I PERSONAGGI, ovvero conoscere bene coloro di cui si racconta la storia

Nella stesura del vostro romanzo, i personaggi vi accompagneranno come se fossero i vostri migliori amici (o nemici, dipende da quello che scriverete…). È necessario quindi conoscerli e tratteggiarli molto bene, con cura.

Ecco qualche “esercizio” in proposito:

  • Il protagonista del vostro romanzo assomiglia a qualcuno che conoscete? Provate a descrivere questa persona sottolineandone gli aspetti che vi servono per sviluppare la trama (romantici se è un libro d’amore, misteriosi e inquietanti se è un thriller…)
  • Guardatevi attorno sul tram, in coda al supermercato, in banca, in spiaggia: c’è qualcuno di interessante? 
  • Segnatevi tre particolari di una persona che vi ha colpito e provate da quei tre particolari a immaginare la sua vita.
  • Pensate a qualche episodio eclatante che potrebbe cambiare la vita dei vostri personaggi e immaginate la notizia riportata dai giornali e dai siti internet. Scrivete gli articoli corrispondenti.
  • Ora scrivete cinque status di Facebook che potrebbero caratterizzare il vostro personaggio.
  • Immaginate l’interazione tra voi e il vostro personaggio: una telefonata, un litigio, un pomeriggio di chiacchiere.
  • Descrivete il vostro protagonista mentre sta per addormentarsi: quali sono i suoi pensieri? Il suo stato d’animo?

Un uomo ai margini. Il passato che ritorna. Un invito che cambierà tutto. Forse.

Il libro in una frase

«Todo lo que puedes imaginar es real» (cit. Pablo Picasso).

Amici di scaffale

Jimmy appartiene a una narrativa non di genere dai toni umoristici. Trattasi di una scelta involontaria, frutto di una spiacevole situazione metereologica dove la nebbia della Val Padana squagliandosi ogni tanto lascia intravedere un orizzonte di speranza: le montagne dell’Appennino. Se proprio dobbiamo sistemare Jimmy Fango di fianco a qualche buon amico suggerirei: Bassotuba non c’è di Paolo Nori; La fata carabina di Daniel Pennac; L’anno della lepre di Arto Paasilinna; Lazzaro vieni fuori di Andrea G. Pinketts; Il decimo clandestino di Giovannino Guareschi; Bar Sport di Stefano Benni; La strategia del destino di Andrea Villani. Ahimè, non sono certo che questi però vogliano avere come amico uno come Jimmy.

Segni particolari

Un ex alpinista apatico corriere di sterco, un ritrovo di vecchi compagni di scuola, una colonia abbandonata, un rito sciamanico, il conte Antonio Devoto.

Dove e quando

Due luoghi collocati in periodi molto diversi: il primo è l’ex Colonia Devoto, un edificio in stato di abbandono a 1100 metri di altitudine presso il Passo del Bocco (GE), negli anni novanta. Il secondo è la città di Buenos Aires, sul finire dell’Ottocento.

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 #humor #realismo magico #avventura #montagna #cura #exscursus storici #urbex 

Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore

Ho deciso di partecipare a questa sfida in quanto l’anno scorso ho avuto dei problemi con la mafia russa. Volevano azzerarmi definitivamente. Un tale di nome Dimitri doveva occuparsi di me, gli dissi che non era il caso di far fuori un autore di talento. Lui mi chiese che libri avessi scritto e in effetti avevo alle spalle un solo romanzo che non era andato poi benissimo. Ne avevo un altro però appena terminato e secondo me c’era del buono. Dimitri disse che aveva letto Delitto e castigo di Dostoevskij e non gli era dispiaciuto. Aggiunse che se il mio romanzo avesse vinto un concorso mi avrebbe risparmiato. Ecco perché ho deciso di partecipare. Non mi sono di certo iscritto per via delle lusinghe dell’editoria di internet, né per le rate del mutuo della banca o per le rette scolastiche dei figli. È stato solo per via del russo, lo giuro.

Un uomo ai margini, Jimmy Fango: il romanzo di Matteo Bergamo, protagonista al torneo IoScrittore

Un uomo ai margini. Il passato che ritorna. Un invito che cambierà tutto. Forse… Matteo Bergamo, nato a Parma l’1 novembre 1973, vive tra la Pianura Padana e un piccolo borgo dell’Appennino parmense dove ha origine la sua famiglia, ed è stato protagonista al torneo letterario gratuito IoScrittore con Jimmy Fango e il segreto della colonia Devoto, romanzo con cui è giunto in finale e che ora esce nei principali negozi online in edizione ebook.

Istruttore nel Club Alpino Italiano, Matteo Bergamo è titolare di un piccolo negozio di articoli sportivi. E veniamo al suo libro: la vita a volte può apparire uno scherzo di cattivo gusto. A partire dal nome, Geremia Fango detto Jimmy ha conosciuto troppe volte il sapore amaro della sorte avversa, la beffa crudele della felicità calpestata, la cicuta mortale del dolore di una perdita importante. Unica possibilità per sopravvivere è rendersi insensibili, girare le spalle a ogni speranza, perdersi ai margini di una città di provincia, Parma, tirando a campare con un lavoro tanto irridente quanto simbolico: consegnare escrementi per conto di persone in cerca della più banale e sguaiata delle vendette, il dileggio.

Ma questo atono, benché protettivo grigiore si inceppa quando Jimmy riceve un invito che lo riporta al passato: il vecchio orfanotrofio dove ha passato l’infanzia, la colonia Devoto, sull’Appennino tra Emilia e Liguria, è stato ristrutturato, trasformato in Grand Hotel e gli ex alunni sono invitati all’inaugurazione.

Un pericoloso contrattempo dovuto al suo insolito mestiere, ma soprattutto il desiderio sotterraneo di fare i conti con il suo passato travagliato lo spingono a salire tra boschi e sentieri che non è mai riuscito a dimenticare, e a rivedere alcuni dei vecchi compagni: Corvina, Rico, Vera. Niente però sarà scontato: non sarà una semplice rimpatriata, ma un percorso scosceso come quelle rocce antiche, difficile e misterioso, tra escursioni azzardate, rituali sciamanici, incontri inquietanti e paure ancestrali, fino al sorprendente finale. “Un racconto complesso, ma dai toni lievi, pervaso di introspezione psicologica e punte di realismo magico, corredato da uno spiazzante umorismo nero. Dove niente è come sembra e il cambiamento si nasconde dietro ogni ombra”, si spiega nella presentazione del romanzo…

Fonte: www.illibraio.it

Oltre 110 frasi (per tutte le occasioni) tratte dalla letteratura

Spesso, quando leggiamo, finiamo per cercare delle risposte alle nostre domande interiori nei grandi discorsi di un romanzo, nei serrati dialoghi di un’opera teatrale o nelle strofe di una poesia, anche se in molti casi capita poi che a colpirci sia piuttosto un aforisma, una singola frase del testo.

Decidiamo allora di sottolinearla, e ce la ripetiamo mentalmente fino a impararla quasi a memoria, trasformandola in una massima di vita che, lo sappiamo, da quel momento in poi potrebbe tornarci utile in diverse occasioni.

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Dalle dediche d’amore alle citazioni sull’amicizia, passando per le sentenze dal carattere più esistenziale e per quelle a cui fare ricorso durante l’una o l’altra ricorrenza annuale, fino ad arrivare alle frasi più memorabili di numerose opere letterarie di ieri e di oggi, ecco quindi oltre 100 frasi e aforismi tratti dai libri dai quali prendere spunto.

Una selezione che include tanto i classici quanto i successi contemporanei, tanto autrici e autori italiani quanto le più note firme internazionali, per accompagnare ogni istante della nostra vita a un pensiero in grado di ispirarci e di farci riflettere, di emozionarci e di lasciare il segno

Per darvi innanzitutto uno sguardo d’insieme, trovate qui una panoramica di tutte le frasi e gli aforismi tratti dalla letteratura a cui abbiamo dato spazio negli anni, suddivisi per categoria (continuate a leggere per saperne di più):

Frasi e aforismi d’amore

Frasi e aforismi sull’amicizia

Frasi e aforismi sulle ricorrenze annuali

Frasi e aforismi per affrontare al meglio la vita

Citazione di opere letterarie

 

frasi e aforismi tratti dalla letteratura

Frasi e aforismi d’amore

Cominicamo dagli aforismi d’amore, perfetti da indirizzare alla propria dolce metà, o anche solo da consultare per osservare in che modo questo sentimento sia stato declinato e interpretato dalla letteratura.

Immancabili, quindi, le nostre proposte di frasi d’amore e di frasi romantiche di stampo libresco: fra le frasi d’amore troverete, tra le altre, alcune citazioni di William Shakespeare e di Alda Merini, di Emily Dickinson e di Italo Calvino, perfette – per esempio – per il giorno di San Valentino, e riguardanti gli amori più romantici così come quelli passionali, senza dimenticare quelli traditi o non corrisposti.

Fra le frasi romantiche che abbiamo selezionato per voi, invece, spiccano quelle di Wisława Szymborska, Emily Brontë e Jacques Prévert, pronte a farci ragionare sulle molteplici concezioni di amore possibili, e sull’impatto che quest’ultimo può avere nella nostra vita di ogni giorno.

Da non perdere, poi, le nostre frasi sui baci, che attingono ad autori del calibro di Gaio Valerio Catullo, Edmond Rostand e Dante Alighieri per celebrare la manifestazione d’amore per antonomasia, così come i nostri aforismi sull’anima gemella che, dal canto loro, si concentrano sulle possibili reazioni a cui andiamo incontro quando si verifica un colpo di fulmine, quantomeno secondo Saffo, Charlotte Brontë, Gabriel García Márquez e non solo.

E, per chi non si accontenta degli aforismi brevi, ecco anche i nostri speciali sulle lettere d’amore e sulle poesie d’amore della letteratura, che con un respiro più ampio ci offrono uno sguardo acuto e delicato sulle più disparate manifestazioni di un sentimento a dir poco totalizzante, davanti al quale prima o poi sarà successo anche a noi di ritrovarci con una penna in mano a scrivere di getto su un foglio bianco…

Frasi e aforismi sull’amicizia

Uno spazio a sé meritano poi gli aforismi sull’amicizia, visto che, nel corso dei secoli, molti scrittori e scrittrici illustri hanno tentato di descrivere le sfumature di questo legame affascinante e complesso, che unisce gli uni agli altri gli esseri umani senza secondi fini.

La nostra selezione raccoglie alcune tra le più belle frasi sull’amicizia di tutti i tempi, a cominciare da  Cicerone e da Honoré de Balzac, fino ad arrivare a Oscar Wilde, Kahlil Gibran e Luis Sepúlveda, per onorare l’affetto puro e sincero di chi ci vuole bene e sa come rendere ogni nostra gioia più intensa, o come risollevarci nei momenti più bui.

Del resto, non è un caso che proprio l’amicizia sia al centro di tanti capolavori letterari fra i quali menzioniamo, a titolo esemplificativo, Narciso e Boccadoro di Hermann HesseL’amico ritrovato di Fred UhlmanIl piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry

Ricorrenze annuali

Tra le circostanze in cui gli aforismi possono venirci in soccorso nella vita giornaliera, ci sono poi senza dubbio le ricorrenze annuali, intese sia come date specifiche da tenere a mente sia come periodi durante i quali, più in generale, capita di prestare particolare attenzione a un determinato macrotema.

Un esempio? Gli aforismi sul matrimonio a partire dai mesi di aprile e maggio, quando centinaia di coppie si preparano a pronunciare il fatidico “Sì!” e, fra testimoni, damigelle e altri affetti coinvolti nel grande giorno, l’aiuto della letteratura può risultare fondamentale (noi abbiamo pensato a Rainer Maria Rilke, André Maurois, Stephen King…).

Ma vale anche per le quattro stagioni dell’anno: primavera, estate, autunno e inverno, ciascuna foriera di suggestioni e di stati d’animo che numerosi scrittori e scrittrici hanno saputo descrivere con minuzia nelle loro opere; nonché per la pioggia e per la neve, nelle settimane di intemperie, e per il mare quando si avvicina il solleone.

Da non dimenticare anche gli aforismi letterari per la Festa del papà e per la Festa della mamma, che hanno il merito di farci guardare alla genitorialità con tenerezza, gratitudine e cognizione di causa, e quelli dedicati alla famiglia (la cui Giornata internazionale cade il 15 maggio) e alla Festa dei nonni (che si celebra invece il 2 ottobre).

Fra le ricorrenze da tenere a mente, c’è inoltre la Giornata della Terra, fissata per il 22 aprile in onore del 22 aprile 1970, giorno in cui più di 20 milioni di americani manifestarono in difesa del pianeta: le nostre frasi sulla Terra firmate da Emily Dickinson, Stanisław Jerzy Lec e Paulo Coelho – per citare solo alcuni dei nomi più noti – hanno lo scopo di farci ritrovare il senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente, indagando le profonde connessioni che da sempre esistono fra la natura e noi.

Non poteva mancare poi una selezione di frasi sulla Resistenza tra le più significative fra quelle pronunciate nel corso del tempo da partigiani, studiosi e intellettuali del nostro Paese, che abbiamo raccolto per continuare a onorare e a fare nostro il loro senso di responsabilità e il loro desiderio di libertà: uno spunto di riflessione immancabile nella giornata del 25 aprile, in ricordo del Giorno della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo.

Per non parlare di uno dei giorni più magici del calendario, ovvero il 25 dicembre, in preparazione del quale abbiamo scelto dieci auguri di Natale per rendere unici i biglietti delle persone a voi più care,  con l’aiuto di autori e autrici come Victor Hugo, Frida Khalo e Gianni Rodari.

D’altronde, comunque venga vissuta, questa festività sa come ispirare le nostre azioni e rimettere in prospettiva i nostri pensieri. Ed ecco perché, per prepararci meglio al suo arrivo, ecco anche una selezione di frasi letterarie sul Natale, che vanno da Charles Dickens a Louisa May Alcott, e da Alda Merini a John Ronald Reuel Tolkien

Frasi e aforismi per affrontare al meglio la vita

Al di là di alcuni giorni specifici da segnare in agenda, il potere degli aforismi letterari può manifestarsi nei frangenti meno prevedibili e colpirci per l’assertività con cui sembra entrare in contatto con le dinamiche che ci coinvolgono più da vicino.

Vale per le frasi sui nuovi inizi, che possono incoraggiarci non solo durante il Capodanno, ma prima di qualunque esperienza ci apprestiamo a vivere per la prima volta, e per lo stesso motivo vale per le frasi motivazionali e per quelle focalizzate sul concetto di resilienza, che sanno come risuonare dentro di noi quando abbiamo bisogno di ritrovare la voglia e la forza di portare avanti i nostri obiettivi.

Ma, in senso più lato, un discorso analogo si applica agli aforismi sulla vita tratti dalla letteratura, o a tutte quelle frasi belle e corte con cui certi testi riescono a imprimersi immediatamente nella nostra memoria, svelandoci qualcosa di noi o del mondo che in qualche modo, forse, sapevamo già, ma che ora d’un tratto riusciamo a mettere a fuoco con molta più chiarezza.

E che dire, poi, delle frasi sui viaggi, che tanto nelle nostre fasi di maggiore staticità, quanto in quelle più dinamiche e all’insegna dell’avventura, ci spronano a esplorare il mondo con occhi curiosi, per aprire la nostra mente a incontri sempre più insoliti e affascinanti?

Basta imbatterci in aforismi come quelli di Ryszard Kapuściński, Marguerite Yourcenar, Claudio Magris e Banana Yoshimoto per tornare a sentire che da ogni percorso compiuto al di là dei nostri confini (personali e geografici, letterali e metaforici) torneremo a casa con un altro livello di consapevolezza, e con l’impressione di essere persone diverse rispetto a quelle che erano partite…

Citazioni di opere letterarie

Venendo, infine, a una dimensione più strettamente letteraria, non possiamo trascurare tutti quegli aforismi tratti dai libri che si sono imposti per l’efficacia del loro messaggio tout court, senza cioè rimandare per forza a un argomento specifico, ma facendo breccia nel cuore di lettrici e lettori “soltanto” per il loro stile e per il loro contenuto.

È il caso di alcuni degli incipit più famosi di sempre, che abbiamo raccolto in questo articolo e che vanno da Moby Dick di Herman Melville a La signora Dalloway di Virginia Woolf, passando per I promessi sposi di Alessandro Manzoni e per Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.

Come pure di alcune frasi entrate ormai nel linguaggio comune, ma di cui talvolta, senza saperlo, sbagliamo la fonte. “Tutto scorre”, “Il fine giustifica i mezzi”, “Elementare, Watson!”: sappiamo davvero se si tratta di citazioni riportate in maniera esatta, e se sono attribuite agli intellettuali a cui noi d’istinto le associamo? C’è un solo modo per scoprirlo, ed è dare un’occhiata al nostro focus sulla questione.

Molto amati da lettrici e lettori di ogni età sono anche gli aforismi sui libri, cioè tutte quelle frasi tratte dalle opere letterarie e aventi come protagonista proprio la lettura: un’attività che denota amore e interesse per il sapere a 360°, che ci fa mettere in discussione e scoprire nuovi orizzonti, e di cui abbiamo raccolto 50 tra le frasi più incisive pronunciate da Marguerite Duras, Umberto Eco, Francis Scott Fitzgerald

Quanto agli aforismi provenienti da alcune tra le opere letterarie più conosciute nel panorama occidentale, non possiamo non menzionare le frasi di William Shakespeare, drammaturgo inglese passato alla storia per lo spessore dei dilemmi psicologici e morali di testi teatrali come Otello (Garzanti, traduzione di Sergio Perosa), Macbeth (Garzanti, traduzione di Nemi D’Agostino) e Amleto (Garzanti, traduzione di Nemi D’Agostino).

Restando nel Regno Unito, sono da segnalare anche le frasi tratte da capolavori come Alice nel paese delle meraviglie (Garzanti, traduzione di Milli Graffi) del grande autore britannico Lewis Carroll e Orgoglio e pregiudizio (Garzanti, traduzione di Isa Maranesi), il romanzo più celebrato di Jane Austen.

Fra gli scrittori del Novecento, invece, abbiamo concentrato la nostra attenzione sugli aforismi più significativi dell’amato longseller Il piccolo principe (Garzanti, traduzione di Massimo Birattari), dell’aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry, e sul romanziere americano ormai cult Philip Roth (1933-2018), del quale abbiamo selezionato citazioni di libri e interviste che ha rilasciato nel corso degli anni.

Spostandoci infine a un panorama più contemporaneo, non potevano mancare all’appello le frasi più belle della saga di Harry Potter, nata dalla fantasia della scrittrice inglese J.K. Rowling e che, dal 1998 a oggi, non ha mai smesso di appassionare lettrici e lettori di tutto il mondo, diventando con i suoi sette volumi una delle saghe fantasy più vendute di sempre.

E, sempre a proposito di record, concludiamo con una selezione di aforismi tratti da Fabbricante di lacrime (Magazzini Salani), l’esordio-bestseller della giovane scrittrice italiana Erin Doom (a cui nel 2024 Netflix si è ispirato per una trasposizione cinematografica diretta da Alessandro Genovesi), poi diventato il libro più venduto nel 2022 e che è rimasto a lungo nei piani alti delle classifiche, anche nel corso degli anni successivi.

ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO…

Fonte: www.illibraio.it

LA STRUTTURA, ovvero sviluppare l’idea del romanzo e darle una forma

Un romanzo è come una pianta: va curato e nutrito con attenzione…

Immaginate il vostro romanzo come se fosse un albero, una pianta. 

Le foglie sono le parole chiave del testo, le radici sono la base su cui poggia la trama, il tronco è la storia, i rami sono i dialoghi, il colore della chioma è il titolo…

E adesso cambiate la prospettiva e provate a scrivere la fine, le ultime righe del vostro romanzo. 

Passate poi al prologo, cioè quello che viene prima dell’inizio e poi all’epilogo (quello che viene dopo la fine).

Sempre pensando al vostro romanzo come a un fiore, “seminate” gli indizi che si svilupperanno a poco a poco, coinvolgendo il lettore (il seme, lo stelo-filo conduttore, il fiore-rivelazione).

Scrivete tre colpi di scena emozionanti ma credibili.

Ricordatevi sempre che in una buona storia, come in un muro ben costruito, ogni mattone è fondamentale e non può essere eliminato senza danneggiare l’intera struttura. Viceversa, non servono mattoni in più. 

Sforzatevi di scrivere ogni giorno: anche una frase, lasciata incompiuta, può servire.

Se vi viene il “blocco dello scrittore” le liste possono aiutarvi: compilate degli elenchi, per esempio dei personaggi presenti nel romanzo, degli episodi principali, dei luoghi in cui sono ambientate le scene.

Da dove deriva l’espressione “Lupus in fabula”?

Ci sono persone con cui accade tutte le volte: stiamo parlando di loro ed ecco che d’un tratto si materializzano. Entrando nella stanza, telefonandoci, mandandoci un’email. Come se percepissero in qualche modo i nostri discorsi, sentendosi coinvolti e partecipando così (nel bene o nel male) alla conversazione in atto.

Parli del diavolo e spuntano le corna, si dice allora, spesso in maniera scherzosa, per lasciare intuire al diretto interessato che lo avevamo appena nominato.

Ma c’è anche un’altra espressione – forse a colpo d’occhio meno comprensibile, benché con una sfumatura apparentemente più neutra – a cui possiamo fare ricorso in circostanze del genere, ovvero lupus in fabula: scopriamola insieme.

Da dove deriva Lupus in fabula?

Trattandosi di un detto latino, è facile intuire che la sua origine sia da far risalire ai tempi degli antichi Romani. E infatti, più nello specifico, l’espressione Lupus in fabula si attesta già nella commedia Adelphoe di Terenzio (190-159 a.C.), per poi essere ripresa da Plauto (255-184 a.C.) e da Cicerone (106-43 a.C.).

Quest’ultimo, in particolare, scrive nell’Epistola 13 ad Attico: De Varrone loquebamur: lupus in fabula venit enim ad me, raccontandogli in altre parole che si stava parlando di Marco Terenzio Varrone quando, come fa il lupo nelle favole, l’erudito si era avvicinato a lui.

E non è tutto, perché anche nell’Egloga IX di Virgilio (70-19 a.C.), contenuta nelle Bucoliche, si legge: Vox quoque Moerim Iam fugit ipsa: lupi Moerim videre priores. Che il vocabolario Treccani traduce come segue: Anche la voce stessa ha fuggito Meri: i lupi hanno visto per primi Meri.

Un modo di dire che è sopravvissuto secolo dopo secolo, arrivando fino a noi anche attraverso il grande Leonardo da Vinci (1452-1519), a cui è attribuita la celebre frase: Ancora si dice il lupo avere potenza, col suo sguardo, di fare alli omini le voci rauche.

Il significato di questa espressione

Se tanti intellettuali hanno scelto proprio il lupo per indicare un animale che appare in maniera improvvisa e pericolosa sulla scena, è per via della sua costante presenza nelle Favole di Esopo (620-564 a.C.), poi riprese da Fedro (20 a.C. – 50 d.C.) e in molti casi rimaste famose ancora oggi (pensiamo alla favola nota come Al lupo! Al lupo!, o a Il lupo e l’agnello, o ancora a Il lupo e il cane…).

Nei loro testi il lupo viene associato a una figura temibile, che incute paura al punto da interrompere il discorso in atto e lasciare ammutoliti i presenti. Non per niente, nell’immaginario collettivo, si crede tuttora che chi vede un lupo perda la capacità di parlare (cfr. le espressioni Ha veduto il lupo o È stato guardato dal lupo).

Di fronte alla sua presenza minacciosa, del resto, proseguire la conversazione risulterebbe quasi impossibile – ed ecco spiegato come mai attualmente, quando la persona a cui ci stiamo riferendo si unisce a noi, ci blocchiamo d’un tratto ed esclamiamo proprio Lupus in fabula.

Quando dire Lupus in fabula?

Come abbiamo visto, quindi, la locuzione affonda le sue radici nella cultura classica e, pur avendo addolcito con il tempo le sue sfumature di significato, porta ancora con sé una punta di superstizione, quasi che fosse possibile evocare per magia coloro che nominiamo.

Nell’ambito letterario, peraltro, è rimasta così iconica che nel 1979 il filosofo e semiologo Umberto Eco (1932-2016) l’ha ripresa nel titolo del celebre saggio Lector in fabula (La Nave di Teseo).

In questo caso il riferimento è al fatto che la cooperazione del lettore è fondamentale nell’interpretazione di un testo narrativo, motivo per cui il suo ruolo è quello di essere “sempre alle calcagna del testo“, proprio come un lupo con la sua preda. Ma potremmo anche considerarla una buona risposta alla domanda: “Quando utilizzare Lupus in fabula nella vita quotidiana?“.

Perché possiamo sì servirci di questa espressione idiomatica per evidenziare letteralmente la sovrapposizione tra il soggetto di una conversazione e la persona che ci ritroviamo di fronte. Ma potremmo anche ribaltarla o modificarla in base al contesto per darle una nuova vita, sottolineando per esempio l’effetto che i colpi di scena suscitano in noi fin dalla notte dei tempi.

L’importante, insomma, è che di tanto in tanto un lupo sulla scena appaia davvero, anche solo per restituire un po’ di vivacità ai nostri discorsi di ogni giorno…

Fonte: www.illibraio.it

Le parole più difficili da pronunciare della lingua italiana

Pur avendo l’abitudine di leggere e parlare l’italiano tutti i giorni, può capitare di trovarci di fronte a un vocabolo che a prima vista ci risulta difficile da riprodurre oralmente, magari per via della sua lunghezza fuori dal comune, o della combinazione di suoni e sillabe da cui è costituito.

Impresa che diventa ancora più complessa per chi la lingua italiana la sta ancora studiando, magari perché è in età scolare o perché è di madrelingua diversa, e si sta cimentando con l’apprendimento del nostro idioma provenendo da un altro sistema linguistico.

Nei casi più complessi, è quindi buona norma cercare di riconoscere le radici, i suffissi e i prefissi che potrebbero far parte di un certo termine, scomponendolo e provandolo a leggere un po’ alla volta, in considerazione della sua etimologia o del senso (anche parziale) che intende veicolare.

Per fare un po’ di sana pratica, ecco quindi cinque fra le parole considerate più difficili della lingua italiana, corredate naturalmente di significati e curiosità: cosa aspettate a mettervi alla prova?

Eupeptico

Partiamo da una parola poco comune nel parlato, ma che potrebbe suonare familiare a chi si intende di medicina e farmacologia, cioè l’aggettivo e sostantivo eupèptico. Composto da eu e da pèpis, che in greco antico equivalevano rispettivamente all’avverbio bene e al nome digestione, il termine si riferisce – non a caso – a tutte quelle sostanze che facilitano la nostra digestione, permettendoci in questo modo di migliorare il funzionamento del nostro stomaco.

parole difficili da pronunciare in italiano

Faldistorio

Pronunciarla correttamente al primo tentativo è una vera sfida: sì, perché la parola faldistòrio rischia di far inciampare la nostra lingua nel passaggio da una consonante all’altra, in particolare poi se pensiamo che esiste anche una variante senza i, ovvero faldistoro. Stavolta siamo davanti a un sostantivo che viene dal germanico Faldastol, a sua volta proveniente dal latino faldistorium: anticamente indicava le sedie pieghevoli e prive di spalliera usate dai membri del clero, dai reali e dai nobili in specifiche occasioni pubbliche.

Chiacchiericcio

La parola più difficile secondo gli studenti e le studentesse di lingua italiana? Il dibattito rimane aperto, sì, anche se la maggior parte di loro sostiene di non trovare proprio facilissima la pronuncia di chiacchierìccio. Tra l’alternanza dei suoni /k/ e /tʃ/, le tante vocali e la nostra tipica /r/ vibrante, infatti, questo nome derivato dal termine onomatopeico chiacchiera rischia di confondere anche i più abili. Il suo significato? Un parlottìo prolungato e fastidioso, che può celare anche qualche voce falsa o pettegolezzo.

Irrefragabile

Veniamo ora a un altro aggettivo quantomeno problematico, che non sentiamo spesso nella vita quotidiana e che, di conseguenza, potrebbe indurci a raddoppiare qualche consonante o ad aggiungerne altre mentre proviamo a pronunciarla per la prima volta. Parliamo di irrefragàbile, che è arrivata in italiano attraverso il latino in– (cioè non) e refragari (contraddire) per designare un concetto o una persona che è, di fatto, impossibile in alcun modo da contestare.

Hippopotomonstrosesquipedaliofobia

E concludiamo con una parola che rientra anche nel novero delle più lunghe della lingua italiana. Ci riferiamo a Hippopotomonstrosesquipedaliofobia, che viene dal greco e dal latino ed è composta da hippopoto– (grande), monstro- (mostruoso), sesquipedali- (cioè una parola lunga un piede e mezzo secondo la metrica romana) e –fobia (paura): detto diversamente, designa la paura delle parole molto lunghe. Del resto, come potrebbe essere altrimenti?

Fonte: www.illibraio.it