Come nasce l’idea di un romanzo

La domanda che uno scrittore si sente rivolgere più spesso è: “Ma come ti è venuta l’idea di quella storia?”.
In realtà non c’è mai un unico momento magico perché l’idea può scaturire dalla chiacchierata con un amico, dalla visione di un film, da un viaggio in macchina, dall’ascolto di una canzone e quasi mai questo processo è del tutto casuale. Infatti bisogna essere bravi a cercarle le idee per le storie e per questo bisogna leggere tantissimo. I grandi scrittori sono anche grandi lettori.

Ascolta il consiglio completo di Donato Carrisi su Come nasce l’idea di un romanzo.

 

I dieci peggiori lettori della mia vita (e come farne buon uso)

Nella carriera di uno scrittore (e nella biografia di chi lavora nell’editoria), le schede di lettura, le recensioni, le critiche (offline e online) sono il pane quotidiano. A volte fanno bene, a volte fanno male, a volte fanno molto (ma molto) male. Chi scrive un libro si espone indifeso allo sguardo degli altri (e di riflesso capita lo stesso a chi glielo pubblica…). E qualcuno se ne approfitta, o magari non si rende conto che il suo giudizio può diventare un’arma, che può ferire. (Sempre ricordando che una critica negativa – ma intelligente e motivata – può essere utilissima, se accolta con intelligenza e umiltà.)

Quello che segue è un elenco dei “Dieci peggiori lettori (e critici) della mia vita”. Spero possa essere utile a chi giudica i romanzi altrui, per evitare alcuni errori di prospettiva. Spero possa anche dare conforto a chi viene giudicato, perché la letteratura è una cosa seria (quasi quanto la vita), ma il torneo è anche un gioco (come la letteratura, come la vita).
I dieci peggiori lettori della mia vita: 

 

  1. Lo stilista. Non ti interessano la trama, l’ambientazione, i personaggi. Tu correggi i refusi. Sottolinei gli errori di grammatica. Strilli davanti agli svarioni sintattici. Qualche errore te lo inventi, perché hai della grammatica la stessa visione della signorina Rottermeier: una implacabile gabbia alla quale puoi aggiungere, a tuo insindacabile giudizio, nuove sbarre e inferriate. Poi concludi che il mio è un problema di stile. Evidentemente sogni di fare l’estetista. Prendere un testo altrui per fargli permanente, tinta, manicure, pedicure, massaggio anticellulite, fango rassodante… Ma quello che c’è sotto, ti piace o no? Il mio romanzo ha un corpo? E magari pure un’anima? Se quei brufoli, che tanto ti irritano, fossero solo il frutto di eccessi ormonali, di intemperanze da adolescente? (Naturalmente quando rimanderò il romanzo alla prossima edizione di IoScrittore, qualche brufolo lo tolgo, ma i nei non li cancello di sicuro: sono, come dicono in francese, i grains-de-beauté del mio libro, i “grani di bellezza” che lo rendono unico.) Per quanto riguarda lo stile, non oso pensare come vai vestito, pidocchioso.
  2. L’irritabile. Forse il mio romanzo l’hai letto tutto, o forse hai letto solo quella pagina lì. Una sola. E ci hai trovato qualcosa che non ti è piaciuto, che ti ha profondamente irritato. Evidentemente quel personaggio, quella scena, quella frase, ti hanno ricordato un episodio particolarmente spiacevole della tua miserabile vita. Probabilmente non sai nemmeno perché ti sei irritato così tanto, ma il tuo inconscio di sicuro lo sa benissimo. Così ti sei concentrato su quella pagina, e basandoti su quella – e solo su quella – hai demolito di slancio anche le altre 250 (che secondo me non ha nemmeno letto…). Un po’ come quelli che, dopo che gli hai presentato una ragazza troppo bella per lui, ti spiega: “Ma l’hai vista? Ha le ginocchia grosse…” Va bene, quelle venti righe le tolgo, le aggiusto, le sistemo. Ma il resto del romanzo ti è piaciuto o no? Post scriptum. Tranquillo. A quella ragazza troppo bella, viso angelico, seno perfetto, lato B da antologia, pure intelligente e spiritosa, tu non le piaci… E non ha le ginocchia grosse!
  3. Lo snob. Il mio libro non ti interessa. Proprio per niente. Come probabilmente non ti interessa nessuno dei libri che leggi. Per te, la lettura è solo un pretesto per citare tutti i libri che hai letto. Anzi, tutti i libri che probabilmente non hai letto, ma te li sei fatti raccontare dalla mamma, dal fidanzato, dalla maestra… E infatti spari titoli a raffica, ma a sproposito, a casaccio (alcuni di quelli che secondo te mi hanno ispirato, confesso, mica lo ho letti…). Per quanto riguarda il romanzo con cui tu, caro lettore, partecipi a IoScrittore, già me lo immagino: profondo come 50 sfumature di grigio, divertente come La noia, sexy come I promessi sposi. Qualcosa ho letto anch’io, sai?
  4. Il frettoloso. È vero, hai mille cose più importanti da fare. Probabilmente la tua velocità media di lettura è di 100 pagine ogni mezz’ora: una lettura diagonale e balzellante che salta la parte alta e quella bassa della pagina, l’inizio e la fine di ogni riga (e secondo me probabilmente anche quello che ci sta in mezzo ti sfugge, nello slancio). Insomma, non mi sorprende che tu non ci abbia capito niente del mio libro. Ma riassumere il mio romanzo in un tweet, che assomma varie imprecisioni, non mi pare serio. Il protagonista non si chiama Rino ma Tino, la vicenda non è ambientata a Cagliari ma a Calgary, non è intitolato Il corruttore ma Il correttore. Se dietro l’# di questa tweet-recensione metterai il mio nick, di certo non avrai il mio RT.
  5. Il pignolo. Hai riassunto il libro, elencando tutti gli snodi della trama e delle sottotrame. Hai identificato lo stile, anche se ci hai messo qualche aggettivo di troppo: che intendi quando dici: “tra il bucolico e il sottile”, oppure “più verdeggiante che mozartiano, anche se tuttavia aromatizzato al timo”? Hai schedato i punti di vista, la diegetica e le deissi, l’intertestualità e gli omoteleuti. Non è una lettura, è una radiografia del mio testo. È vero, ti dovrei ringraziare: non ho mai avuto, e probabilmente non avrò mai, una lettura così attenta e minuziosa. L’ho studiata con attenzione, ho meditato su ogni tua virgola. Però mi resta una curiosità: il mio libro ti è piaciuto?
  6. Il maniaco delle liste. Anagrafe dei personaggi: nome, cognome, età, professione, aspetto fisico, caratteristiche psicologiche. Linkografia dei siti dove navigano i personaggi. Elenco di libri, canzoni, film, trasmissioni radio e tv, opere d’arte, eccetera, citati dai personaggi (mi hai dato un’idea, contatto le star citate per la presentazione del libro). Lista degli alimenti con cui si nutrono i personaggi, compreso il gattino della protagonista (mi hai dato un’idea, a inizio capitolo ci metto le ricette). Itinerario dei luoghi visitati nel romanzo (mi hai dato un’idea per una joint venture con TripAdvisor). Censimento dei brand menzionati nel romanzo (mi hai dato un’idea per il product placement). Grazie mille, la tua recensione mi è stata utilissima. Ma sei sicuro che basti mettere questi ingredienti nel computer, agitarlo vigorosamente (o mixare il tutto con il minipimer), passare il tutto per cinque minuti al microonde (funzione grill), e poi viene fuori un romanzo come il mio?
  7. Il serial killer. Va bene, sono un analfabeta in preda a un raptus di grafomania. Va bene, i miei personaggi sono idioti senz’anima, specchio della mia psicologia spelacchiata. Va bene, il mio romanzo è noioso come una piovosa domenica pomeriggio d’inverno seduto sulla panchina del parco, come certamente dev’essere la mia vita sessuale e sentimentale. Va bene, i miei dialoghi sembrano inventati da un computer dislessico e dunque è ovvio che ho una vita sociale meno frenetica di quella di una monaca di clausura. Va bene gli insulti, ma entrare nel merito? Ma poi, della mia vita, che ne sai? Magari scrivo libri così brutti e noiosi proprio per compensare l’eccesso di emozioni della mia vita vera…
  8. Il generale. Per te la letteratura sono i generi letterari. Nella tua analisi hai usato sofisticati marker lessicali e paragoni con gli autori cult, attingendo alla tua esperienza di fan di qualunque ossessione culturale e sottoculturale. Perciò hai decretato che il mio romanzo è 20,4% fantasy, 15,2% noir con una sfumatura di thriller (1,12% circa), 30% storico, 27,2% rosa, 43% fantascienza, 3% saggio economico, 8% romanzo di formazione (che corrisponde al 15% nella prima parte e 3% nella seconda). Ho provato a fare la somma, siamo molto oltre il 140%. Ma allora tutto quello che va oltre il 100% è metaletteratura? È un buon segno? Devo essere orgoglioso?
  9. Il consigliere. Sì, è vero, il mio romanzo ti ha fatto schifo, è davvero pieno di difetti e tu mi hai dato una moltitudine indicazioni utili. Anna potrebbe avere i capelli rosso Tiziano, invece che biondo cenere. Lei e Marco avrebbero potuto andare in vacanza a Varigotti invece che ai Piani di Bobbio. Quel giorno la temperatura avrebbe potuto esser un po’ più fresca. L’accento di Andrea avrebbe potuto essere più zurighese che bavarese. E quella sera avrebbe potuto guidare una BMW invece che una Audi (ma quale modello, cara?). C’è solo un piccolo problema: il romanzo l’ho scritto io. Tuttavia mi sorge un sospetto: forse avresti voluto scriverlo tu, il mio romanzo. Secondo me, la tua lettura è sintomo di un acuto attacco d’invidia…
  10. Il fanatico. Va bene, hai scritto che il mio romanzo ti ha commosso più di Love Story. Ti ha fatto più ridere di Un pesce di nome Wanda. E’ più profondo e misterioso del Castello di Platone. Il mio stile ha la musicalità leggera di Mozart e la complessità di una fuga di Bach. La mia autoconsapevolezza vale quella di Agostino e Rousseau dopo le loro confessioni, quanto quella di Proust dopo che ha ritrovato il tempo perduto. La mia conoscenza dell’animo umano ricorda Freud e Dostoevskij. E io ci devo credere?

Conclusione. A parte gli scherzi, leggete tutti i pareri di lettura sul vostro libro con umiltà e attenzione, come se si riferissero all’opera di qualcun altro. Valutateli tutti con attenzione: alcuni commenti sono probabilmente idioti o malevoli, ma di sicuro molte osservazioni sono ragionevoli.

Dunque valutatele con attenzione, e riflettete se possono essere utili a migliorare il vostro romanzo. E alla fine, dopo averci ragionato, meditato, riflettuto, fidatevi della vostra pancia.

Solo un’altra volta

Leggi il racconto firmato dallo scrittore bestseller Donato Carrisi e dalla vincitrice dell’iniziativa #twincipit Valentina Demelas, lanciata in collaborazione con Msn.

La busta era nel doppiofondo. Se la porta non si fosse aperta all’improvviso alle mie spalle, la mia vita avrebbe avuto inizio.

«Regola numero due: tieni d’occhio tutti gli accessi.»
La voce del Capo echeggiò nella stanza, destandomi bruscamente dal mio sogno a occhi aperti. Quel suono acre mi strinse la gola con una violenza inaspettata. 
Non mi voltai. Feci scattare l’apertura della valigia, prendendo un lungo respiro. «L’unica porta di questa stanza era chiusa a chiave e il lucernario, come vedi, è sprangato.»
«Regola numero tre: non sentirti mai al sicuro e non fidarti di nessuno. Neanche del Capo.»
«Neanche del Capo» ripetei voltandomi, stringendo tra le mani la busta. Un ghigno deformava il volto di quell’uomo, rovinato dal tempo e dai peggiori luoghi del mondo. Mi misi a sedere ai piedi del letto. Estrassi i fogli e presi leggere il mio manoscritto, ignorandolo.
Prese dalla tasca un foglio piegato a metà, lo posò sulla sedia di fianco alla porta, poi girò i tacchi e uscì senza dire una parola. Lo disprezzavo ancora di più quando credeva di umiliarmi.
«Regola numero uno: da oggi non esisti. Appartieni al Lupo» pensai ad alta voce.
Prima di aprire il biglietto lo rigirai a lungo tra le mani. Lisbona Rua Palmira 15. Esitai, ma avevo un disperato bisogno di quei soldi. Solo un’altra volta. Solo una. 
 
Fui a  Lisbona all’alba. Nella cassetta di sicurezza a Rua Palmira trovai le istruzioni e la grana, come al solito. Fu un lavoretto facile. Misi i soldi nella busta, insieme al romanzo e ai documenti nuovi di zecca. Raggiunsi il porto e m’imbarcai sulla prima nave diretta in Brasile. Cercai un bagno, m’infilai un vestito leggero, un paio di tacchi alti e mi colorai le labbra di rosso. Alzai gli occhi e vidi l’immagine del Capo riflessa nello specchio. Mi voltai di scatto, presi la pistola e gli sparai, senza lasciargli il tempo di dire una parola. 
«Questa è davvero l’ultima.» 
Gettai l’arma nell’oceano, poi mi sciolsi i capelli guardando verso l’orizzonte.


Vi aspettiamo al grande evento di Bookcity Milano (21-24 novembre) dove si proclameranno i vincitori di IoScrittore e dove si aprirà, a grande richiesta, la nuova edizione del Torneo IoScrittore. Preparate i vostri manoscritti!

Una testa a posto

Leggi il racconto firmato dallo scrittore bestseller Donato Carrisi e dalla vincitrice dell’iniziativa #twincipit #ioscrittore Antonietta Feresi Fabbri, lanciata in collaborazione con Msn.

L’odore acre del sigaro combinato alle esalazioni della piastrina antizanzare era troppo anche per lui. Si avviò verso la porta ben sapendo che non avrebbe dovuto ma, ormai, lì dentro aveva finito. Poteva andarsene in santa pace. Si guardò intorno: pochi mobili, un po’ di scartoffie, un orologio da tavolo fermo da mesi, una ciotola di conchiglie esotiche, ricordo ormai sbiadito. Anche le foto di famiglia sembravano fuori posto: inutili scimmiottature di set americani fasulli e lontani anni luce dalle misere realtà provinciali a cui era abituato.
Lo stesso squallido ufficio che aveva trovato in tutte le Questure.
Basta, pensò, è ora di cambiare aria
Si ricacciò in tasca tutto ciò che qualche ora prima aveva appoggiato sulla scrivania. Poi, dopo un’ultima occhiata, aprì la porta e, lentamente, si avviò lungo il corridoio. Non degnò neppure di uno sguardo gli sbirri che incrociò. Soltanto quando fu davanti al piantone, salutò con un cenno del capo e uscì all’aperto. 
Libero.
Era stato davvero bravo: non aveva prestato il fianco e non aveva concesso nulla. C’era solo una nota stonata che continuava a disturbarlo: quel filo di fumo puzzolente unito all’altro odore, insopportabile, dell’insetticida. 
Quel miscuglio si era insinuato nel naso e, da lì, era risalito fino al cervello, che non aveva più smesso di pulsare. Non si era dimenticato di spegnerlo, quel mozzicone, no, l’aveva lasciato volutamente acceso.
Chi pretende rispetto per la legge, deve essere il primo a osservarla. 
Quello l’aveva irritato ancor più della voce sgradevole del commissario che continuava a ripetere che gli sarebbe convenuto parlare. 
A te, invece, pensò ormai distante, sarebbe convenuto tacere; avresti ancora la testa ben attaccata al collo.
E girò il proprio, di collo, in cerca di un taxi che lo portasse lontano da lì. 

 

Vi aspettiamo al grande evento di Bookcity Milano (21-24 novembre) dove si proclameranno i vincitori di IoScrittore e dove si aprirà, a grande richiesta, la nuova edizione del Torneo IoScrittore. Preparate i vostri manoscritti!

Le 300 opere semifinaliste dell’edizione 2013 del Torneo IoScrittore

100venti
A picking fish
A spasso nel Marylend – Guida Ragionata
Accettami così come sono
Acque morte
Ai confini del cielo
Ai confini del mondo
Altalena25
Amare oltre i limiti del cuore
Amodio
A-m-o-r-e
Amori Materni
Animol
Anno Domini
Apologia dell’addio
Aqua mater
Ballata per un uomo buono
Bandiere a mezz’asta
Ben
Benché gli amanti si perdano
Bianca non era a Shatila
Binario morto
Cadrà la pioggia
Calics – La scoperta
Canide – Una storia di paranoia
Capu fetu, l’arenile insanguinato
Carbone
CD ROM
Cento giorni al di là dell’Oceano
Che io bruci
Chiudi gli occhi
Cinghiali
Cinque passi di rincorsa
Città Nuda
Clausura
Cochran Avenue
Come il latte col caffè
Come la corrente di un ruscello
Come muoiono gli angeli
Come tutti gli altri
Controcanto
Cuore Solo
Dalle sei alle sei
Delfini e mezzelune
Di amore, di musica e di altre scommesse
Di che colore è il cielo?
Di neve e sangue
Di sentire le onde aveva voglia
Di sogni e di stelle
Dialoghi con il radicchio
Diario di Bordeaux
Diario per Lorenzo
Diciotto, Trenta e tutto quello che sta nel mezzo
Dimmi qualcosa di diverso dal solito gossip dei morti in piedi
Dittatura della bellezza
Divano nero
Domino
Don Alvaro e il sognatore anomalo
Dopo l’eclisse
Doppio matrimonio
Dove non arriva il cielo
Dove vanno a morire gli angeli
Due cuori e una zampa
È calata la nebbia
È là che ci incontreremo
Emisfero di cenere
Esel
Fiamme
Filo Spinato
Firmato
Formiche
Fornace
Forse non lo sai ma pure questo è amore
Fortunia
Frammenti
Fuori da qui
Fuori dal mondo
Gentaglia
Ghiaccio sottile
Gioco partita incontro
Giostraiopazzo
Grazie papà
Guerre corporative
Havana bar
Hellequin
Hic Erunt Leones
Ho finito il credito
I misteri del tempo
I profeti di Baal
I rami del cedro
Il brigante e il geometra – Storie tra le pieghe della Storia
Il carisma degli abbandonati
Il Certo e l’Incerto
Il club delle teste storte
Il colore rosso della luna
Il cuore di una donna
Il Diavolo di Malabotta
Il Dio di Creta
Il fotografo delle voci
Il futuro malgrado tutto
Il giullare
Il lago delle lucciole
Il lato sbagliato del Paradiso
Il marchio del Vuoto
Il martello
Il misfatto di Ferramonti
Il mistero del Talismano Maya
Il mistero di Giulia
Il nirvana elettrico
Il peso dell’oro
Il pirata di altri tempi
Il predestinato
Il ritorno
il ritorno di balinas
Il rosario del vescovo
Il tempo dei sogni
Il terzo romanzo che non ho scritto
Il tribuno
Il Vangelo secondo Roland
Il varco
Il vento della steppa, il sangue e le ombre
Il Vescovo e gli altri. Fatti e misfatti nella ribellione di Castrogiovanni del 1627
Il volo della gallina
Impubblicabile
In ogni grado di latitudine
In quel momento
Indagine privata
Inganni e menzogne
Intrappolati
Intrecciavamo fiori
Io e Oi
Io sto con Marta!
Io, maestro italiano nel Bronx
La ballata del Duca e dell’Orso
La bambina e l’eremita
La bottega del pane
La casa delle rose e dei gatti
La casa di pietra
La cosa giusta
La crisalide di un assassino
La donna dal vestito verde
la doppietta
La Fenice Nera – Libro I
La figlia del cacciatore
La fortezza
La giara dei grilli
La grande congiura
La guerra degli elementi – Gli Eredi di Atlas
La luna con il bello
La madonna di Mancapan
La malattia del signor L.
La maschera che ride
La matematica felicità
La memoria di Petra
La moglie letterata
La pace sia con voi
La piccola Milton
La pietra di luce
La ragazza del prete
La regina di Francia
La ristrutturazione
La signora dei crisantemi
La Sindrome Cronenberg
La stanza dei giocattoli
La strada
La strada di casa
La straordinaria e lunga vita di Giacomo Leopardi che lasciò Recanati, andò in Sardegna, sposò una donna bellissima, ed ebbe molti figli
La stronza che aspettavi
La vera storia di Jack lo Squartatorte
La verità di Madrid
La verità nelle ossa
La vita è un LP dei Bad Brains
L’affittaspazi
L’amore folle (L’amore fou)
L’amore imperfetto
Lann Rásúir (Lama di rasoio)
Lasciate un messaggio
Le avventure di Cecilio
Le colonne di via Po
Le conseguenze della folle vita di mia zia Clodette
Le cose non muoiono mai
Le estati no
Le ombre della vittima
Le ragazze di Manziana
Le voci dei sogni
L’enigma della sfinge
L’enigma dello Stendardo di S. Lorenzo
L’eternità è racchiusa in un ritaglio di notte
Liberi di volare
Lili della Luna Storta
L’impero di Gromma
L’importante è che se ne parli
L’inclinazione
l’inganno dell’aquila pescatrice
L’isola di vetro
Lo sguardo del padre
Lo spirito delle bambole
L’ombra dolce del faèr
L’ombra negata
L’onore e altri racconti
Lontano da Kabul
L’orientamento delle radici
L’originale di Barry-Loudson
L’ultimo ritratto (Coquin Mechant)
L’undicesimo maestro
L’uomo che fumava sulla veranda
L’uomo che voleva andare sulla luna
Lupi & Bastardi
L’urlo bianco
L’urna dell’oblio
Maeve – La viaggiatrice tra i sogni
Maiali e cani
Marcus Whilsby e l’avventura di Haltonbridge
Matrioske
Mavarìa
Medioevo a Los Angeles
Meduse
Mi chiamo Arso e amo la gente
Mi sono sdraiata per terra
Midnight Cabaret
Monochrome
Monsieur Facture
Mp3
Muri di Carta
Mutazioni
My Wonderland
Nan Madol
Nato il 5 giugno
Natura e grazia nella Roma del Merisi
Nel buio della notte
Nell’afa
Nessuna possibilità
Nessuno sa, nessuno deve sapere
Nubia
Occhio alla penna
Ognuno cammina al suo passo
Oltre l’abbandono
OM
Onde anomale
Orizzonti
P.S.
Per aver detto no (8 gennaio, venerdì)
Per sempre tuo
Per una vacanza da sogno
Perfetta solo all’apparenza
Perfetto
Presenze
Qualcuno gioca per perdere
Resurrezione
Rio Negra
Romanzo d’esordio
Sad
Sangue Cattivo
Sangue stragato
Sarà la fine?
Sarò padre – di me stesso
Savino
Scatti ciechi
Se ci pensi bene
Se un Dio muto
Semplici scherzi del destino
Sempre e per sempre
Sette volte Sara
Sognammo una torre
Sole
Solo dopo
Solo una donna
Sputa
Storia di No
Studio d’interno
Tante care cose
Taxi!
The english job
Torno da mia madre! – Le amene disgrazie di un neoseparato
Tra me e te
Tredici mosse allo scacco matto
Troppo presto per andare altrove
Tutta colpa di Eva
Ulli una Venere illimitata
Un affare piccolo piccolo
Un cadavere poco eccelente
Un fratello a New York
Un tempo ridicolo
Un uomo migliore
Una famiglia dal cuore d’oro
Una pietra, una croce e mezzo pollo
Una rivoluzione silenziosa
Una vita di sponda
Va ora in onda
Ventitré Passi per l’Inferno
VERIDICAmente
Via Aurelia
Viaggio di sola andata
Vietato introdurre cani sulla spiaggia
Virgo Potens
Vita Zingara
Vite di bit
Vivida è la notte
Zoe
Zona di passaggio

Ma davvero esistono solo quattro storie?

Una storia procede passo dopo passo, frase dopo frase, scena dopo scena. Poi ha un disegno complessivo, un’architettura che tiene insieme tutti questi mattoni. È la struttura del romanzo, la storia che racconta.
Noi pensiamo che le storie, i romanzi, siano infiniti, e altrettanto infinite le loro varianti, così come la vita di ciascuno di noi – ne siamo convinti – è unica e irripetibile.

Secondo Jorge Luis Borges, invece, solo “quattro sono le storie”.
“Una, la più antica, è quella di una forte città assediata e difesa da uomini coraggiosi. I difensori sanno che la città sarà consegnata al ferro e fuoco e che la loro battaglia è inutile; il più famoso degli aggressori, Achille, sa che il suo destino è morire prima della vittoria”. Borges rievoca l’Iliade. Ma sta parlando anche di una partita di calcio, dove a volte il debole può vincere, perché “la palla è rotonda”, si dice. O della seduzione di una giovane fanciulla, o di un principe sdegnoso, se vogliamo tingere il mondo di rosa. E attenzione: gli eroi dell’Iliade, come li racconta Borges, non sono solo macchine per uccidere: sanno che devono morire anche loro
Un’altra storia, che si ricollega alla prima, è quella di un ritorno. Quello di Ulisse, che dopo aver errato per dieci anni per mari pericolosi, dopo essersi fermato su isole incantate, ritorna alla sua Itaca”, spiega ancora Borges. Per chi ama lo sport, è la maratona, o una gara di fondo, le 18 buche di un campo da golf. Per chi ama il rosa… c’è bisogno di citare Calipso, Circe e Nausicaa?
La terza storia è quella di una ricerca. Possiamo vedere in essa una variante della forma predente: Giasone e il Vello; i trenta uccelli del persiano, che attraversano montagne e mari e vedono la faccia del loro Dio, il Simurg, che è ognuno di loro e tutti loro”. Diciamo che è il Giro d’Italia o il Tour de France?
L’ultima storia è quella del sacrificio di un dio. Attis, in Frigia, si mutila e si uccide; Odino sacrificato a Odino, Egli stesso a Se stesso, pende dall’albero nove notti intere ed è ferito da lancia; Cristo è crocifisso dai romani.” Eroi destinati al sacrificio, certo fuori dal recinto del sacro e in maniera diversa, sono anche Dorando Pietri o Marco Pantani… Così tante storie d’amore finiscono male, con la morte di uno degli amanti, troppo spesso lei: Emma Bovary, Anna Karenina, Marguerite Gauthier…
Borges conclude il suo fulminante trattato di narratologia con una profezia: “Quattro sono le storie. Per tutto il tempo che ci rimane, continueremo a narrarle, trasformarle”. È un’ipotesi affascinante. Tanti romanzi rientrano in una di queste quattro categorie. Molti altri, a ben guardare, nascono da una combinazione di queste quattro “storie di base”. Ma resta un dubbio: le storie sono davvero solo quattro? Qualcuno di voi riesce a immaginare la quinta storia?

Le fasi della creatività

Anche la creatività ha le sue fasi:

La prima fase corrisponde alla ricerca. Le storie ed i personaggi che non nascono in una stanza chiusa ma bisogna andarseli a cercare per strada.
 
La seconda fase è quella della struttura. Lo scrittore si comporta come uno chef, aggiungendo o togliendo ingredienti e cercando di rispettare un preciso equilibrio.
 
La terza fase è quella della scrittura. Se le due prime fasi si sono svolte in maniera disciplinata la storia scaturirà con un’insospettabile magia.
 
Ascolta il consiglio completo di Donato Carrisi sulle fasi della creatività.

Come suscitare la curiosità del lettore? Consigli e sorprese

L’abbiamo visto. Il secondo elemento che, secondo gli studenti di Vladimir Nabokov, identifica il buon lettore è la trama, l’intreccio.
Ogni narratore deve suscitare e tenere viva la curiosità del lettore.
La santa protettrice di tutti coloro che raccontano storie è ovviamente Sheherazade, la miglior narratrice della storia.
Una notte la virtuosa fanciulla venne condotta nell’harem del sultano, come molte altre vergini prima di lei: tutte uccise prima dell’alba, dopo la notte d’amore, dal gelosissimo sultano, che non poteva sopportare nemmeno il sospetto del tradimento. Per salvarsi, Sheherazade iniziò a raccontare al crudele amante una storia appassionante. Così si salvò la vita, perché il sultano – quando arrivò l’alba e dovette iniziare a occuparsi del governo della sua città – ancora non sapeva come andasse a finire quella storia così avvincente, e dunque sospese l’esecuzione. E così accadde anche la sera successiva: un’altra notte d’amore, un’altra storia appassionante lasciata a metà, la sentenza di nuovo sospesa. E poi ancora, e ancora…

Chi racconta storie si trova oggi in una situazione meno drammatica dell’astuta Sheherazade, ma la storia che racconta corre lo stesso mortale pericolo. Se il lettore l’abbandona, muore. Se arriva fino in fondo, e inizia a raccontarla a qualcun altro, la sua storia continua a vivere.
Ma c’è un trucco. Il bravo narratore sa che tutti noi – compreso il feroce sultano –abbiamo fame di storie, e vogliamo sapere “come va a finire”. Dunque il bravo narratore conosce questa debolezza e ne approfitta. Ma deve farlo con abilità e astuzia.

Per cominciare, deve sapere che la curiosità del lettore va solleticata a due livelli.
C’è un’esca che agisce frase dopo frase, pagina dopo pagina. Insomma, quello che trasforma un libro in un “page turner”, come si dice dei best seller “made in USA”: quei libri che ti obbligano ad arrivare in fondo alla pagina, e girare pagina per vedere che cosa succede in quella successiva.
Per capire come valutare l’abilità del lettore – e dell’autore – nell’uso di questa esca, possono essere utili le tecniche che usano gli autori teatrali e gli sceneggiatori cinematografici. Ogni storia si può dividere in scene, o in inquadrature (che non necessariamente coincidono con i capitoli, anche se questo può aiutare). In ciascuna di queste scene, dovrebbe succedere un fatto (che può essere anche un evento interiore); questo evento deve aprire diverse possibilità: solo il prosieguo del racconto potrà decidere quale si avvererà.
Alla curiosità, insomma, deve seguire la sorpresa: gli ascoltatori, i lettori amano essere sorpresi, nell’infinita (o quasi) gamma delle possibilità. Il narratore deve proporre una soluzione narrativamente credibile, ma che insieme allarghi la gamma del reale.

Un narratore che riesce a giostrare i suoi romanzi con grande abilità, scena dopo scena, è Andrea Vitali. È un “narratore naturale”, che nutre la sua sapienza di scrittore anche dell’oralità, ma che ha un ritmo moderno. I capitoli dei suoi romanzi possono anche essere brevissimi – a volte poche righe, un’unica frase – ma in quelle righe succede sempre qualcosa. I capitoli si chiudono creando un’attesa nel lettore, una curiosità che però spesso non viene immediatamente soddisfatta alla pagina successiva: perché, con abile tecnica di montaggio, Vitali cambia scena e/o “sottotrama”, rilanciando il gioco (Vitali usa anche un altro trucco, una sorta di enjambement narrativo, per legare un capitolo al successivo: un’immagine, una parola che incatena una situazione a un’altra, magari lontanissima nel tempo e nello spazio).
Quella di Vitali è una tecnica narrativa basata su un montaggio “cinematografico”, che molti teatranti e romanzieri usavano in realtà molto prima dell’invenzione del cinema.
Ecco, per essere efficace il narratore deve insieme spingere e attrarre, guidare e sorprendere. Mettere insieme questi opposti accostando due verbi all’infinito, è molto facile: farlo è un po’ più difficile. È questione d’istinto, ma anche di tecnica.

Sheherazade combatte la sua lotta per la vita in ogni istante della sua storia, nel corpo a corpo con il suo ascoltatore. Ma sa anche che la battaglia si decide anche in campo aperto e che è una guerra molto difficile, perché le storie, lo sappiamo, sono solo quattro. E con quattro sole storie, come incuriosire e sorprendere il lettore?
(E se non credete che le storie siano solo quattro, seguite questo blog!)

Appuntamento al Salone Internazionale del Libro di Torino per la proclamazione delle opere semifinaliste

Appuntamento sabato 18 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino per conoscere i titoli delle opere semifinaliste nel corso di un grande evento IoScrittore.

Coordina l’incontro Oliviero Ponte di Pino.
Intervengono Stefano Mauri (GeMS), Luigi Spagnol (GeMS), Mauro Zerbini (Ibs), Matteo Gamba (Vanity Fair), Claudio Semenza (Msn) e gli autori Donato Carrisi (Longanesi) e Andrea Vitali (Garzanti).
Ti aspettiamo sabato 18 maggio 2013 alle ore 16.00 presso lo Stand IBS!

Come si creano i personaggi in un romanzo

E’ fondamentale creare i personaggi che devono interpretare la storia che abbiamo in mente. Anzi, è il primo passo da compiere. Cercare dei caratteri che siano immediatamente distinguibili dalla folla di protagonisti che attraverserà tutto il romanzo.
Ascolta il consiglio completo di Donato Carrisi su come si creano i personaggi in un romanzo