Perché i generi letterari sono così importanti?

Gli autori e gli editori sanno benissimo che cosa sono i generi letterari e a cosa servono. Anche i lettori lo sanno, e orientano le loro scelte proprio su questa base. È per questo che il Torneo letterario IoScrittore, che coinvolge autori-lettori in cerca di editore, tiene presente questo aspetto, che riguarda sia la critica sia il marketing editoriale, ovvero il modo in cui si presentano i libri ai potenziali lettori.

I generi aiutano i lettori. In libreria, chi detesta i thriller difficilmente prenderà in mano una copertina con una bella ragazza seminuda, una striscia di sangue e un coltello in primo piano. Che ama il fantasy, verrà probabilmente attratto da una copertina con un drago o un unicorno.

Quando leggiamo un libro, abbiamo già una serie di aspettative, più o meno consapevoli. Sono indizi che possono arrivare dal titolo o dalla copertina, ma anche dai nomi dei personaggi o da una serie di dettagli: quando apriamo a caso la pagina di un romanzo, un paesaggio, un’atmosfera, un gesto, un aggettivo a volte bastano a suggerire una chiave di lettura. Una notte senza luna, un furioso temporale, un lupo che ulula, una casa che piomba nell’oscurità portano con sé molte associazioni, e preparano il terreno al successivo colpo di scena.

I generi sono come gli emoticon: veicolano attraverso icone semplici messaggi di grande complessità. Ci aiutano a scegliere il libro che probabilmente ci interessa di più.

I generi letterari aiutano gli editori. Per un editore è importante pubblicare bei libri, ma è altrettanto indispensabile venderli. Per venderli, è necessario trovare l’acquirente adatto. I generi, come abbiamo visto, consentono una forma di comunicazione di grande efficacia, perché associano un testo a una serie di immagini (e, al cinema, anche a una colonna sonora). Quando, a partire dall’Ottocento, i prodotti culturali hanno iniziato a moltiplicarsi e differenziarsi, quando è nata l’industria culturale, è diventato necessario dare al pubblico le informazioni sul prodotto nella maniera più rapida ed efficace. Identificando e comunicando il genere di un libro, l’editore ti sta dicendo: “Se ti è piaciuto quel romanzo, se ami quell’autore, probabilmente di piacerà anche questa novità. E’ come quello, ma migliore!”. Offrire un libro meraviglioso al lettore sbagliato, significa offrirgli il libro sbagliato.

I generi possono aiutare l’autore. Un’opera d’arte non nasce mai nel nulla, o nella solitudine. Nasce anche dalle letture e dalle passioni letterarie di chi lo scrive, oltre che dalla sua esperienza personale e dalla sua fantasia. Ciascuna di queste opere, di questi romanzi, nasce all’interno di una tradizione, che ha sviluppato temi, forme, codici precisi, che si sono rivelati assai funzionali. Generano un canone. Il classico poliziesco inizia con un delitto e finisce con la scoperta del colpevole. Questa struttura narrativa spinge l’autore a interrogarsi, per esempio, sulla natura del male, o sulle sua cause. Il classico romanzo rosa ha una situazione di partenza diversa: lei lo ama, ma una serie di ostacoli si frappongono al lieto fine. Che l’autore, o l’autrice, ne sia consapevole o no, una vicenda di questo genere permette di interrogarsi sulla natura dei sentimenti, ma anche sui condizionamenti sociali che determinano la loro libera espressione.

Ogni genere ha sviluppato le sue regole, i propri punti di riferimento, i propri maestri. I generi offrono a chi scrive schemi e punti di riferimento o maestri che possono essere assai utili, perché disciplinano la creatività. E offrono soluzioni pronte all’uso.

I generi servono ai critici. Se l’opera d’arte è un oggetto che suscita domande, è bene capire prima di tutto di quale tipo di oggetto si tratti. Lo sapeva bene già Aristotele, che 2500 anni fa ha iniziato a catalogare i generi, per capire le loro caratteristiche e dunque per capire quali domande potessero nascondere, e quali emozioni e reazioni potessero suscitare. Una tragedia susciterà lacrime, una commedia risate. Un thriller paura. Un fantasy ci farà viaggiare con l’immaginazione. L’avventura terrà desta la nostra attenzione con una raffica di sorprese.

I partecipanti a IoScrittore hanno il compito di leggere e valutare le opere dei loro colleghi. Al torneo partecipano opere di generi molto diversi. Le passioni e gli interessi di ogni lettori influiscono certamente sul suo giudizio: chi non ama l’avventura, troverà probabilmente noiosi quasi tutti i libri che fanno riferimento a questo genere. Tuttavia quando si legge un libro non solo per il proprio piacere, ma per cercare di dare un giudizio oggettivo, è opportuno fare un passo indietro rispetto al proprio gusto personale: bisogna cercare di capire se, all’interno di quel genere, il romanzo è efficace oppure no, se i personaggi e l’ambientazione funzionano, se la trama procede e trascina con sé il lettore.

L’errore da evitare. Il genere è uno strumento assai utile, ma può trasformarsi in una gabbia. I codici rischiano di diventare cliché. Le strutture narrative diventano binari obbligati e prevedibili. Le espressioni, quei dialoghi che sembravano così freschi e veri, si banalizzano e scadono a luoghi comuni. Le regole bisogna conoscerle, ma chi segue tutte le regole del genere finisce per fare un sottoprodotto, magari artigianalmente ben costruito ma con un sapore di muffa, o una sensazione di meccanicità. Le regole esistono ma si possono cambiare. Quando si tratta di arte, le regole bisogna conoscerle per cambiarle. Nel modo giusto: è possibile giocare con i cliché per smontarli ed è possibile reinventare le strutture narrative. Pensate a un giallo in cui l’investigatore scopre alla fine di essere l’assassino: un’invenzione che sembra così moderna, ma in realtà è una delle più antiche detective stories della letteratura, il protagonista si chiamava Edipo. Come l’assassino…

Il consiglio di IoScrittore. Il genere è un’etichetta che a un autore rischia di stare stretta: per chi lo ha scritto, quel romanzo è unico e inclassificabile. Ma i lettori hanno un complesso universo di attese e tendono a incasellare quello che leggono sulla base delle loro letture e delle categorie che utilizzano abitualmente. Dunque bisogna tenerne conto.

Chi scrive un romanzo, scrive innanzitutto per sé stesso, ma scrive anche e soprattutto per chi legge. Tra le molte riletture del vostro romanzo, fatene una molto attenta, in cui pensate unicamente all’effetto che fa sul lettore, pagina dopo pagina, paragrafo dopo paragrafo. Quali emozioni, quali sorprese suscita? Chissà, magari state innovando un genere canonico, oppure state addirittura inventando un nuovo genere… L’importante è che non sia del genere “noioso”!

Il manuale per imparare a scrivere grazie ai grandi autori della letteratura

Un manuale per imparare a scrivere diverso dagli altri: Imparare a scrivere coi grandi (Rizzoli) di Guido Conti, è una antologia di racconti di alcuni dei più grandi scrittori della letteratura internazionale, concepita per fungere da pratico vademecum di scrittura.

La cosa più importante per imparare a scrivere è leggere, afferma Conti (e non è certo il solo a pensarla così), leggere e analizzare i racconti dei grandi autori, facendone i propri maestri: da Franz Kafka ad Anton Čechov, da Edgar Allan Poe a Victor Hugo.

imparare a scrivere coi grandi guido conti

Lo scrittore deve in primis saper osservare con attenzione, pare chiaro. – scrive Conti nell’introduzione – A questo punto, però, viene da chiedersi come si possa sviluppare, coltivare e allenare una simile qualità. I modi sono molti, ovvio, ma sono convinto che uno sia particolarmente efficace: la lettura.  Leggere insegna ad ascoltare gli altri, educa all’’attenzione al particolare e a guardare il mondo con occhi nuovi, nutre la curiosità. Questo è il primo, vero insegnamento che ciascuno di noi può trarre dai grandi scrittori. Osservare, leggere e scrivere sono sinonimi di un unico atto creativo“. Ma, prosegue l’autore: “Come si legge per imparare a scrivere? Ebbene, ho tentato di rispondere proprio con questa antologia, diversa dalle solite raccolte, convinto che i veri manuali di scrittura siano le opere dei maestri“.

grammatica scuola imparare a scrivere

LEGGI ANCHE – Dove vanno messi gli aggettivi? La microlezione di grammatica

Come si scrive un incipit d’impatto? Ce lo insegna Anton Čechov. In che modo si può tenere alta la tensione narrativa? Basta chiederlo a Jack London. Come si costruisce un colpo di scena perfetto? La risposta la dà Aleksandr Puškin. Se lette nel modo giusto, le opere dei grandi scrittori rappresentano una fonte inesauribile di idee, stimoli e strumenti per imparare a scrivere.

errori di grammatica imparare a scrivere

LEGGI ANCHE – Meglio una ripetizione di un sinonimo stupido: la microlezione d’italiano

Guido Conti – autore e docente di scrittura creativa – raccoglie in questo volume i racconti di alcuni tra i massimi esponenti della letteratura mondiale, per svelare le tecniche che rendono uniche le loro opere: il modo di impostare la trama, l’impiego di uno specifico punto di vista, l’equilibrio tra detto e non detto, la scelta dello stile, i trucchi per rielaborare un’idea, e la distribuzione di tutti questi ingredienti a seconda dei diversi generi letterari.

lettura leggere pagina bianca

LEGGI ANCHE – Come scrivere un bestseller

Fonte: www.illibraio.it