“Non sono nostalgica”: incontro con Zadie Smith

Zadie Smith è una rockstar della letteratura inglese. Annata 1975, ha esordito giovane, giovanissima, nel 2000, con il suo sorprendente e maturo Denti bianchi (Mondadori, traduzione di Laura Grimaldi), un romanzo che è diventato in poco tempo un classico contemporaneo.

Il critico statunitense James Wood ha persino coniato un genere per descrivere lei e altri autori che come lei peccavano, secondo Wood di manierismo e grandiosità, il realismo isterico. Una definizione che Smith si è appuntata al petto e ha esibito con orgoglio, dimostrando di essere già allora la grande autrice che poi è stata riconosciuta negli anni.

Denti bianchi zadie smith

Da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti. Altri romanzi, L’uomo autografo, Della bellezza (Mondadori, traduzione di entrambi di Bernardo Draghi), che è stato anche finalista al Booker Prize del 2005, l’onirico NW, Swing Time (Mondadori, traduzione di entrambi di Silvia Pareschi), la raccolta di racconti Grand Union (Mondadori, traduzione di Silvia Pareschi) e  gli amati saggi Feel Free e Questa strana e incontenibile stagione (Big Sur, traduzione di entrambi di Martina Testa).

Feel free. Idee, visioni, ricordi zadie smith

Noi de ilLibraio.it l’abbiamo incontrata in una mattinata milanese nella piccola sala di un hotel per farci raccontare qualcosa in più sul suo nuovo libro, L’impostore (Mondadori, traduzione di Dario Diofebi).

Un romanzo storico, ambientato nella polverosa Londra dell’ottocento, così vibrante di vita, di fumo di pipa e di scrittori. Ed è proprio di loro che parla anche il libro: scrittori realmente vissuti che vengono affiancati da personaggi inventati.

Di origini anglo-giamaicane, Zadie Smith ha vissuto anche in Italia per qualche tempo.

Quando l’abbiamo incontrata, attendeva la sera perché le venisse conferito un premio che le sarebbe consegnato direttamente dal Sindaco Giuseppe Sala, il Sigillo della Città di Milano per meriti letterari, in occasione di Bookcity. Alla premiazione poi, quella sera del 17 ottobre, ha detto che sarebbe stata più felice se le avessero conferito un nuovo passaporto, oltre che il premio. Smith ha infatti vissuto a lungo negli Stati Uniti, e aveva preso la cittadinanza lì. Ora è tornata nella sua Londra.

Il sigillo della Città: un’onorificenza importante…
“Sono molto contenta, anche se davvero non riesco a immaginare che forma avrà… Sarà quadrato, rettangolare? Di carta? (ride, ndr)”.

Il suo romanzo tra le altre cose è la storia di Eliza Touchet, cugina e governante (e molto altro ancora, in effetti), dello scrittore William Ainsworth e di sua moglie Frances, prima, e della seconda moglie Sarah, dopo.

Racconta, attraverso gli occhi di Eliza e della sua famiglia, la vera vicenda legale di un tale – un macellaio di nome Arthur Orton – che si spacciò per il baronetto Roger Tichborne annegato in mare dieci anni prima, per riscuotere l’eredità della madre appena morta. Madre che, in realtà, lo aveva però riconosciuto come suo figlio. Quindi, chissà.

Un altro che lo riconosce, nonostante tutti i conoscenti e parenti di Roger Tichborne dicano che non è lui, è il suo servo Bogle, un giamaicano misterioso, di cui non si capiscono le intenzioni e la cui figura sarà per Eliza molto importante.

Zadie Smith L'impostore

A una prima occhiata quest’ultimo libro è completamente diverso a ciò a cui Smith ci ha abituato. I suoi romanzi precedenti sono infatti uno specchio della contemporaneità, dove relazioni, gerghi e dialetti si intersecano, confondono, raccontando una Londra giovane, moderna e travolgente.

L’impostore è invece ambientato in epoca vittoriana, e in apparenza è saldo nel suo tempo. Eppure ciò non deve ingannare: anche in quest’occasione Smith usa gli artifici della narrativa moderna, flashback, montaggio alternato, un punto di vista mobile e non sempre affidabile, e una lingua che, per quanto credibile, non appartiene certo all’età vittoriana.

Smith, lei in un pezzo che ha scritto per il New Yorker per parlare del romanzo storico, ha raccontato che gli scrittori inglesi si trovano a un certo punto a fare i conti con questo genere, una specie di condanna che arriva da lontano, Charles Dickens, George Eliot… Ha definito, quello in cui cadono questi scrittori, un loop nostalgico molto stretto.
“È così. Tutti gli inglesi sono nostalgici: cose come i Take That, le Spice Girls tornano in scena dieci anni dopo essere scomparse e sono accolte come se fossero un grande momento di cultura del Paese. A pensarci è strano, perché so bene che quelle cose erano tremende, e che non migliorano certo col tempo. È insita nell’animo inglese, questa nostalgia estrema. Io non sono nostalgica: perciò se volevo scrivere un romanzo storico dovevo farlo in maniera diversa”.

Charles Dickens è onnipresente nella cultura inglese, lo era anche in vita. Com’è stato confrontarsi con lui? Farlo apparire nel suo romanzo? E anche ucciderlo a un certo punto de L’impostore?
“Sarebbe morto comunque, non l’ho ucciso io! Comunque è stato molto bello averci a che fare. Non riesco a immaginarlo solo come un antico uomo bianco. Prima di tutto penso che sia un mio collega. Arrivo da una comunità di scrittori, perciò gli sono vicina, spiritualmente e personalmente. Per questo è stato così bello scriverne. Non penso che fosse perfetto, anzi, ma non lo sono nemmeno io. È stato come avere a che fare con i propri genitori: non saresti qui se non ci fossero loro. Significa che sono perfetti? Certo che no! Ma sei la loro discendenza, lo senti”.

L’impostore (The Fraud, in inglese), gira intorno alla figura di un truffatore, un ciarlatano, che da un lato riconosciamo subito nella figura di Arthur Orton, ma, mano a mano che leggiamo, cominciamo a chiederci se non sia anche qualcun altro.
“La domanda ‘chi è l’impostore?’ è proprio l’obbiettivo del libro. È come se venisse posta direttamente al lettore. Se ci si pensa, ogni giorno ci viene richiesto di prendere decisioni su base etica. Capire se una persona sia solo deludente, o cinica, oppure davvero cattiva, è una capacità umana. Voglio scrivere romanzi che esercitino quella capacità”.

I luoghi sono vivi, Londra è reale, la riusciamo quasi a sentire nel suo sferragliare, quando Eliza, la protagonista, va in città, eppure non ci sono quasi mai descrizioni.
“Per gli scrittori dell’età vittoriana era importante descrivere tutto. La descrizione era indispensabile, perché probabilmente la maggior parte delle persone non avrebbe potuto vedere tutti i posti raccontati nei libri. A quei tempi scrivere era ricreare il mondo tramite il linguaggio. È esattamente quello che faceva Dickens. Io non lo faccio. Ora tutto quello che descrivi lo puoi trovare su Google. Puoi googlare anche i protagonisti de L’impostore: Eliza Touchet e William Ainsworth, lo giuro!”.

Ci parli dei personaggi, dunque. Eliza, in particolare, una donna dura ma che sa essere compassionevole; fredda, ma al contempo capace di grande amore. È un mistero.
“Amo Eliza. È la mia preferita. Forse è il mio personaggio preferito tra quelli che ho creato. È un’idelista, divertente, intelligente. Che posso dire, la amo! È stato molto divertente scriverne, e anche semplice da fare, tutto sommato”.

Questo è un libro che parla di scrittori. Mentre scriveva si è confrontata con altri colleghi?
“Sì, in particolare con un mio caro amico: Adam Thirlwell. Ha scritto un libro davvero brillante ambientato a Parigi nel XVIII secolo. Si chiama The Future Future (non ancora tradotto in Italia, ndr). Nel libro ci sono ragazzi e ragazze che si spediscono delle lettere in giro per la città, rispondendosi anche in giornata. Nel suo romanzo, quindi, è quasi come se i personaggi si spedissero delle mail, o dei messaggi sul telefono”.

Dev’essere stato complicato rendere questa velocità negli scambi di lettere…
“Anche lui non era interessato a scrivere del passato con un tono nostalgico; intelligentemente ha deciso di utilizzare un linguaggio contemporaneo, con parole ambivalenti, ma non troppo moderne. Abbiamo parlato a lungo del suo lavoro, e ammiro quello che ha fatto. Non volevo fare esattamente la stessa cosa, ma entrambi abbiamo voluto sperimentare con un linguaggio che non suonasse antico”.

C’è un altro tema che ritroviamo nascosto nelle pieghe del suo romanzo, il doppio, uno dei temi letterari per eccellenza. Recentemente Naomi Klein ha pubblicato un saggio proprio su questo, che si chiama appunto, Doppio (La nave di Teseo, traduzione di Andrea Terranova) .
“Non penso che i miei interessi siano insoliti. Spesso quando esce un mio libro c’è qualcun altro che sta parlando della stessa identica cosa. È un buon segno, vuol dire che sono nel flusso delle cose. Che vivo nella stessa realtà degli altri è confortante”.

Significa stare nel presente.
“Sì, per me è importante essere nel presente, capire cosa pensano le altre persone e cosa provano. Voglio sempre sapere cosa sta succedendo, ma non credo di volerlo sapere costantemente, con una notifica ogni trenta secondi sul mio telefono. Le cose le sai anche oltre il telefono, parlando con le persone. Ascoltando, stando nel mondo. Lo senti, lo percepisci. È nelle prime pagine dei quotidiani, è alla radio”.

A proposito, dove ha scritto L’impostore? In città, in campagna, davanti a una spiaggia…
“A Londra, la maggior parte. Davanti a un parco. Mio figlio andava a giocare a calcio e io mi mettevo a scrivere in un caffè lì davanti. Indossavo le cuffie e non importava quante persone avevo intorno, scrivevo”.

E, ci dica, si è divertita?
“Moltissimo”.

Fonte: www.illibraio.it

La finalissima di IoScrittore 2023: a Bookcity Milano (e in streaming) 

Venerdì 17 novembre, alle ore 17, in presenza a Milano e in diretta social, l’appuntamento conclusivo con l’edizione 2023 del Torneo letterario gratuito IoScrittore, in occasione di Bookcity – Gli ospiti e tutti i particolari

L’appuntamento con l’attesa finalissima di IoScrittore 2023 è per venerdì 17 novembre, alle ore 17, presso la nuova libreria Ubik di via Monte Rosa 91, a Milano

Uno nuovo spazio dedicato ai libri, dunque, ospiterà il momento più atteso dalle finaliste e dai finalisti della 14esima edizione del torneo letterario gratuito promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol e dalle sue case editrici. 

La finale, ancora una volta, è parte del programma di Bookcity Milano, manifestazione itinerante che si terrà nel capoluogo lombardo dal 15 al 19 novembre 2023.

Oltre all’appuntamento in presenza, è previsto anche quello online: la finale sarà infatti visibile in diretta (e in streaming) sulle pagine Facebook di IoScrittore e del sito ilLibraio.it, media partner del Torneo.

Il sogno di esordire”, questo il titolo dell’incontro, il cui momento clou sarà rappresentato dalle premiazioni. Ma l’appuntamento del 17 novembre sarà anche un’occasione per riflettere sui cambiamenti in corso nel mondo dell’editoria e sui diversi modi di arrivare alla pubblicazione di un libro, tra scouting tradizionale e nuove opportunità offerte dalle piattaforme digitali.

Alla nuova libreria Ubik di Milano saranno presenti le scrittrici Francesca Giannone, autrice per Nord del romanzo “La portalettere” (2023), con cui ha vinto il Premio Bancarella 2023, e Rokia, autrice per Magazzini Salani di “The Truth Untold. La verità nascosta” (2022) e “Sindrome” (2023). Due delle scrittrici protagoniste dell’annata editoriale, dunque, premieranno le vincitrici e i vincitori di IoScrittore 2023 e offriranno consigli di scrittura alle aspirante autrici e agli aspiranti autori, parlando del proprio metodo e del proprio approccio alla costruzione di una storia. 

Ospiti della serata, l’ideatore del Torneo, Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, e i partner di IoScrittore: Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del festival Taobuk; Tiberio Sarti, amministratore delegato delle Librerie Ubik; Edoardo Scioscia, presidente del Libraccio ed Eugenio Trombetta Panigadi, consigliere delegato di Ibs.

Moderano l’incontro Silvia Cannarsa, redattrice del sito ilLibraio.it, e Antonio Prudenzano, responsabile editoriale di ilLibraio.it.

Nel corso della serata saranno premiate le migliori lettrici e i migliori lettori dell’edizione 2023, e ovviamente i 10 romanzi vincitori. Spazio inoltre al premio Taobuk.

Novità di quest’edizione è il premio under 30, che verrà assegnato alla prima o al primo classificato tra i partecipanti sotto i 30 anni di età. Un riconoscimento che consisterà in un editing professionale volto a sottolineare i punti di forza del romanzo e a migliorarne la struttura; il vincitore o la vincitrice riceveranno inoltre mille euro di libri delle case editrici del Gruppo editoriale Mauri Spagnol a propria scelta (tra le edizioni in commercio).

IoScrittore, lo ricordiamo, negli anni si è confermato come una forma di scouting democratica e innovativa, in cui i partecipanti si misurano con la scrittura e la lettura, e hanno la possibilità di migliorare la propria opera facendo tesoro dei consigli ricevuti

E se Paolo e Francesca fossero fuggiti insieme? Una riscrittura romantica e passionale di una storia d’amore che ha segnato la letteratura

Il libro in una frase

Paolo e Francesca, uniti da un amore proibito in quanto cognati, trovano il coraggio di sovvertire le regole sociali e cambiano il destino immortalato nel V canto dell’Inferno di Dante Alighieri, fuggendo assieme.

Amici di scaffale

La storia di Paolo e Francesca ha ispirato molti artisti. In campo letterario, grandi autori come da Dante, Boccaccio, Silvio Pellico e D’Annunzio hanno mescolato vicende storiche e leggende dando vita a versioni della tragedia che sottolineano aspetti diversi.

Tutt’oggi sono numerose le riscritture, ne cito solo tre. 

Una versione redatta per presentare la famosa vicenda anche ai più piccoli, come Paolo e Francesca. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse con testi di Emiliano Della Sale e illustrazioni di Elisa Puccioni (Federighi Editori).

Manuela Raffa, nel suo Francesca (Piemme), mostra il personaggio di Gianciotto da un punto di vista molto interessante, diametralmente opposto rispetto al mio, ossia quello di uomo tradito. 

Matteo Strukul ha scritto una versione molto cinematografica della vicenda: Paolo e Francesca. Romanzo di un amore (Nord).

Come amici di scaffale, aggiungerei tre saggi per approfondire alcuni argomenti: Erika Maderna: Medichesse (Aboca); Marco Santagata: Il poeta innamorato (Guanda); Gilberto Bulgarelli e Sergio Flamigni: Piante tintoree (Hoepli).

Segni particolari

La narrazione è una riscrittura del tormentato amore tra Francesca da Rimini e Paolo Malatesta, a cui ho voluto dare un finale diverso da quello che conosciamo grazie al V canto dell’Inferno dantesco. Oltre al tema dell’amore, il romanzo affronta la violenza sulle donne e la sorellanza, la forza femminile, la medicina e la farmacognosia del XIII secolo. Ho voluto sottolineare anche le sfide che le donne hanno affrontato nel cercare di emergere e trovare il loro spazio nel mondo artistico o scientifico, rappresentando Francesca come un’intelligente studiosa le cui opere vengono distrutte a causa delle rigidità patriarcali. Inoltre, ho introdotto un dettaglio anacronistico riguardante l’uso dell’oppio per scopi medicinali, come il laudano, per creare un collegamento con le difficoltà che le donne hanno sperimentato nel vedere le proprie idee ignorate finché non sono state presentate da uomini. 

L’obiettivo dell’opera, tuttavia, non è quello di essere solo un romanzo femminista, ma anche quello di sovvertire il cliché del protagonista maschile invincibile, esplorando la ribellione di Paolo contro le convenzioni sociali e la prigionia delle aspettative.

In poche parole

Intenso Passionale Romantico Psichedelico Poetico

Per punti:

  • Riscrittura del tormentato amore tra Francesca da Rimini e Paolo Malatesta con finale alternativo rispetto al V canto dell’Inferno dantesco
  • Amore impossibile
  • Violenza sulle donne
  • Sorellanza e solidarietà femminile
  • Forza e potere delle donne
  • Medicina e farmacognosia nel XIII secolo
  • Sfide delle donne nell’emergere nel mondo artistico e scientifico
  • Difficoltà delle donne nell’ottenere riconoscimento per le proprie idee
  • Sovversione del cliché del protagonista maschile invincibile

Dove e quando

Medioevo: 1274-1282

Italia centrale, in particolare Ravenna, Gradara, Viterbo, Firenze.

Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore

Consiglio a tutti gli aspiranti scrittori senza agganci nel mondo dell’editoria né milioni di follower uno stile di vita sano e la partecipazione al torneo IoScrittore. 

Il torneo ha tre vantaggi: le sue fondamenta sono costruite sul colosso Mauri Spagnol, è gratuito e la partecipazione in anonimato annichilisce qualsiasi discriminante.

Io sono riuscita ad arrivare nella rosa dei dieci al settimo tentativo col quarto romanzo… Uno stile di vita sano aumenta le probabilità di essere abbastanza longevi da vedere i risultati dei propri sforzi! 

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E se Paolo e Francesca fossero fuggiti insieme?

Andelon Curse, classe 1977 (nella foto grande, ndr) dopo la laurea in chimica farmaceutica, frequenta la Scuola Holden. Scrive racconti, fiabe, romanzi per passione e articoli scientifici per lavoro. Con la fiaba Orecchiedoro ottiene un riconoscimento al Premio Andersen. Con due romanzi storici si aggiudica inoltre gli Wattys, i premi della piattaforma di narrativa digitale Wattpad (qui la sua pagina).

Pietà del nostro mal perverso, che ha vinto il premio letterario “Amori sui generis” della Città di Grosseto, è stato protagonista al torneo letterario gratuito IoScrittore (promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol e dalle sue case editrici) ed è ora disponibile in ebook.

pietà del nostro mal perverso L’autrice ne parlerà stasera, 3 ottobre, alle ore 21, su Instagram, sul profilo @andeloncursewriter

Amor ch’a nullo amato amar perdona: come non ricordare i versi di Dante che hanno reso immortale l’amore tragico di Paolo e Francesca? Ma chi conosce davvero i protagonisti di questa storia diventata leggenda? Quanti giorni di passione e quali azioni hanno alimentato questo profondo sentimento?

SCOPRI IL REGOLAMENTO DEL TORNEO LETTERARIO GRATUITO IOSCRITTORE: ECCO COME PARTECIPARE

Nel libro di Andelon Curse (uno pseudonimo) saranno proprio i due sfortunati amanti a raccontare come la potente e spietata famiglia Malatesta abbia stretto un’alleanza strategica con Guido Da Polenta per espandere il proprio dominio su Ravenna e su tutta la Romagna.

A sigillare questo accordo, un matrimonio per procura tra il secondo figlio dei Malatesta e Francesca, la figlia quattordicenne di Guido, come consuetudine all’epoca… e il fratello minore di Paolo viene inviato a sottoscrivere il contratto nuziale. Questo è il primo intoppo del destino… perché Paolo, già famoso per le sue gesta come condottiero e per la sua straordinaria bellezza, si fa passare per lo sposo promesso a Francesca senza che nessuno abbia il coraggio di svelare la verità alla giovane. Durante il viaggio dalla sua casa d’origine alla nuova dimora, Francesca vive una fiaba d’amore, incantata da un uomo capace di accendere i suoi sentimenti e la sua passione. E nemmeno Paolo rimane immune alla sua sfolgorante, seppur ancora acerba, bellezza. Ma il velo dell’illusione cade troppo presto, rivelando un crudele inganno: il vero marito di Francesca, Gianciotto, è un uomo insensibile e feroce, che non le risparmierà umiliazioni e soprusi.

Amor condusse noi ad una morte: sarà irrimediabilmente così? O riuscirà Francesca, intelligente e colta, a trovare il coraggio di riscrivere un finale inedito e pieno di speranza per la propria esistenza?

Fonte: www.illibraio.it