Frasi belle (e corte) per ogni occasione, tratte dalla letteratura

Chi ha detto che solo in un testo lungo ed esaustivo si possono celare significati degni di nota? Come hanno dimostrato molti autori e autrici di tutti i tempi, in realtà, la capacità di veicolare un messaggio di valore e dal forte impatto non dipende tanto dalla sua lunghezza, quanto dall’efficacia delle parole che si scelgono.

SCOPRI LA SEZIONE “CITAZIONI” DEL NOSTRO SITO

Per questo abbiamo deciso di selezionare alcune frasi corte, ma soprattutto belle, tratte dalla letteratura: da Matteo Maria Boiardo a Fëdor M. Dostoevskij, passando per Georges Sorel e per Tito Livio, ecco quindi una rassegna di brevi aforismi che aiutano a riflettere, a tirarsi su di morale e ad apprezzare le piccole e grandi meraviglie della vita…

Cominciamo da una delle frasi più corte (e belle) dedicate al valore della lettura stessa, che dobbiamo all’aforista francese Augusta Amiel-Lapeyre. Una figura vissuta fra il XIX e il XX secolo e di cui ci sono ignote molte notizie biografiche, a cominciare dalla data di nascita e di morte, ma della quale conosciamo l’acclamata raccolta Pensées sauvages datata 1923, in cui si legge:

Molti leggono per dire: “Ho letto”. E altri per dire “Ho pensato”.

Una delle frasi corte più belle di Augusta Amiel-Lapeyre

Una riflessione che ci suggerisce l’importanza di sviluppare un ragionamento critico, e che ben si affianca a una delle frasi più note dello scrittore francese Henry de Montherlant (1895-1972), secondo il quale dentro di noi abbiamo modo di attingere a una quantità potenzialmente illimitata di spunti, pensieri e sensazioni. Nei suoi Carnets, pubblicati in Francia da Gallimard, scriveva infatti in una frase corta, eppure di grande bellezza:

L’infinito è nel cuore dell’uomo, e non altrove.

E non è tutto, perché secondo tanti scrittori e tante scrittrici che hanno fatto la storia della letteratura l’animo umano è anche e specialmente la sede della speranza. Credere in noi stessi e in ciò che ci riserva la vita è l’unico modo di non smarrirci, almeno stando a quanto affermò nel XV secolo Matteo Maria Boiardo (1441 ca. – 1494), all’interno di una delle sue Pastorali (Guanda, a cura di S. Carrai e M. Riccucci):

Perduto è sol chi se stesso abbandona.

Una delle frasi corte più belle di Matteo Maria Boiardo

Sulla stessa scia si inserisce una delle frasi corte più belle che ci sono rimaste del filosofo, sociologo e ingegnere Georges Sorel (1847-1922), che riprende un concetto simile in un’opera intitolata Riflessioni sulla violenza (Rizzoli, traduzione di M. G. Meriggi). La sua idea, infatti, è che non solo la nostra esistenza, ma pure il nostro futuro, dipendano in gran parte dall’ottimismo che riusciamo a conservare nel domani:

L’avvenire è di coloro che non sono disillusi.

Apparentemente distante da queste idee sembra invece il celebre Fëdor M. Dostoevskij (1821-1881), se prendiamo come riferimento una frase corta, bella e incisiva del romanzo L’idiota (Garzanti, traduzione di Licia Brustolin), anche se la verità è che a modo suo anche l’autore russo cerca di veicolare un messaggio di fiducia e di riscatto, concentrandosi però stavolta su ciò che c’è intorno a noi e su come noi riusciamo a recepirlo:

La bellezza salverà il mondo.

Una delle frasi corte più belle di Fëdor M. Dostoevskij

Parole che sembrano volerci incoraggiare a non perdere di vista ciò che conta davvero, ricordandoci che – con un pizzico di ispirazione – il nostro cammino quotidiano può proseguire nella direzione giusta. D’altronde, lo sosteneva già lo storico latino Tito Livio ((59 a.C. – 17 d.C.) nel suo famoso Ab urbe condita (Garzanti, a cura di Guido Reverdito e con un saggio di Emilio Pianezzola), in cui non per niente si legge:

Le grandi ambizioni rendono grandi gli animi.

E concludiamo con una frase breve ma di grande pregnanza pronunciata da Gilbert K. Chesterton (1874-1936) nel suo Ortodossia (Lindau, traduzione di Raffaella Asni), che ci ricorda come – al di là delle ambizioni – a rendere la nostra vita appagante e degna di essere vissuta è soprattutto la gratitudine che riusciamo a coltivare nei confronti di chi e di cosa ci fa stare bene:

La misura di ogni felicità è la gratitudine.

Fonte: www.illibraio.it

Uso di software di intelligenza artificiale: un chiarimento importante

Nel ricordare a tutti i partecipanti lo spirito autentico che anima IoScrittore, vogliamo ribadire un punto fondamentale del regolamento: è severamente vietato l’utilizzo di software di intelligenza artificiale (AI) per qualsiasi fase creativa o valutativa del Torneo.

Questo divieto riguarda sia la scrittura del romanzo presentato, che deve essere frutto esclusivo del lavoro dell’autore, sia la stesura dei giudizi assegnati alle opere da leggere. Tali giudizi devono essere autentici, personali, e rappresentare un vero confronto tra lettori e scrittori, non il risultato di un’elaborazione artificiale.

Il regolamento del Torneo (consultabile a questo link) chiarisce questo punto in modo esplicito all’Articolo 3:

“Non è consentito l’uso di strumenti di intelligenza artificiale per la generazione, totale o parziale, dell’opera presentata o dei giudizi.”

Ricordiamo che l’utilizzo improprio di AI può comportare l’esclusione immediata dal Torneo.

Invitiamo tutti i partecipanti a rispettare le regole, per garantire un ambiente equo e costruttivo, e a cogliere lo spirito che rende unico IoScrittore: un confronto sincero tra scrittori, lettori e appassionati di narrativa.

“Se non hai tempo per leggere, non hai il tempo (né gli strumenti) per scrivere. Semplice.”
— Stephen King

La lettura è parte integrante del percorso di ogni scrittore: leggere con attenzione e scrivere giudizi sinceri significa migliorare la propria scrittura, affinare lo sguardo critico e partecipare a una vera comunità letterari con impegno, autenticità e passione.

Se qualcuno ha utilizzato strumenti di intelligenza artificiale nella stesura dei giudizi della prima fase, ricordiamo che è sempre possibile modificare o sostituire i giudizi inseriti fino alla scadenza della fase di votazione, prevista per il 5 giugno, al fine di evitare il rischio di esclusione dal Torneo.

Grazie per la vostra partecipazione,
Lo staff di IoScrittore

Un giovane commissario, una sorella impicciona, un intricato caso tra passato e presente

Il libro in una frase: sullo sfondo di una Roma sorniona e ammaliante, l’aggressione di una giovane donna e l’omicidio di un fruttivendolo trascinano il commissario Privitero e la sorella Agata in un vorticoso balletto corale in cui si alternano maschere di dolenti antieroi, pallidi mostri di mezza tacca e donne resilienti e coraggiose. 

Amici di scaffale: laserie di Rocco Schiavone di Antonio Manzini, la serie di Carlo Monterossi di Alessandro Robecchi, la serie di Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbán, la serie dell’Allieva di Alessia Gazzola.

Segni particolari: un giovane commissario, “garra” argentina e cuore siculo-emiliano, sfrontato e iracondo quanto basta, con una spennellata malinconica e fatalista. E una sorella logorroica e impicciona, ma armata di spiccata autoironia e che caparbiamente insegue il sogno di diventare scrittrice. 

Dove e quando: Roma, primavera 2023

Tag #noirmediterraneo, #mistery, #romanzogiallo, #Roma, #aspirantescrittrice, #giovanecommissario, #fratelloesorella, #donnecoraggiose

Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore

Tutto nasce durante la gravidanza, mentre aspetto l’arrivo di Giovanni. Io, che non avevo mai scritto nemmeno un racconto breve, inizio a buttare giù una storia “a braccio”. Scrivo giusto i primi due/tre capitoli, poi quell’embrione di manoscritto resta chiuso in un cassetto. Un paio di anni dopo, mi imbatto in un articolo relativo al torneo di IoScrittore: decido così di riaprire quel cassetto, mettermi alla prova e sottoporre la mia scrittura al giudizio di perfetti sconosciuti. Quando carico l’incipit, non ho nemmeno concluso la stesura del romanzo: la realtà è che mi sembra improbabile perfino riuscire a superare la prima fase. Poi, arriva quel venerdì 17 novembre. Non assisto alla proclamazione in diretta perché – non voglio ammetterlo nemmeno con me stessa – in fondo ci spero e non sono ancora pronta a vedere il sipario che cala definitivamente. Alla fine, la curiosità ha il sopravvento e qualche ora dopo vado alla ricerca dei titoli vincitori: è in quel momento che inizia la seconda parte del viaggio che mi ha condotto fin qui, alla pubblicazione. Ora andrà come andrà, ma quest’esperienza mi ha insegnato molto, aiutandomi a capire come migliorare la mia scrittura e permettendomi di confrontarmi con professionisti del settore, altrimenti difficilmente accessibili per un esordiente come me.

“Arrivederci, Roma”: il primo giallo di Monica Mazzarella

Divoratrice seriale di libri, Monica Mazzarella è stata protagonista al torneo letterario gratuito IoScrittore, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol, con Arrivederci, Roma, il suo primo romanzo, giunto in finale e ora disponibile in ebook.

L’autrice, che vive “tra la caleidoscopica Sicilia e il placido Nordest”, nel suo primo libro narra di Luis Privitero, giovane commissario capo alla Mobile di Roma: “garra” argentina e cuore siculo-emiliano, attende il sospirato trasferimento a Siracusa, quando scoppia un caso che coinvolge la Roma salottiera: Flaminia Fabiani viene ritrovata in fin di vita nella casa dell’ex fidanzato Claudio De Angelis, del quale si sono perse le tracce.

monica mazzarella arrivederci roma

Poche ore dopo, un altro fatto di sangue: nella pineta di Castelfusano viene scoperto un cadavere, quello del fruttivendolo Gaspare Dionisio, protagonista di un’inquietante scenografia realizzata dal suo assassino.

Due indagini e meno di un mese per venirne a capo, ma Luis, tenace e battagliero, vuole congedarsi da Roma senza conti in sospeso e decide di raccogliere quest’ultima sfida. Finisce così per ritrovarsi al centro di un beffardo gioco di specchi in cui si alterna il riflesso di eleganti manichini in doppio petto a quello di criminali e di disperati, mentre in controluce appare un filo rosso di sangue che lega una sua vecchia indagine al presente, avvolgendo tutta la storia.

Per sbrogliare quel garbuglio, Privitero non sarà solo: suo malgrado, si ritroverà tra i piedi la sorella Agata. Piombata a casa del fratello per inseguire il sogno di diventare scrittrice, sbircia dal suo taccuino brandelli del caso e decide di intrufolarsi nelle indagini, improvvisandosi una versione sgangherata dell’iconica Jessica Fletcher. Irruente e vulcanica, sconquassa la vita del fratello, scontrandosi a più riprese con la sua burbera emotività, ma sarà un prezioso conforto quando il giovane commissario, con gli occhi inumiditi da una punta di malinconia, si scioglierà dall’abbraccio di quell’amante dannata e inebriante di nome Roma…

Fonte: www.illibraio.it

Frasi sulla famiglia: alcune fra le più belle tratte dalla letteratura

Il concetto di famiglia, che esiste da millenni nelle società umane, è quello che permette a un gruppo di persone più o meno grande di creare un rapporto di sostegno reciproco sulla base di un legame di sangue, di un vincolo come quello del matrimonio o dell’unione civile, o anche solo di una profonda affettività reciproca.

Avendo delle sfaccettature numerose e complesse, come già si intuisce da questa prima definizione e come dimostrano i dibattiti collettivi ancora in corso sull’argomento, l’idea di famiglia ha affascinato gli scrittori e le scrittrici di ogni periodo storico.

SCOPRI LA SEZIONE “CITAZIONI” DEL NOSTRO SITO

Da Lev N. Tolstoj a Louisa May Alcott, passando per Alphonse de Lamartine e per Gilbert Keith Chesterton, ecco quindi una selezione di frasi sulla famiglia tratte dalla letteratura di ieri e di oggi, che tanto nei romanzi quanto nella saggistica ne esplorano le più disparate caratteristiche e peculiarità

Cominciamo con una delle frasi sulla famiglia più celebri della letteratura di tutti i tempi, e con cui si apre Anna Karenina (Garzanti, traduzione di Pietro Zveteremich), capolavoro dello scrittore russo Lev N. Tolstoj (1828-1910). Una constatazione dedicata alle differenze che distinguono una famiglia dalle altre, specialmente quando – per qualche motivo – risulta difficile trovare un certo equilibrio:

Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.

All’altro opposto, nella convinzione che la famiglia sia sempre da apprezzare, nonostante quasi sempre le problematiche non manchino, si colloca l’autrice inglese Louisa May Alcott (1832-1888), che nel suo Piccole donne crescono (Salani, traduzione di Clara Rubens, Dida Paggi ed Elda Levi), prosieguo del celebre romanzo di formazione Piccole donne, indica quanto sia prezioso, comunque vada, avere degli affetti su cui contare:

Per me, non c’è che dire: la cosa più bella del creato è la famiglia!

Una delle frasi sulla famiglia di Louisa May Alcott

Naturalmente sono numerose le sfumature di grigio fra questi due visioni, fra le quali segnaliamo in particolare una profonda considerazione firmata Alphonse de Lamartine (1790-1869), scrittore francese che nelle sue Confidenze (Sonzogno, traduzione di Carlo Artuso) del 1849 ci spiega il motivo per cui la famiglia sia a suo avviso una proiezione amplificata delle nostre vite individuali:

La famiglia, evidentemente, è un secondo noi stessi, esistente prima di noi e sopraviventeci con quello che vi è di migliore in noi: è l’immagine della santa e amorosa unità degli esseri, rivelata dal piccolo gruppo di esseri collegati fra loro, e resa visibile dal sentimento!

Di opinione simile è anche Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), che nel suo Eretici (Lindau, traduzione di Cristina Cavalli) del 1905 si concentra in particolare sulla famiglia intesa come spazio e luogo simbolico dal quale veniamo accolti dopo la nostra nascita, creando un suggestivo parallelismo fra la dimensione domestica e una più letteraria e allegorica:

Quando entriamo nella famiglia, con l’atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola.

Una delle frasi sulla famiglia di Gilbert K. Chesterton

Un punto di vista che lo scrittore e giornalista britannico affianca a un’altra sua frase sulla famiglia altrettanto significativa, che possiamo rintracciare invece nel suo Fantasie e fedi del 1923. Qui, il suo focus si sposta dalla famiglia di origine a quella che ha l’occasione di creare ciascuno di noi nel corso della propria vita, descrivendola con poche ma incisive parole da tenere a mente ancora oggi:

La famiglia è il test della libertà, perché è l’unica cosa che l’uomo libero fa da sé per sé.

Questo concetto, peraltro, nel mondo contemporaneo si sta affrancando sempre di più dal modello di famiglia nucleare, per inglobare sempre più sfaccettature e accezioni, sempre più possibilità e componenti, come nel XIX faceva già notare l’autore americano Mark Twain (1835-1910), dando una definizione di famiglia quanto più ampia possibile, e il cui denominatore comune è l’interconnessione di chi ne fa parte nella vita quotidiana:

Famiglia: un’unità composta non solo da bambini, ma da uomini, donne, qualche animale occasionale e dal raffreddore comune.

Fonte: www.illibraio.it

Frasi sulla leggerezza, alcune fra le più belle tratte dalla letteratura

Una filosofia di vita? Un’arte? Una necessità? Probabilmente il concetto di leggerezza risponderebbe bene a tutt’e tre queste definizioni, fondamentale com’è in un mondo che tende sempre di più a correre, a prendersi sul serio e ad appesantirci con mille pensieri.

Non per niente, del resto, è da secoli che scrittori e scrittrici di ogni dove si interrogano sulle sue caratteristiche, cercando di afferrarla e di darle una forma senza però spezzarne l’incanto. Perché a evocarla basta poco, certo, ma rimane poi altrettanto facile rendere la leggerezza un’artificiosa caricatura di sé stessa.

SCOPRI LA SEZIONE “CITAZIONI” DEL NOSTRO SITO

Dalle parole di Apuleio a quelle di Jerome K. Jerome, passando per Marina Cvetaeva e per Milena Jesenská, ecco quindi una selezione di alcune fra le più belle frasi sulla leggerezza tratte dalla letteratura, per riscoprirne il valore intrinseco e tornare a considerarla una parte integrante della nostra quotidianità…

Frasi sulla leggerezza tratte dalla letteratura

Cominciamo da una frase tratta da Tutto è vita (Guanda, a cura di Dorothea Rein) della giornalista, autrice e traduttrice ceca Milena Jesenská (1896-1944), che ci aiuta a far luce su un aspetto fondamentale: calcare la mano sulla leggerezza sarebbe un errore, tanto quanto pretendere che sia l’unico principio in grado di guidare le nostre azioni, anche se prenderla in considerazione al momento giusto può davvero fare la differenza…

Prendere sul serio la leggerezza è di cattivo gusto. Ma assaporare la leggerezza senza lasciarsene prendere la mano è una forma superiore di vita.

A rendere ancora più esplicito questo punto di vista è stato lo scrittore, poeta e filosofo francese Paul Valéry (1871-1945), che nell’opera Tel quel (it. Tal quale), pubblicata nel 1943, ha evidenziato la differenza fra leggerezza e superficialità con una doppia similitudine, sintetica eppure al tempo stesso estremamente efficace, che potremmo considerare una massima universale di comportamento:

Bisogna essere leggeri come un uccello e non come una piuma.

Una frase sulla leggerezza di Paul Valéry

Dal paragone con il librarsi in cielo passiamo ora a uno più legato al mondo marino, un famoso passo sulla leggerezza contenuto nel romanzo Tre uomini in barca (Garzanti, traduzione di Alba Bariffi) di Jerome K. Jerome (1859-1927). Qui infatti, lo scrittore, giornalista e umorista britannico ci ricorda che non ha senso sovraccaricarci di aspettative, pulsioni e desideri, e che una vita leggera è spesso una vita più felice:

Liberatevi della zavorra, uomini! Lasciate che l’imbarcazione della vostra vita sia leggera, carica soltanto di quello di cui avete bisogno: una casa accogliente e qualche semplice piacere, un paio di amici degni di questo nome, qualcuno da amare e che vi ami, un gatto, un cane, e una o due pipe, cibo e indumenti a sufficienza e da bere in abbondanza, perché la sete è una compagna pericolosa.

Dopotutto, lo sosteneva già nel II secolo l’autore latino Apuleio (125-180 circa) nell’opera apologetica Della magia (Garzanti, traduzione di Concetto Marchesi), evidenziando che anche nelle situazioni meno liete possiamo restare a galla se evitiamo i pesi inutili, trovando proprio nella leggerezza una strategia di sopravvivenza, un salvagente, un modo per non perdere di vista l’essenziale e tornare gradualmente a prendere fiato:

Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare.

Una frase sulla leggerezza di Apuleio

E concludiamo con una frase della celebre scrittrice e poetessa russa Marina Cvetaeva (1892-1941), che in una lettera a Myroslav Yurkevich del 1916 associò questo termine a un senso più ampio e più profondo di benessere personale e interpersonale, fatto di rispetto reciproco, di autodeterminazione e di ascolto, che non potrebbero coesistere senza il collante di una leggerezza consapevole ed empatica:

Io voglio leggerezza, libertà, comprensione − non trattenere nessuno e che nessuno mi trattenga.

E quella famosa frase di Italo Calvino?

Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.

Probabilmente sarà capitato anche a voi, una volta o l’altra, di imbattervi anche in questa frase sulla leggerezza attribuita allo scrittore italiano Italo Calvino (1923-1985), ma sapevate che in realtà si tratta di una citazione che non figura nel volume Lezioni americane (Mondadori) al quale viene associata?

Nel febbraio 2022 la giornalista Alessandra Chiappori ci ha tenuto a segnalarne l’attribuzione errata, riprendendo un commento del 2018 che era stato pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter) dalla stessa figlia dello scrittore, Giovanna Calvino, in risposta a un post.

In ogni caso, di per sé, le sei proposte per il nuovo millennio concepite dall’autore in vista di un ciclo di lezioni che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard includono anche il concetto di leggerezza, che peraltro è il primo in ordine di apparizione.

Trattandosi di un discorso legato alle future possibilità nel campo della scrittura, in un contesto – quello del tardo Novecento – sempre più segnato da importanti trasformazioni culturali, Calvino la definisce in primis come una “sottrazione di peso” da applicare ai personaggi di una storia, alla sua struttura e al suo linguaggio, citando poi svariate opere letterarie da cui prendere spunto.

Ma è tutto qui? Certo che no: alcune riflessioni contenute in Lezioni americane sulla leggerezza prendono poi una piega meno tecnica e più suggestiva, arricchendosi di spunti di riflessione ancora molto attuali. Se vi interessa saperne di più, vi rimandiamo a questo nostro articolo che abbiamo dedicato più nel dettaglio all’argomento…

Fonte: www.illibraio.it

Un protagonista originale, una storia poetica e divertente. Non perdetevi “L’uomo che parlava ai funerali”, vincitore del torneo IoScrittore 2023, ora in libreria per astoria

Un protagonista originale, una storia poetica e divertente. Non perdetevi “L’uomo che parlava ai funerali”, vincitore del torneo IoScrittore 2023, ora in libreria per astoria

Chi tra i partecipanti al torneo ha avuto occasione di leggere questo romanzo, forse lo ricorda con il titolo “Come si muore da queste parti”: era tra i 10 romanzi arrivati in finale nel 2023. E ora, a circa un anno e mezzo di distanza, questa originalissima storia è arrivata in libreria, per astoria, con un nuovo titolo, “L’uomo che parlava ai funerali” e con tutta la forza di uno stile diretto e intensamente poetico. Nel romanzo seguiamo la storia di Renato, un esperto di funerali. Nelle sue agendine, annota con precisione l’ora e il luogo, ci aggiunge qualche segno particolare del defunto, e poi via, una funzione dietro l’altra, tutto il giorno, tutti i giorni. Poche parole ben scelte, amici e parenti versano un’ultima lacrima e la sua missione è compiuta. Ma perché lo fa? Nella vita di Renato, un tempo, c’erano una famiglia, il lavoro da messo comunale, le vacanze al mare, tanto amore – e qualche battibecco – per Lidia, sua moglie, e tante speranze – e qualche preoccupazione – per il figlio Luca. Ma quella vita ormai non c’è più e lui ha deciso di riempire il vuoto con le lacrime degli altri… Non vi diciamo di più, per non rovinarvi il piacere della lettura di un romanzo che davvero sa toccare le corde del cuore e far sentire meglio il lettore. Prima di lasciarvi al piacere della lettura, abbiamo voluto fare a Mario Zangrando, l’autore, qualche domanda sulla sua partecipazione al torneo e sull’esperienza del lavoro con un editor.

Come e perché hai deciso di partecipare a IoScrittore?

IoScrittore è arrivato per me dopo un apprendistato di qualche anno nei concorsi per racconti. La scrittura sulla distanza breve mi ha regalato molte soddisfazioni, quella decisiva è stata la borsa di studio per “Scrivere di notte”, corso annuale di Scuola Belleville. Alla fine del corso avevo in mano una storia che sentivo mia, incompleta sotto alcuni aspetti ma solida nell’idea di base. La prima stesura era quasi ultimata e così, per la prima volta da quando avevo sentito parlare di IoScrittore, mi sentivo attrezzato per partecipare. Quando ho caricato l’incipit, mi sono sentito come se stessi comprando il biglietto della lotteria: eravamo tanti, tantissimi, quante probabilità c’erano? Ma il tentativo andava fatto. I riscontri che sono arrivati poi sono stati subito incoraggianti e quando ho passato la prima fase mi sono sentito grato verso chi mi aveva mandato avanti con il suo supporto. Quando poi ho saputo di essere tra i primi dieci, potete chiedere conferma a mia moglie, ho esultato come a un goal. Leggere i commenti all’intero romanzo mi ha emozionato, profondamente. La telefonata con cui mi avvisavano che sarei stato pubblicato da astoria mi ha preso talmente alla sprovvista che ho chiesto di ripetere due volte praticamente ogni frase alla persona che mi parlava.

Lo consiglieresti a un aspirante scrittore?

L’ho già fatto. L’ho consigliato ad altri che ho incontrato lungo il mio percorso di scrittura. Noi che scriviamo abbiamo bisogno di stare un po’ per i fatti nostri quando si tratta di trovare e poi mettere giù le parole una dietro all’altra. Per parafrasare Virginia Woolf, ci serve una stanza tutta per noi. Però non ci si può seppellire là dentro per sempre, prima o dopo arriva il momento in cui sentiamo il bisogno di un confronto per capire se quello che è chiaro e lineare nelle nostre teste lo è anche per gli altri che sono fuori da quella stanza. E allora poveri partner, mogli, mariti, migliori amici e migliori amiche… costretti a leggere e, spesso, ad accondiscendere per salvare i rapporti. Ma non sarebbe tutto più semplice se si potesse avere un confronto con qualcuno di più qualificato e distaccato di un amico o un parente? Ed ecco che la formula del torneo IoScrittore viene incontro a questa esigenza di uscire dalla propria stanza e di trovare sul pianerottolo altri come te, aspiranti scrittori e scrittrici, che hanno difficoltà e necessità simili alle tue, che fanno errori che anche tu fai, che trovano soluzioni a cui tu non avevi ancora pensato e che, quando vedono le tue magagne, in modo gentile ma fermo, te le fanno tranquillamente notare, senza il timore di perdere il tuo saluto e il tuo affetto. Funziona, provare per credere.

Quali libri ti hanno ispirato durante la scrittura?

Sono un lettore onnivoro e disordinato. Ho letto e riletto “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Marquez e sto facendo lo stesso con “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi. Ho amato i romanzi più celebri di Stephen King e i suoi racconti così come i racconti di Raymond Carver, le “Odi elementari” di Pablo Neruda, “La versione di Barney” di Mordecai Richler, “Una banda di idioti” di John Kennedy Toole. Ogni volta che mi imbatto in Marcovaldo o Holden Caulfield finisce che facciamo serata assieme. È un elenco, credo, abbastanza rappresentativo del disordine e della dieta sbilanciata di cui parlavo sopra. Sono libri e autori che mi hanno ispirato non tanto durante la scrittura ma durante la vita. Perché se è vero che siamo quello che mangiamo, forse, almeno un po’, siamo anche quello che leggiamo. 

Che cosa ci puoi dire della tua esperienza di lavoro con un editor?

Mi è piaciuto da matti, come un giro di giostra che dura mesi, è stato uno stimolo fortissimo a scrivere, riscrivere, scrivere bene, scrivere meglio, andare in profondità, rispondere a domande che ancora non mi ero posto, risolvere problemi che nemmeno sapevo che c’erano e tutto questo non per il semplice fatto che qualcuno ti legge, ma perché ti legge in modo serio, professionale, con cura e con passione, ma in cambio ti chiede conto di quello che scrivi. Di tutto quello che scrivi. E nei dettagli. Non si può fregare l’editor, vuole conoscere i tuoi personaggi fin nelle pieghe più nascoste e vuole visitare ogni lama di luce e ogni sacca d’ombra nel mondo della tua storia. E tu, autore, devi accompagnare l’editor là dentro, non puoi tirarti indietro, non puoi dire “non lo so”. È la tua storia, devi saperlo o per lo meno arrivare a saperlo. Lavorare con le editor (ho avuto la fortuna di averne due accanto, Cristina Prasso e Jessica Tini) è stato un viaggio avventuroso e appassionante. Rubo il paragone a Prasso: come portare sana e salva “la mandria in Missouri”.

Festival culturali: il programma di Taobuk 2025 con 200 ospiti da tutto il mondo

Dal 18 al 23 giugno oltre 200 ospiti internazionali, provenienti da 30 Paesi, si ritroveranno a Taormina per la quindicesima edizione di Taobuk – Taormina International Book Festival, il festival di letteratura internazionale diretto e presieduto da Antonella Ferrara. Filo conduttore di quest’anno, il tema Confini.

Il tema della quindicesima edizione

“Oltre i confini. Dentro i confini. Non c’è contraddizione” – si spiega nella presentazione – “nell’ambivalenza che è propria di ogni linea di demarcazione, dal latino cum-finis, limite comune. È dunque spazio da condividere e rispettare al tempo stesso, nell’accettazione delle reciproche identità, individuali e collettive, geografiche ed esistenziali. Eppure, il confine fisico o metafisico, materiale o ideale, continua spesso ad essere inteso come chiusura invalicabile nei rapporti interpersonali come nel macrocosmo delle nazioni, impedendo la libera circolazione delle persone e soprattutto del loro pensiero”.

Nella presentazione si ricorda inoltre che la kermesse “da anni sa farsi strumento di promozione per il turismo culturale” con il sostegno della Regione Siciliana, guidata dal Presidente Renato Schifani, dell’Assessorato regionale del Turismo, Sport e Spettacolo retto da Elvira Amata, della Fondazione Taormina Arte Sicilia e del Parco Archeologico Naxos Taormina, insieme ad altre importanti istituzioni e realtà pubbliche e private.

Come sottolinea Antonella Ferrara, “il tema scelto per la XV edizione di Taobuk, Confini, ci pone a cospetto di una responsabilità culturale, intellettuale e storica alla quale siamo chiamati a rispondere con profondità di sguardo e di indagine e alla quale non possiamo e non vogliamo sottrarci. Una responsabilità di visione che è, da sempre, l’urgenza che muove le scelte autoriali di Taobuk. Nell’etimo di confini, cum finis che esplicita il portato semantico di un limite comune, risiede esattamente la complessità di questa sfida, tra le più drammatiche, complesse e urgenti del contemporaneo. Una sfida di prospettiva, di approfondimento, di linguaggio e di senso. I confini, fisici e geografici, ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non semplici linee di separazione ma stazioni di confronto e scoperta, dove la diversità diventa risorsa. Avvertiamo l’urgenza di porci in ascolto di quei luoghi dell’anima, del corpo, della mente, della scienza, della prassi politica, del procedere filosofico e dell’analisi storica, per cogliere la prossimità di un altrove in cui si delineano gli albori delle società future. Quei segni di frattura, quei crinali, per cui la Storia entra nel nostro vissuto più intimo facendo risuonare potentissimo il senso autentico del nostro riconoscersi simili e vicini, esattamente qui e ora, davanti alla grande prova del Presente. L’idea di confine, spesso strumentalizzata da dinamiche atte ad alimentare paura e diffidenza dell’altro, nello sguardo che anima il Festival diventa traiettoria di incontro. Per capire chi siamo abbiamo bisogno di storie che sappiano interrogare il nostro più profondo bisogno di comprensione, consapevoli che risiede nell’atto di fede nella parola scritta il rispetto di ogni alterità e la costruzione di un futuro di dialogo”.

“Abbiamo scelto Confini come parola chiave di questa edizione perché è importante poter parlare di luoghi dai significati contrastanti, a volte tragici nel tempo che viviamo. Luoghi di separazione e di scontri ma anche luoghi di incontro e di scambio. Troppo spesso luoghi di morte per coloro che provano ad attraversarli nel sogno di una vita migliore o di uccisioni e stragi da parte di chi li vuole cambiare per ragioni di conquista. Ma nessun confine è solo separazione perché è anche incontro e relazione”, commenta Nino Rizzo Nervo, presidente del Comitato scientifico di Taobuk.

Le celebrazioni per il 70esimo anniversario della Conferenza di Messina e Taormina

Dal 18 al 20 Giugno, nell’ambito del Festival Taobuk, avranno inoltre luogo le Celebrazioni per i 70 anni dalla Conferenza di Messina e Taormina, promosse dalla Regione Siciliana

Il programma

“Per affrontare i molteplici panorami del sapere e dei saperi che il tema permette di esplorare”, dal 18 al 23 giugno 2025 il festival presenta approfondimenti, spettacoli, mostre e talk che si succederanno all’interno di diversi percorsi disciplinari.

Taobuk Award e il Gala del 21 giugno al Teatro Antico

Con il riconoscimento assegnato dal comitato scientifico presieduto dal giornalista Nino Rizzo Nervo, l’albo d’oro del Festival “si arricchisce dei nomi di personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, le cui esperienze umane e professionali hanno profonde connessioni con il tema dell’edizione”.

Il Taobuk Award for Literary Excellence 2025 sarà consegnato a cinque scrittori: lo statunitense Peter Cameron, lo spagnolo Javier Cercas, la belga Amélie Nothomb, la britannica Zadie Smith e Susanna Tamaro. Per le arti visive il premio andrà ad Ai Weiwei.

Per il cinema a due premi Oscar come il regista Gabriele Salvatores e l’attrice e attivista Whoopi Goldberg, insieme agli attori Monica Guerritore e Pierfrancesco Favino, eccellenze sul grande e piccolo schermo come in campo teatrale; per la musica al soprano Jessica Pratt e al pianista Ramin Bahrami, per la danza saranno insigniti del premio il primo ballerino dell’Opéra di Parigi, Andrea Sarri e il Centro Coreografico Nazionale / Compagnia Aterballetto.

La cerimonia di consegna avverrà sabato 21 giugno al Teatro Antico nel corso del Taobuk Gala condotto da Antonella Ferrara e da Massimiliano Ossini. L’evento andrà in onda su Raiuno il 5 luglio. “Cultura e intrattenimento per i 4500 spettatori che assisteranno ad uno spettacolo caleidoscopico, animato dalla colonna sonora affidata da diverse edizioni all’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, l’ente lirico regionale guidato dal sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano, che è coproduttore musicale della serata”. Sul podio la direttrice d’orchestra Gianna Fratta.

La finale del Premio Strega Saggistica

Si terrà venerdì 20 giugno la serata finale della prima edizione del nuovo Premio Strega Saggistica istituito e promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Strega Alberti Benevento e Taobuk – Taormina International Book Festival. I cinque finalisti selezionati –Alessandro Aresu, con Geopolitica dell’intelligenza artificiale (Feltrinelli), Anna Foa, con Il suicidio di Israele (Laterza), Vittorio Lingiardi, con Corpo, umano (Einaudi), Simone Pieranni, con 2100. Come sarà l’Asia, come saremo noi (Mondadori), Luigi Zoja, con Narrare l’Italia. Dal vertice del mondo al Novecento (Bollati Boringhieri) – saranno a Taormina insieme con Anne Applebaum, vincitrice del Premio Strega Saggistica Internazionale. Giornalista e saggista statunitense naturalizzata polacca, già Premio Pulitzer nel 2004, è autrice di Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo, tradotto da Tullio Cannillo (Mondadori, 2024).

Teatro greco di Taormina durante Taobuk
I percorsi tematici

Cum-finis

“La prima direttrice di programma muove dall’etimologia di confine; ciò che separa unisce, se il fine è comune. E in quest’ottica individua corrispondenze nelle voci più influenti della letteratura contemporanea”.

La saggista Zadie Smith (20 giugno) “ha saputo dare forza alle tensioni sociali, culturali e identitarie che definiscono il mondo contemporaneo: dalla gentrificazione alla disuguaglianza, dal multiculturalismo alle dinamiche familiari fino al progresso tecnologico, in una frantumazione dei confini che separano culture, persone e storie. L’autrice dialogherà con Antonio Monda, scrittore, regista e saggista”.

Melania Mazzucco (20 giugno) in Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne (Einaudi) “crea una figura femminile segnata dalla continua reinvenzione di sé, mettendo in discussione il limite di un’identità fissa e immutabile, valorizzando il “silenzio” quale spazio sonoro di echi verso le più ampie libertà: essere, diventare, trasformarsi”.

Emanuele Trevi (20 giugno) “oltrepassa le barriere tra il vissuto e l’immaginato, tra il ricordo e la sua trasfigurazione narrativa. La riflessione sul confine non è mai una pura astrazione, ma una tensione viva, in equilibrio instabile tra l’autobiografia e la critica, tra l’analisi del reale e l’invenzione letteraria”.

Alessandro Piperno (21 giugno), “in Ogni maledetta mattina. Cinque lezioni sul vizio di scrivere (Mondadori), conduce il lettore dietro le quinte dell’atto creativo, indagando la scrittura come esercizio di stile, passione sviscerata e vertigine profonda. Un’occasione per scoprire come lo scrittore Premio Strega viva confine tra l’autore e l’uomo”.

Susanna Tamaro (21 giugno) “esplora temi fondamentali quali la ricerca di senso, la fragilità delle relazioni, l’urgenza di riconciliazione con il mondo interiore ed esteriore. L’autrice di Va’ dove ti porta il cuore (Solferino) ha saputo costruire ponti tra anime e culture, restituendo alla letteratura la sua missione più alta: illuminare il senso dell’umano e del mondo e rivelando il potere trasformativo della parola”.

Peter Cameron (21 giugno) “dipana il sottile intreccio tra solitudine e connessione, dove le frontiere dell’identità, dell’amore e della comprensione si sfumano. Come in Un giorno questo dolore ti sarà utile (Adelphi) ci ricorda che siamo contemporaneamente insieme e soli, alla ricerca costante di comprensione, di noi stessi e degli altri. Una visione che esalta il potere della letteratura come luogo di empatia, rivelazione e trasformazione”.

Amélie Nothomb (21 giugno), la cui opera è pubblicata in Italia da Voland, “ha il dono di smantellare ogni confine, che sia culturale, emotivo o esistenziale, in un prisma di prospettive che esortano a ripensare i confini in sé stessi e nei legami con gli altri, a sondare la soglia tra separazione e continuità. A riprova della profonda sensibilità di una narratrice, assegnataria di riconoscimenti tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française, il Prix Internet du Livre, il Renaudot e lo Strega, dalle molteplici sfumature, dove il confine diventa luogo di trasformazione”.

Agnese Pini (22 giugno) in “La verità è un fuoco (Garzanti) affronta il confine tra parola e silenzio, restituendo alla scrittura il compito di interrogare le verità sospese dell’infanzia e delle relazioni più intime. Una riflessione sul valore della memoria e sul prezzo dell’autenticità”.

Matteo Collura (23 giugno) nella lectio magistralis Così è Pirandello (se vi pare) “descriverà il Girgentano oltre l’aura moralistica che lo circonda, ma sempre avanti nei tempi della creatività e per questo incompreso e osteggiato. Collura – scrittore, giornalista, storico collaboratore del Corriere della Sera, nonché amico e biografo di Leonardo Sciascia – vanta altresì una profonda conoscenza dell’animo pirandelliano, diviso tra genialità e sofferenza e capace di trasformare il proprio dolore in teatro e letteratura immortali”.

Lally Masia (23 giugno) “indaga i margini dell’identità con Al di là della regione (Leone Editore), romanzo teso tra attrazione e perdita, menzogna e verità. Un viaggio nelle ambiguità del desiderio e del potere, dove ogni confine si fa soglia di trasformazione”.

Lo scrittore e giornalista Alessandro Robecchi (23 giugno), autore della serie noir con protagonista Carlo Monterossi in Tallone da killer (Sellerio) “dipinge un affresco penetrante attraverso un vortice di intrighi e colpi di scena. Un romanzo che non solo esplora la disillusione dei nostri tempi, ma anche il paradosso di un crimine che, in un mondo sempre più dominato dalla disparità sociale, diventa un affare di lusso”.

Limes è limite?

Il termine latino limes, opposto a cum-finis, annuncia una chiusura. “Eppure non sono da escludere altre linee di connessione lungo la Storia e in mezzo alle storie. Una via seguita da scrittori e saggisti che si interrogano appunto sul bilancio del passato recente per la costruzione di un futuro migliore”.

Lo conferma la prosa ‘umana’ di Yasmina Khadra (20 giugno) pseudonimo di Mohamed Moulessehoul “che per eludere la censura militare, ha adottato il nome della moglie, rendendo sé stesso libero di raccontare l’altra riva del Mediterraneo, offrendo uno sguardo empatico sulle vicende dell’Algeria, dipingendo un affresco storico e morale di un’epoca divisa tra oppressione ed emancipazione, colonialismo e resistenza morale”.

Javier Cercas (20 giugno), “cantore della Spagna e della storia recente dell’Europa, plasma e fonde romanzo, saggio e memoria. Si approccia al conflitto dell’identità come un atto letterario e sfida anzi il lettore a confrontarsi con la complessità dell’eredità storica, in un atto di mediazione e conciliazione degli opposti, unendo i confini tra vero e immaginato. Da Soldati di Salamina al recente Il folle di Dio alla fine del mondo, entrambi editi da Guanda, seleziona i ritagli della storia sedimentati nella memoria collettiva ricostruendo un universo di finzione tra presente e memoria, letteratura e realtà”.

A Taobuk per un incontro realizzato in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia, Cercas sarà in dialogo con Antonio Spadaro, Sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione. Nel corso dell’appuntamento l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios conferirà allo scrittore il Taobuk Award.

“Vibrante, visionaria” è Gioconda Belli (20 giugno) scrittrice e poetessa nicaraguense, che ha partecipato attivamente al movimento sandinista contro la dittatura di Somoza. “Una penna appassionata che nella sua opera intreccia magistralmente vicende personali e collettive attraversando confini geografici, politici e interiori, che non sono barriere insormontabili né linee di divisione, ma luoghi ricchi di significati e spazi profondi di crescita umana, dove tradizione e modernità, appartenenza e autonomia si incontrano e si confrontano”. In dialogo con Juan Carlos Reche Cala, Direttore Instituto Cervantes Palermo, co-promotore dell’appuntamento.

La giornalista e documentarista Monica Maggioni (20 giugno), attualmente direttrice editoriale per l’offerta informativa della Rai, presenta il suo Spettri (Longanesi) “per scandagliare la memoria collettiva alla ricerca di nodi irrisolti: il rimosso della storia, le colpe dell’Occidente, la miopia con cui spesso si affrontano le crisi internazionali”.

In Guerra o pace (Solferino), Giulio Tremonti (22 giugno) “propone una riflessione lucida e inquieta sull’ordine globale che si va ridefinendo. Tra conflitti ibridi, egemonie in mutamento e nuove forme di potere, l’Europa si scopre marginale: un’indagine che interroga il confine sottile tra equilibrio e caos”.

Antonio Monda (22 giugno) “ha con la cultura americana un rapporto assoluto: dall’approdo nella Grande Mela al successo internazionale tra letteratura e cinema, ha costruito legami con leggende dell’arte che racconta in Incontri ravvicinati (La nave di Teseo): da Meryl Streep ad Al Pacino, da Muhammad Ali a David Foster Wallace e Martin Scorsese, da Ingrid Bergman a Stephen King e Cate Blanchett, fino a Philip Roth, Robert De Niro, Gore Vidal”.

Ferruccio De Bortoli (22 giugno) parte dal suo libro Ritorno alle origini (Solferino) che raccoglie le parole e la consapevolezza dei Padri dell’Europa unita: da Schuman a De Gasperi, da Adenauer a Spinelli. “Un invito a riscoprire le radici comuni del progetto europeo, in un tempo che sembra aver smarrito la propria memoria fondativa”.

Silvia Mantini (22 giugno) “esplora, attraverso Reti d’Europa (Laterza), la figura di Margherita d’Austria come paradigma di una modernità precoce, capace di abitare il potere oltre i confini di genere e nazione. Un’occasione per ripensare l’Europa da una prospettiva al femminile e transfrontaliera”.

Nelle dense pagine di Col buio me la vedo io (Einaudi), la giornalista e scrittrice Anna Mallamo (23 giugno) ” trasporta nella Calabria degli anni ’80 in un romanzo di formazione sull’audacia di oltrepassare i limiti imposti dalla paura e dal silenzio”.

Con Io, Winston (Solferino) Gabriele Genah (23 giugno) “compone un ritratto personale e spiazzante di Churchill, attraversato da ombre e visioni, dando vita a un racconto in bilico tra realtà e invenzione, dove l’identità si fa teatro interiore e la memoria diventa spazio di conflitto”.

Alfio Bonaccorso (23 giugno), direttore esecutivo di Taokuk, è l’autore di A Taormina (Giulio Perrone Editore), “pellegrinaggio letterario e artistico nel genius loci della città, “paradiso di esuli’’ eccellenti, quali erano Roger Peyrefitte, Oscar Wilde, D.H. Lawrence, Truman Capote e John Steinbeck”.

Luca Mastrantonio (23 giugno), giornalista del Corriere della Sera, nel suo libro Piombo e latte (Bompiani) “racconta l’Italia attraversata dalla lotta armata, dalle stragi e dall’avvento della televisione. Il “latte” dell’infanzia si mescola al “piombo” delle cronache”.

Luigi Chiara (23 giugno), con Le mafie tra continuità e mutamento (Carocci), “traccia la mappa mutevole del crimine organizzato, là dove legalità e illegalità si sfiorano. Una lettura che invita a riconoscere i nuovi confini della minaccia e il loro impatto sul tessuto democratico”.

La relazione tra umanesimo e tecnologia, nel segno di Calvino

40 anni dalle Lezioni americane di Italo Calvino e dalla sua scomparsa: l’eredità e la riscoperta del Metodo Calvino come bussola per la complessità. Perché quelle lezioni altro non erano che una raffinata riflessione proprio sui confini, le demarcazioni sottili e sfuggenti tra gli opposti: Leggerezza e Pesantezza, Rapidità e Lentezza, Esattezza e Verosimiglianza, Visibilità e Invisibilità, Molteplicità e Unicità.

Curati da Massimo Sideri, giornalista e docente presso Università LUISS, e realizzati in collaborazione con l’Università di Messina, i sei incontri offrono una guida per comprendere quale sia l’eredità delle Lezioni americane, a partire dal titolo originale: Six memos for the next millenium. Il nostro millennio. Quello in cui viviamo e in cui sempre di più appariamo smarriti proprio di fronte a quella tecnologia con cui Calvino amava giocare mentalmente, interrogandosi sul futuro ma anche dandosi delle risposte come la famosa predizione del dominio del software sull’hardware. La sezione tematica su scienza, tecnologia, cultura umanistica e innovazione vuole essere così una riflessione sulla società con i protagonisti dell’attualità partendo dai capitoli delle lezioni.

Insieme a Sideri ne discuteranno fra gli altri Roberto Battiston, già Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana; Derrick De Kerckhove, sociologo e teorico delle scienze della comunicazione; Luciano Floridi, direttore del Digital Ethics Center dell’Università di Yale; Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino; Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia; Carlo Ratti, architetto e docente presso il Massachusetts Institute of Technology; Giuseppe Riva, docente presso Università Cattolica e Massimo Chiriatti, autori del paper The case for human–AI interaction as system 0 thinking; Maria Rosaria Taddeo, filosofa, Università di Oxford; Oreste Pollicino, costituzionalista dell’Università Bocconi; Franco Malerba, primo astronauta italiano; Valentina Sumini, space architect, MIT; Maria Chiara Carrozza, presidente CNR; Fabiola Gianotti, Direttrice Generale del CERN; Giovanni Allevi, pianista e compositore; Evelina Christillin, Presidente del Museo Egizio di Torino; Francesco Profumo, Presidente di Isybank; Alessandro De Pedys, Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri; Cosimo Accoto, filosofo e ricercatore MIT; Andrea Prencipe, economista, Università LUISS; Marco Aime, antropologo; Anna Christina Nobre, docente presso l’Università di Yale; Jeffrey Schnapp, designer, storico e italianista; Barbara Mazzolai, Direttore associato di Robotica presso l’Istituto Italiano di Tecnologia; Ramin Bahrami, pianista.

In assenza di gravità: oltre i confini, l’infinito

Un’altra prospettiva sul tema è offerta da questo percorso tematico “che scava nel profondo della filosofia, nella psicanalisi e nella spiritualità”.

Maura Gancitano (20 giugno) “interroga il rapporto tra libertà e intimità in Erotica dei sentimenti (Einaudi), un manifesto contro i modelli affettivi normativi. La cura di sé diventa gesto politico, l’educazione sentimentale un cammino per riconoscere il proprio desiderio e abitarlo pienamente”.

Salvo Noè (20 giugno) in Nutrire la mente (San Paolo Edizioni) “affronta il legame tra emozioni e alimentazione, restituendo al cibo una dimensione interiore. Un invito a nutrire corpo e psiche in modo consapevole, alla ricerca di un’armonia che nasce dall’ascolto profondo di sé”.

Lo psicanalista e saggista Luigi Zoja (20 giugno), autore di Narrare l’Italia. Dal vertice del mondo al Novecento (Bollati Boringhieri), “protagonista di una riflessione critica sulle linee che hanno disegnato il nostro Paese, restituendo un’immagine complessa del vissuto collettivo”.

Una riflessione aperta tra fede e creatività è quella che offrirà a Taobuk Antonio Spadaro, gesuita, sottosegretario del Dicastero Vaticano ed esegeta appassionato d’arte, a partire dal suo ultimo libro Spiritualità (Marsilio), scritto in dialogo con Michelangelo Pistoletto, maestro dell’arte contemporanea (21 giugno). “Una conversazione per avere accesso alla meraviglia dell’universo, quella tangibile solo a chi osa credere nella bellezza oltre i confini del conosciuto”.

In tempi di guerra, la lectio magistralis di Massimo Recalcati (21 giugno) “indaga, tra le passioni costitutive dell’essere umano, quella che investe l’esistenza stessa dell’Altro. A partire dal suo saggio Sull’Odio (Castelvecchi), lo psicanalista esplora il volto oscuro delle relazioni umane, mettendo in luce la negazione del dialogo e l’annientamento simbolico dell’altro”.

Massimiliano Ossini (22 giugno) ripercorre in Un passo dalla vetta (Rai Libri) “l’ascesa al K2 come esperienza di limite e consapevolezza. Tra gelo, altitudine e fatica, il confine fisico si intreccia con quello interiore, in un racconto che parla di fiducia, coraggio e scoperta dell’essenziale”.

Shara Pirrotti (22 giugno) dà voce, in Guariti per amare (Anima Edizioni), “a chi ha attraversato la ferita dell’abuso e scelto la via della ricostruzione. Una narrazione potente che sfida il silenzio e apre uno spazio di ascolto dove l’amore torna a essere scelta libera”.

Cinquant’anni di Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo

Taobuk e Fondazione Mondadori commemorano inoltre quest’anno l’anniversario del capolavoro di Stefano D’Arrigo Horcynus Orca (21 giugno), nel cinquantesimo della sua pubblicazione. “Un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici, infatti, i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. Geografici, come lo Stretto di Messina che deve attraversare per tornare a casa e lasciarsi alle spalle la guerra; ideologici, visto che il romanzo si sviluppa nel 1943, in un Paese stremato dalla guerra e dalla dittatura fascista; linguistici, dove lingua alta e lingua bassa si intrecciano, dando voce ai diversi mondi che convivono nell’Italia di quegli anni; esistenziali, in quanto vita e morte si sfiorano e si toccano costantemente, mentre su tutto incombe il mare che, con la sua forza primordiale, rappresenta il confine tra l’uomo e la natura. Un ricco programma di appuntamenti e iniziative mette al centro un romanzo monumentale, denso di simbolismi, la cui narrazione, profondamente legata alla cultura siciliana, è portatrice di significati eterogenei e inaspettati”.

Momento culminante sarà, al Teatro Antico di Taormina, la messinscena di “Horcynus Orca. Viaggio fantasmagorico nell’oceano della letteratura’’ (22 giugno ore 21). In chiusura delle celebrazioni per il cinquantenario della pubblicazione, il festival accoglie un allestimento che porta in scena la potenza evocativa del caposaldo di D’Arrigo.

Nel cuore del Teatro Antico, il capolavoro di Stefano D’Arrigo “si farà visione, rito contemporaneo e immersione poetica nell’infinito orizzonte della letteratura. Lo spettacolo, in prima assoluta, è realizzato dal Festival Taobuk e da Fondazione Mondadori in collaborazione con il Parco Archeologico Naxos Taormina e l’Università degli Studi di Catania e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Presenting Sponsor dello spettacolo, e Caronte & Tourist”.

Horcynus Orca “rivivrà in uno show transmediale che mescola parole, immagini in videomapping, laser e musica in uno straordinario viaggio site specific. Il cast vedrà la presenza di Vinicio Capossela, Max Casacci (Subsonica), Caterina Murino, Linda Gennari, e l’amichevole partecipazione di Davide Livermore”. Lo show design sarà curato da Paolo Gep Cucco e D-WOK.

Le celebrazioni si arricchiranno anche del progetto Tra il dire, il fare e disfare. L’Orca Horcynusa, una lettura performativa e itinerante di un’antologia di testi tratti dal volume di D’Arrigo. L’evento, ideato e coordinato da Dario Tomasello, sarà realizzato in sinergia tra il Centro Studi “Universiteatrali” dell’Università di Messina e Taobuk e coinvolgerà un gruppo di allievi presenti durante i giorni del Festival.

Sulla soglia: l’universale oltre il tempo attraverso le arti.

La sezione proporrà conversazioni, dibattiti e talk dedicati a “celebrare il valore delle arti nel creare ponti, capaci di trascendere limiti e condizionamenti del tempo presente”.

Ai Weiwei (20 21 giugno) è l’artista che più di ogni altro oggi celebra la libertà parlando al mondo con il fine di abbattere ogni confine e travalicare ogni divisione. La sua voce dissidente di attivista ha trovato nell’arte spunto di denuncia sociale e politica. Dall’installazione Arch a Stoccolma, esaltazione di un mondo senza confini, all’opera Good Fences Make God Neighbors che indaga il tema globale delle migrazioni e dei confini geografici, fino ai social media che, secondo l’architetto cinese, ridefiniscono l’essere umano in un’identità senza barriere. In dialogo con Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi.

Le Ninfee #1 di Ai Weiwei per esplorare i limiti del concetto di confine. Grazie alla collaborazione del Comune di Taormina, del Parco Archeologico Naxos Taormina, della Fondazione Palazzo Strozzi, di Galleria Continua e con il sostegno di ENEL, Ai Weiwei esporrà a Palazzo Corvaja per la prima volta nel nostro Paese Le Ninfee #1.

L’installazione, con la curatela di Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo Strozzi, è la più grande opera realizzata dall’artista con mattoncini Lego a partire dal capolavoro Le Ninfee di Claude Monet. Un’opera sovversiva, sorprendente e incisiva che nell’uso dei Lego capovolge la sublimità dell’impressionismo, in una tensione tra naturale e artefatto, artigianale e industriale, costruzione e decostruzione, da sempre cara all’artista cinese. Weiwei, però, aggiunge una porta al dipinto di Monet, un’apertura che dall’onirico diventa accesso a una realtà brutale e concreta: la provincia dello Xinjiang, dove l’artista e suo padre vivevano in confino forzato durante gli anni ’60. Torna, ancora una volta, il concetto di confini nella sua accezione più brutale ma reversibile: se dalla bellezza si accede all’oscurità, possibile è anche l’inverso e la soglia, ripercorsa al contrario, torna alla bellezza, in un dialogo che trasforma la divisione e la rende continuità.

Cinema, attivismo e visione sociale sintetizzano il percorso di Whoopi Goldberg (22 giugno) tra genio creativo e autenticità umana. “Un’altra icona vivente che ha abbattuto le frontiere, facendo di ogni confine un’opportunità di trasformazione, assicurando un impegno concreto per i diritti civili, la lotta contro il razzismo, la difesa della comunità LGBTQ+. Tra le poche artiste ad aver vinto un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award, ha elevato un inno accorato e intelligente per un cambiamento reale e profondo”.

Il regista e sceneggiatore Gabriele Salvatores (22 giugno), Premio Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo, sarà a Taobuk per ripercorrere il suo alfabeto poetico, tra realtà e sogno, memoria e futuro, contaminazione di generi e sperimentazione, facendo della ricerca e dell’umanesimo la propria cifra distintiva. In dialogo con Federico Pontiggia, curatore della Sezione Cinema del Festival Taobuk.

Monica Guerritore (22 giugno) incarna l’essenza dell’attrice totale, magistrale nell’attraversare con intensità i confini tra teatro e cinema, dramma e commedia, introspezione psicologica e grandi epopee storiche. La sua carriera pluripremiata e costellata di interpretazioni iconiche è un itinerario nell’umano, con una profondità emotiva che scuote e ispira il pubblico.

Pierfrancesco Favino (22 giugno), tra gli attori più acclamati del panorama mondiale, continua ad imporsi in forza di un’autenticità che valica il confine tra interprete e personaggio, conferendogli la rarissima dote di modellare identità e incarnare emozioni. La stessa che nel corso della sua carriera gli ha ottenuto importanti riconoscimenti e lo ha visto protagonista di produzioni internazionali. In dialogo con Federico Pontiggia.

Transiti

Questa sezione di programmazione propone letture e indagini sul presente, tra umanità e natura, progetti di futuro e visioni di progresso. Dibattiti che affrontano più ampiamente sviluppi concreti e potenziali in un’ottica interdisciplinare.

In questa direzione porta la visione dell’architetto Mario Cucinella (20 giugno) che nel suo libro Città Foresta Umana (Einaudi), scritto con la giornalista del Sole 24 ore Serena Uccello, ricostruisce il profondo legame tra architettura e sostenibilità, in un’epoca in cui l’attenzione per l”ambiente è imprescindibile.

La farmacologa e senatrice a vita Elena Cattaneo (20 giugno) ci guida invece attraverso le vite e le scoperte delle studiose che con il loro fondamentale contributo stanno trasformando il panorama della ricerca. Scienziate. Storie di vita e di ricerche (Raffaello Cortina Editore) parla di confini superati tra discipline, stereotipi e realtà, tra aspirazioni personali e progresso collettivo, un cambiamento epocale che apre nuove strade per le ragazze di oggi e di domani.

La bellezza microscopica dell’infinitamente piccolo nel libro Victoria’s Cells di Vittoria Lombardo (23 giugno), citopatologa e docente universitaria, che trasforma immagini microscopiche in vere e proprie opere d’arte.

Un vero e proprio transito d’introspezione e crescita personale è quello raccontato da Diana Lorena Camerini (23 giugno) in L’inverno si trasforma sempre in primavera (Linea edizioni). Un itinerario filosofico-religioso, attraverso la riflessione su temi universali – la salute, la guarigione, la morte – per andare oltre la superficie, affrontare le proprie paure, vivere.

Sconfinamenti

La sezione analizza ricorrenze, testimonianze e opinioni intorno a temi-chiave del nostro tempo. Tra questi la riforma del sistema giudiziario.

L’appuntamento con IoScrittore e gli incontri con gli editori

Torna il Torneo Letterario IoScrittore, in collaborazione con Gruppo GeMS, Il Libraio e Ubik Librerie. A Taobuk (21 giugno) l’annuncio dei titoli delle opere finaliste e un incontro con professionisti del settore per avvicinarsi al mondo dell’editoria e della scrittura.

Come ogni anno si rinnova a Taobuk l’appuntamento dedicato al comparto editoriale con la tavola rotonda I nuovi confini dell’editoria. Voci a confronto (22 giugno). Dal cartaceo al digitale, dai tradizionali modelli di distribuzione alle nuove forme di consumo come podcast e giornali online, i confini sono sempre più incerti. In un mondo in cui l’informazione è accessibile con un click, come si ridefinisce il ruolo dell’editore? Qual è il futuro della narrazione quando le barriere tra contenuti, formati e piattaforme si fanno sempre più sottili? Autorevoli esponenti del comparto s’interrogano sulla sua evoluzione, in una società che cambia a ritmi rapidi mantenendo inalterata la necessità di raccontare storie, condividere idee, costruire ponti tra culture diverse. Tra gli ospiti: Stefano Mauri, Presidente e AD Gruppo Mauri Spagnol; Paolo Verri, Direttore Fondazione Mondadori; Nino Rizzo Nervo, Direttore Gazzetta del Sud; Giulio Perrone, editore, che celebra vent’anni di attività.

Lo spazio dei libri ancora una volta in collaborazione con Ubik Librerie, partner del Festival Taobuk. Sarà possibile acquistare i titoli degli autori presenti a Taobuk grazie alla collaborazione con la libreria Ubik che per l’occasione allestirà un bookshop in città, in piazza IX Aprile, cuore pulsante del festival.

Fonte: www.illibraio.it

Scrittura creativa: tutti i consigli per scrivere narrativa (e non solo)

Fra coloro che hanno la lettura tra i propri hobby preferiti, spesso nasce anche una passione parallela, e cioè quella per la scrittura creativa. Perdersi tra le pagine di un libro dalla trama coinvolgente, ammirare la composizione di liriche suggestive e rimanere affascinati dalla proprietà di linguaggio di narratori e saggisti esperti fa crescere la voglia di imparare a scrivere, nel senso artistico del termine.

Pensando a chi ha questo desiderio, in questo articolo abbiamo voluto raccogliere consigli per chi vuole avvicinarsi o perfezionare le proprie abilità narrative, in termini tecnici, stilistici, di proprietà linguistica, e così via.

come scrivere dialoghi scrivere scrittore scrittrice scrittura

Libri da leggere per migliorare la scrittura e per imparare a scrivere di mestiere, consigli d’autore, approfondimenti su tecniche di narrazione, fonti di idee e ispirazione, strumenti digitali utili, possibili sbocchi di pubblicazione: qui di seguito si possono trovare approfondimenti dedicati a tutte le esigenze di chi si accinge a scrivere romanzi (ma anche racconti, saggi e poesie).

Il primo consiglio? Leggere…

Iniziamo quindi dalle basi.

Quando si chiede agli esperti come imparare a scrivere, c’è un consiglio che viene offerto sempre, persino da coloro che ritengono che la scrittura non possa essere insegnata: questo consiglio è leggere, e leggere tanto (senza contare che, come suggerito da alcune ricerche scientifiche, leggere fa anche bene).

Ma la produzione letteraria è sconfinata; da dove iniziare? Una buona idea potrebbe essere partire dalle letture classiche o fondative del genere che corrisponde maggiormente allo stile che si vorrebbe raggiungere: in questo articolo raccoglitore in costante aggiornamento si possono scovare liste e percorsi di lettura dedicati alla gran parte delle preferenze di lettrici e lettori.

Dalla narrativa declinata in tutti i suoi generi (dall’horror al fantasy, dai gialli ai libri per ragazzi), passando per i saggi dedicati ai grandi temi di ieri e di oggi, fino a fumetti e alle graphic novel, qui è possibile scovare numerosi spunti da leggere per migliorare nei propri componimenti.

Se invece non si ha uno stile specifico in mente, magari perché ci si trova ancora in una fase esplorativa delle proprie capacità narrative, una buona idea potrebbe essere partire dai “classici“, anche se li si hanno già letti.

Diverso è infatti leggere con l’obiettivo di arricchire i ferri del mestiere di scrittore e leggere con la prospettiva di lasciarsi trasportare dalla storia. Quanti stratagemmi, finezze e tecnicismi si potrebbero imparare per esempio dedicandosi, nel tempo, alla rilettura di questi 100 libri da leggere assolutamente?

Ma cosa significa leggere?

Ma cosa significa leggere, esattamente? Come accennavamo, ci sono molti modi per dedicarsi a un testo. C’è chi legge di fretta, chi assapora ogni frase, chi sottolinea e ritorna sulle pagine che più ha apprezzato, chi, dopo aver chiuso un libro, lo vuole dimenticare subito per poi magari riscoprirlo dopo qualche anno.

Porsi questa domanda è importante, anche per meglio identificarsi nei futuri lettori dei propri testi. Per elaborare una risposta, un punto di partenza può essere questo approfondimento sull’esperienza della lettura, sul ruolo del lettore e sulla nostra capacità di comprendere per davvero quello che leggiamo.

Leggere però non basta, altrimenti per tutti i grandi lettori e lettrici sarebbe semplicissimo avvicinarsi alla scrittura creativa. Fondamentale è infatti anche l’allenamento, e quindi dedicarsi in modo costante alla scritturaconsiglio che vale per la narrativa così come per qualsiasi altra attività da perfezionare.

Per correre una maratona è necessario allenarsi spesso e per imparare una nuova lingua serve praticarla: allo stesso modo anche per scrivere un buon testo è importante dedicarsi spesso e con costanza alla scrittura, mettendo in conto che i primi risultati non saranno necessariamente all’altezza delle proprie aspettative.

Ecco che quindi per iniziare non bisogna imporsi subito di sviluppare un capolavoro caratterizzato da uno stile complesso (e cioè il genere di componimento che giunge nella fase matura di chi scrive di mestiere).

Per questa ragione un consiglio comune dedicato a chi è alle prime armi di fronte alla scrittura creativa è quello di scrivere in modo semplice e diretto. Ciò non significa ovviamente appiattire il proprio linguaggio, ma al contrario concentrarsi di più per veicolare a chi legge un significato chiaro e preciso.

Non è possibile però condensare in una breve guida tutto ciò che è necessario sapere per rendere la propria scrittura più chiara e scorrevole, per affinare il proprio stile, e in generale per migliorare il proprio linguaggio (non solo quello scritto e non solo quello dedicato alla narrativa).

Libri da leggere per migliorare il linguaggio e la scrittura

Questo percorso di lettura ad hoc è quindi dedicato a saggi pubblicati negli ultimi anni da linguisti ed esperti di lingua italiana, sia scritta sia parlata, che propongono consigli, metodologie ed esercizi per migliorare le proprie doti di comunicazione. Ricordiamo inoltre che numerosi approfondimenti su questo tema specifico si possono trovare nella sezione dedicata alla grammatica del nostro sito.

Esistono inoltre numerose guide, saggi e memoir dedicati in modo specifico a consigli di scrittura per chi vuole trasformare questa passione in un mestiere. In questo approfondimento abbiamo esplorato i titoli di più di 40 libri sulla scrittura creativa tra i quali aspiranti autrici e autori possono trovare l’incoraggiamento, le nozioni e l’ispirazione di cui vanno in cerca. Si tratta di una panoramica molto ampia, in cui trovare i memoir ricchi di consigli di grandi scrittori, manuali con esercizi pratici e riflessioni letterarie.

Ma al di là dei consigli più specifici sulle parole da usare, sulla grammatica o sulla composizione delle frasi, è risaputo che il vero ostacolo è iniziare: la sindrome della paura della pagina bianca affligge quasi tutti coloro che si accingono a scrivere per la prima volta.

scrivere scrittura social smartphone pc

Un trucco può essere quello di rendersi consapevoli che difficilmente le parole che si lasciano sulla pagina saranno quelle definitive. Numerose fasi di rilettura e revisione separano la prima stesura dal lavoro finito, quindi tanto vale iniziare a scrivere ciò che ci viene in mente, anche se non ci soddisfa appieno.

Per quando invece anche l’ispirazione viene a mancare, questa panoramica degli incipit più celebri della storia della letteratura può rappresentare un utile spunto.

Come superare “il blocco dello scrittore”

Se anche questi non bastassero (è infatti anche vero che, di fronte a tanta bravura, non è raro sentirsi inibiti) potrebbero essere utili questi consigli per superare il blocco dello scrittore. Il blocco dello scrittore infatti non è un problema che affligge solamente gli esordienti alla scrittura, ma anzi rimane un ostacolo anche per scrittrici e scrittori più esperti.

Questi consigli provengono da alcune delle più celebri penne del romanzo contemporaneo. Da Margaret Atwood e Haruki Murakami a Joan Didion e Jonathan Franzen, molti hanno deciso di condividere i propri trucchi per far fluire nuovamente le parole sullo schermo:

Per chi ha concluso la fase preliminare di studio della scrittura creativa, è giunta l’ora di entrare nel dettaglio. In queste guide specifiche si possono trovare tecniche di narrazione da padroneggiare, che possono fornire nuove intuizioni e ispirazioni alla scrittura di un romanzo o di un racconto:

 

Una delle attività che è risaputo sia capace di far sorgere nuove idee e ispirazioni (o dare soltanto un po’ di sollievo dal lavoro mentale) è il gioco: ecco che un altro modo che può aiutare a sbloccare la propria creatività è quello di provare con alcuni esercizi tematici e stilistici.

A insegnare come fare sono i membri del gruppo sperimentale dell’OuLiPo (Officina di Letteratura Potenziale) che tramite le loro idee fuori dalle righe hanno prodotto testi insoliti ma dal fascino intramontabile.

Tra le parti più problematiche della scrittura di un racconto o di un romanzo non c’è solamente l’incipit: è facile bloccarsi anche quando è il momento di scrivere dei dialoghi. Alla prima stesura, il rischio di cadere negli stereotipi, di utilizzare espressioni poco credibili, o di far sembrare i personaggi poco realistici purtroppo è alto: ecco perché alla scrittura dei dialoghi abbiamo dedicato una guida specifica.

Dove e come scrivere?

Parlando di scrittura però, non si può dimenticare l’aspetto pratico: dove e come scrivere? Per quanto ispiri immaginari romantici (e sia decisamente un miglior mezzo per evitare le distrazioni) la macchina da scrivere al giorno d’oggi può risultare problematica, soprattutto per chi poi ha il desiderio di pubblicare i propri componimenti e non ha la pazienza di trasformare le pagine scritte a macchina in un file digitale.

Proprio il mondo digitale offre oggi molti strumenti per gli scrittrici e scrittori: non solo enciclopedie, dizionari e correttori automatici, ma anche editor di testo anti-distrazione e app che producono suoni che aiutano a concentrarsi. Ecco una panoramica dedicata a questi ausili del mondo della scrittura contemporanea.

Una volta comprese le regole di base per una buona scrittura narrativa, è ora di capire cos’è che rende un libro apprezzato dal pubblico. Affinché ottenga grande successo spesso non basta che un libro sia dotato di una trama avvincente e di una scrittura ammirevole: ci vuole una scintilla in più, difficile da definire a parole, ma facilmente riconoscibile quando la si incontra.

Chi desidera quindi comprendere meglio le dinamiche che garantiscono una buona accoglienza di un testo (non solo durante il proprio tempo storico) può esplorare questo excursus dedicato ai libri che si stima siano i più venduti della storia.

Oltretutto, come in qualsiasi altro ambito, anche in quello della scrittura creativa conoscere la storia del settore e di chi ci ha preceduti aiuta a schiarirsi le idee su come contribuire e diventare parte del suo futuro.

Come, ma soprattutto, perché è nato il romanzo? A quali esigenze ha risposto uno dei formati narrativi di maggior successo nella storia, fautore di una vera a propria rivoluzione del modo di raccontare? In questo articolo proviamo a delineare una risposta a questa domanda fondamentale:

Consigli per chi sogna di pubblicare…

Giungiamo quindi al tema della pubblicazione: da dove iniziare per provare a far conoscere i propri scritti? La risposta non è semplice: dipende ovviamente dalle caratteristiche dei testi, dal pubblico di riferimento, dal formato, dalla lunghezza, e così via.

Poiché molte scrittrici e scrittori esordienti trovano più semplice partire da testi brevi (e quindi in termini di scrittura creativa ci troviamo nell’ambito del racconto), un modo per iniziare potrebbe essere quello di capire se la propria produzione è in linea con le richieste delle riviste letterarie italiane, alle quali ci siamo dedicati in questo articolo.

E per chi ha un’idea di romanzo nel cassetto…

Chi invece avesse come sogno nel cassetto quello di pubblicare un romanzo, può mettersi alla prova con il torneo letterario online gratuito IoScrittore (qui tutti i dettagli dell’edizione del 2025), promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol in partnership con ilLibraio.it, Libraccio, Ubik e Taobuk – Taormina International Book Festival. La partecipazione, oltre a rappresentare un’utile palestra di scrittura grazie al confronto con gli altri partecipanti, potrebbe diventare il primo passo per entrare in contatto con professionisti dell’editoria e per vedere il proprio romanzo tra gli scaffali di una libreria. Senza contare che anche il sito del Torneo è ricco di consigli di scrittura provenienti da editor e scrittori.

Fonte: www.illibraio.it