Intervista a Valeria Massa autrice di "Il re di un paese piovoso", un romanzo corale che ha la forza e la commozione di una poesia, una storia nera che si apre alla speranza
Intervista a Valeria Massa autrice di “Il re di un paese piovoso“, un romanzo corale che ha la forza e la commozione di una poesia, una storia nera che si apre alla speranza.
Il libro in una frase
Potrei usare la citazione di Baudelaire che apre uno dei capitoli finali: “Il male si fa senza sforzo, naturalmente, per fatalità”. Un invito a riflettere sull’involontarietà – e sull’inevitabilità – della sofferenza che infliggiamo e sui nostri faticosi tentativi per rimediare.
Amici di scaffale
Sullo scaffale ci sono i libri della vita: I fratelli Karamazov, Cuore di tenebra, le poesie di Cardarelli, Memorie di Adriano e Il colpo di grazia della Yourcenar. Ma direi che sono i libri fuoriusciti dallo scaffale – sparpagliati sul pavimento o appoggiati sull’asse da stiro – quelli a cui questo romanzo ha tentato di rubare una scintilla di verità. Sono tanti, ruotano, cambiano, spariscono sotto la pila. In questo momento potrei citare: Al centro dell’inverno di Marya Hornbacher, Ehi, prof! di McCourt, L’amico ritrovato di Fred Uhlman, Il narratore ambulante di Vargas Llosa. Anche un saggio come Menzogna romantica e verità romanzesca di René Girard… Libri che parlano di sbagli e di riscatto, di compensazione, di rivalità e di solidarietà.
Dove e quando
A Torino, nel 2012, in un liceo di periferia.
A Baghdad, nell’estate del 1990, alla vigilia della prima guerra del Golfo.
A Manosque (provincia francese), negli anni ’70, dove Duhamel – coscienza critica del romanzo – trascorre la sua adolescenza.
Tag
Baudelaire, Iraq, guerra del Golfo, disturbo bipolare, scuola, amicizia, poesia, rimorso, riscatto.
Segni particolari
Lo guardo dirigersi verso la porta.
“Grazie. Siete bravissimi con me. Ringrazia Duhamel per i libri.”
Matteo si volta per salutarmi e io lo fermo con una mano. Di colpo ho paura al pensiero di restare da solo.
“Allora con gli stivali da pescatore sarò irresistibile?” farfuglio, cercando di essere di nuovo spiritoso, cosa che dovrebbe fargli venire voglia di fermarsi un altro po’.
Lui picchietta con la mano sul casco e guarda in direzione della finestra, oltre il vetro.
“Scherzi?” sorride. “Con gli stivali di gomma andrai via fluido come fossi sul tapis roulant!”
Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore
È stata Maria, la mia amica e scrittrice Maria Concetta Distefano, cresciuta a Comiso sotto l’ala di Gesualdo Bufalino (letteralmente, l’ha conosciuto da bambina e per lui ha curato l’editing della versione inglese di Diceria dell’untore), che un giorno mi ha detto che era ora di uscire allo scoperto, di sottopormi al giudizio altrui, e mi ha parlato della formula di IoScrittore; poi mia madre, che mi ha inviato il link del concorso dieci secondi dopo che glielo avevo riferito (a 75 anni naviga in Internet come una diciottenne); anche Alessandra, con cui quotidianamente parliamo di libri e di scrittura, che mi ha fatto capire che quel che scriviamo non va tenuto nascosto, per pudore, e che mettersi in gioco è una liberazione, e per finire Elisabetta, che con le sue battute fulminanti mi ha incoraggiata a partecipare e ha gioito con me dei risultati. È stata tutta colpa loro.
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