnolo, Luis Landero. Ma per me, in generale, è molto complicato nominare un unico testo: a cinquantanove anni ho letto molti libri e quello che mi interessa è ciò che emerge dalla totalità delle mie letture, non da una soltanto. Sceglierne uno solo è riduttivo, come se, parlando dell’anno appena trascorso, si dovesse scegliere solo un giorno sui 365 disponibili: in realtà, ciò che conta e che ne determina il valore, non è un giorno, ma tutti gli eventi che sono stati vissuti in quell’anno”.

Chi sono tutti i vincitori di IoScrittore 2021

E così anche questa edizione di IoScrittore è arrivata al termine: i titoli dei 10 romanzi vincitori sono stati resi noti durante la diretta di venerdì 19 novembre sulla pagina Facebook del torneo. 

L’evento – che anche quest’anno, come il precedente, si è svolto completamente in digitale – ha visto protagonisti per la prima volta proprio alcuni tra i vincitori, selezionati a sorte, che hanno condiviso la propria esperienza personale all’interno del Torneo. 

Accanto a loro, nomi di spicco del panorama editoriale italiano: Eugenio Trombetta Panigadi, AD di IBS.it, Tiberio Sarti, AD di Ubik e Antonella Ferrara, Presidente e Direttore Artistico del Festival Taobuk. Nonché il presidente e AD di GeMS, ideatore del torneo IoScrittore, Stefano Mauri, che ha notato come negli ultimi anni l’offerta dei manoscritti di esordienti sia stata particolarmente di qualità: “In questi anni il mercato del libro è molto cresciuto nell’Europa occidentale. Complice anche il lockdown e la diminuita socialità, i lettori hanno avuto più tempo per leggere ma anche gli scrittori hanno avuto più tempo per scrivere e riscrivere quello che avevano nel cassetto. Noi come gruppo editoriale pubblichiamo tanti esordi, che rivestono grande importanza e a cui dedichiamo massima attenzione perché il 95% delle copie che vendiamo viene da autori che hanno esordito con le nostre case editrici e così, dal rispetto per autori e lettori, si è costruito il secondo gruppo editoriale italiano”.

In merito alla premiazione ha poi aggiunto: “Siamo qui per festeggiare i vincitori, ma sono oltre 4000 le persone coinvolte nel torneo. Spesso anche chi non vince ci ringrazia per il ruolo di palestra che ha IoScrittore. È un’opportunità preziosa per ricevere tanti pareri, tanti giudizi, che di solito è difficile ottenere quando si invia un manoscritto a una casa editrice. Tra concorrenti c’è molta sincerità, c’è la possibilità di un confronto”. 

Durante l’incontro – moderato da Antonio Prudenzano, responsabile editoriale del sito ilLibraio.it – è nato un coinvolgente dialogo su temi centrali per chi desidera esordire oggi nel mondo dell’editoria, grazie anche alla presenza dell’autore e insegnante Enrico Galiano, autore, tra gli altri, di romanzi di successo come Felici contro il mondo ed Eppure cadiamo felici, e della direttrice della narrativa Garzanti Elisabetta Migliavada. 

 
Ed ecco di seguito i titoli dei romanzi vincitori

A che distanza è il cielo

Il grande scherzo

L’erebo della cicala

L’eredità della primogenita

L’estate sospesa

La contea. Storia d’arme e d’amore in terra d’Otranto

La goccia che cambiò la Storia

La rosa e il drago

Tito degli alberi

Triplo delitto

Il miglior lettore è risultato Virgilio Mantegna, vincitore di un buono Ubik del valore di 100€ e di un buono IBS.it, anch’esso del valore di 100.


Gli altri lettori vincitori, che vincono un buono Ubik del valore di 50€ e un buono IBS.it, sempre del valore di 50€, sono: 44 gatti; Aida Tall; Annie Hall; Elanor Tymon; Genserik; Gort; Komorebi; Libera Mente Sally Viola; Virgilio Mantegna.

A tutti i vincitori, sia scrittori che lettori, va inoltre una selezione di libri delle case editrici del Gruppo Mauri Spagnol.

Si aggiunge inoltre, come novità, il premio Taobuk, nuovo partner del torneo, assegnato al romanzo L’eredità della primogenita, per la capacità di raccontare quattro generazioni di donne sullo sfondo della storia italiana, mescolando abilmente realtà e finzione. Un romanzo che è un’ode alla capacità di resilienza delle donne, alla loro forza, rappresentata simbolicamente da un cameo che passa di madre in figlia, un’emozionante saga al femminile.

A tutti i vincitori vanno le nostre congratulazioni! 

Agli altri partecipanti l’invito a leggere i giudizi ricevuti, che saranno disponibili sulla pagina personale al termine dell’incontro.

Ricordiamo inoltre che entro il 17 dicembre verrà annunciato il titolo del romanzo che verrà pubblicato da una delle case editrici del gruppo e che presto saranno aperte le iscrizioni alla nuova edizione del Torneo, completamente gratuito. 

La ferita della guerra, una promessa difficile da mantenere, una storia intensa di amicizia e speranza

Michele Scaranello è l’autore di “Ancora un’alba per sperare“, romanzo edito da IoScrittore.

Il libro in una frase 

Ci sono persone disperse e altre che si disperdono, perché nessun uomo può pensare di attraversare la vita immune dal passato o dal dolore di una perdita.

Amici di scaffale

Sicuramente il mio romanzo può far da spalla a Mario Rigoni Stern, Il sergente della neve e Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio

Segni particolari

Quante volte ci smarriamo davanti a una promessa? Quante volte ne apprezziamo il sacrificio, lo scrigno di valori che essa racchiude? In quest’epoca frenetica dove tutto si consuma velocemente, penso che nessun’altra parola esprima e coaguli meglio coraggio, amore, fiducia e speranza insieme. 

Dove e quando

Sullo sfondo di una gelida Russia negli anni più grigi del regime sovietico del dopoguerra e quelli più floridi dei giorni d’oggi, irrompe uno squarcio di Puglia, culla di sole, tradizioni e segreti. Qua e là, nei ricordi del protagonista, le pennellate di una Matera rurale e poetica.

Tag: Dispersi, fronte russo, piastrini, radici, persecuzioni ebree, masseria,prigionia, gulag, Matera

Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore

Avevo partecipato all’edizione 2018 senza avere ancora contezza della consistenza del romanzo. Selezionato fra i 300 finalisti e, appurato che il romanzo era di gran lunga superiore alle dimensioni ammesse, ho deciso di gettare la spugna. Quando l’anno dopo ho verificato che i requisiti erano più ampi, ho tergiversato un po’: occorreva rimettersi al lavoro e ridimensionarlo appena. L’ho fatto, unicamente per poter avere l’occasione di rimetterlo al giudizio dei lettori. Per le tante delusioni accumulate nel tempo, l’idea di salire sul banco dei vincitori era ben lontana. Il giorno della proclamazione ero a Milano per motivi familiari, e non ho potuto parteciparvi. Quando la sera ho scoperto di essere fra i vincitori, non ci credevo, ma ho sentito ripagati i sacrifici fatti in tutti questi anni. E mi rende orgoglioso che il successo sia stato condiviso e decretato innanzitutto dai lettori. 

Michele Scaranello, dal torneo IoScrittore alla pubblicazione con l’ebook “Ancora un’alba per sperare”

Non c’è coltre di neve che possa seppellire per sempre una promessa; non c’è gelo che possa estinguere il calore di una vera amicizia. Non c’è guerra, per terribile e ingiusta che sia, che possa strappare due cuori che si sono uniti nel sacrificio, come racconta Michele Scaranello nella storia con la quale ha preso parte a IoScrittore, il torneo letterario gratuito promosso dal gruppo GeMS, di cui ha vinto l’edizione 2019.

Copertina del libro Ancora un'alba per sperare

Il suo romanzo, intitolato Ancora un’alba per sperare, viene ora proposto in ebook. La vicenda si apre in una piccola cittadina russa in cui un grande chirurgo, Jakov Sernov, stimato da tutti per la sua capacità e la sua abnegazione, tiene celato nell’animo un segreto che risale alla terribile stagione della seconda guerra mondiale, quando l’immensa steppa è stata teatro di una delle più grandi tragedie della Storia.

Più che un segreto, anzi, si tratta di una ferita che non si è mai rimarginata, un’ombra che non è riuscita a trovare la pace che meritava. Ed è un’ombra pesante, capace di proiettare oscurità ancora a distanza di anni, condizionando le vite di tutte le persone che da essa sono sfiorate. Un’ombra che intesse e intreccia le vicende di persone a migliaia di chilometri di distanza, la cui memoria e le cui radici restano marchiate dal fuoco di quella terribile esperienza. E solo l’amicizia, l’affetto, il sacrificio potranno dissiparla per sempre.

Un romanzo che riflette le mille sfaccettature della grande Storia e i mille eroismi di ogni piccola scelta privata, sullo sfondo di una terra, la Russia, che viene definita “madre” da chi l’abita perché capace di custodire e di restituire intatti i segreti di una vita e i segni di una speranza.

Michele Scaranello

Michele Scaranello è nato nel 1965 e vive a Bari, dove lavora come bancario. Negli ultimi anni ha ripreso a elaborare romanzi, racconti e sceneggiature concepiti in età giovanile e vincitori di diversi premi. Inseguendo un sogno durato quarant’anni, con questo romanzo ha vinto l’edizione 2019 del torneo letterario IoScrittore.

Fonte: www.illibraio.it

Finale di IoScrittore 2021: tanti ospiti, tra cui i vincitori

Si avvicina la proclamazione dei dieci romanzi vincitori di IoScrittore, il torneo letterario gratuito promosso dal gruppo editoriale Mauri Spagnol, giunto quest’anno alla sua 11esima edizione. L’atteso evento, nel quale verranno assegnati anche i premi speciali di Ibs.it e Librerie Ubik ai migliori lettori, è previsto per il 19 novembre alle 17, in occasione di Bookcity Milano.

Anche questa volta, come nel 2020, l’incontro sarà completamente digitale, soluzione che permetterà a chiunque di seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook del torneo. Protagonisti saranno Stefano Mauri (Presidente e Ad di GeMS), Tiberio Sarti (Ad di Librerie Ubik), Eugenio Trombetta Panigadi (Ad di Ibs.it), Antonella Ferrara (Presidente e Direttore Artistico del festival Taobuk), Antonio Prudenzano (giornalista e responsabile de ilLibraio.it, che modererà la discussione) ed Elisabetta Migliavada, direttrice editoriale di Garzanti libri. Ospite d’onore, lo scrittore e insegnante Enrico Galiano, autore di bestseller come Eppure cadiamo felici, Felici contro il mondo e L’arte di sbagliare alla grande (Garzanti).

Ma non è tutto. Quest’anno è stata introdotta un’importante novità, perfettamente in linea con lo spirito democratico del torneo che, da regolamento, prevede che siano gli stessi partecipanti a leggersi e valutarsi a vicenda, durante la diretta saranno estratti a sorte alcuni dei finalisti, che potranno condividere pubblicamente la propria esperienza.

Sarà un’occasione di confronto e dialogo, in cui si parlerà di lettura, scrittura e editoria con esperti del settore, che dispenseranno consigli a tutti coloro che hanno un manoscritto nel cassetto e sognano di pubblicarlo con grandi case editrici. 

Sono infatti molti i nomi di scrittori e scrittrici scoperti proprio grazie al torneo. Tra questi, Silvia Celani, autrice dei romanzi Ogni piccola cosa interrotta e Quello che si salva (Garzanti), e Ilaria Tuti che con i suoi romanzi sul commissario Teresa Battaglia (editi da Longanesi) conquista ogni volta i primi posti delle classifiche. 

Insomma, IoScrittore è una fucina di idee, una community per amanti della scrittura e della lettura ma anche un trampolino di lancio per chi cerca l’occasione giusta per far brillare il proprio talento. Nell’attesa che si aprano le iscrizioni per la nuova edizione, l’appuntamento è il 19 novembre sulla pagina Facebook del Torneo.