Consigli degli autori

Scrivere un libro, come cominciare bene: 3 insegnamenti fondamentali che uno scrittore può trarre da uno sceneggiatore

di
Carla Vistarini
I tre consigli che posso passare, come il testimone di una staffetta ideale, da sceneggiatore a uno scrittore sono quelli che io stessa ho appreso e cercato di mettere in pratica da tre grandi del cinema, agli inizi della carriera.
Premesso che per me l’insegnamento imperativo assoluto, che vale sempre e comunque per uno scrittore, è: “Leggere, leggere, leggere”,  i tre consigli che posso passare, come il testimone di una staffetta ideale, da sceneggiatore a uno scrittore sono quelli che io stessa ho appreso e cercato di mettere in pratica da tre grandi del cinema, agli inizi della carriera.
1) Il primo è di Alfred Hitchcock, che diceva: “Un film è proprio come la vita. Certo. Però con le scene noiose tagliate”. Ecco, questa affermazione vale, a mio parere, anche per un romanzo. Vi si legge l’essenza del Cinema, e dell’arte della Sceneggiatura. Secca, disincantata, quasi crudele. Come ogni scena deve portare al film un pezzo del racconto, qualcosa di indispensabile al prosieguo della storia, così ogni capitolo deve essere indispensabile al romanzo, innescando un’ulteriore, e altrimenti impossibile, fase della narrazione. Se una scena invece è bella ma superflua, allora è meglio tagliare. Personalmente ho fatto mio questo insegnamento di un maestro della suspense come Hitchcock, e ho cercato di metterlo in pratica sempre. Come sceneggiatrice prima, e come scrittrice ora. Nel dubbio, quindi: “Tenere o tagliare?”, io dico: tagliare, tagliare e tagliare sempre.  E se fossimo ancora macerati dall’interrogativo cosmico dello scrittore: “Ma riuscirà il lettore, senza quella frase, o quel capitolo, a capire quello che volevo dire?”; la risposta è: “tranquilli, capirà”. Il lettore ha una fantasia sfrenata e si divertirà anche di più a riempire con la propria immaginazione qualche spazio narrativo.
2) L’altro insegnamento l’ho “carpito” da un grande sceneggiatore della Hollywood degli anni d’oro: Raymond Chandler, che è stato, guarda caso, anche e soprattutto un grande scrittore (Il lungo addio, Il grande sonno, Marlowe, etc.). Chandler diceva: “Se la storia langue, fai entrare in scena un uomo con la pistola”. Cioè, vivacizza il racconto, sorprendi, avvinci. Poi naturalmente “l’uomo con la pistola” non deve necessariamente essere un tizio che entra con una Smith & Wesson e si mette a sparare.  Può anche manifestarsi come evento immateriale, psicologico o emotivo. Ma deve dare la scossa. E’ sottinteso che poi pistola e scossa debbano fluire morbidamente come ballerine del Lago dei Cigni all’interno del racconto e smuoverne la macchina narrativa in maniera coerente, senza lasciare basito il lettore. E qui viene la parte difficile, quella dura, secca, disincantata e crudele di cui si parlava prima. Frutto di olio di gomito.
3) Il terzo insegnamento è in una frase di John Fante, sceneggiatore e scrittore straordinario (Chiedi alla Polvere,  Aspetta Primavera Bandini, Un anno terribile, etc.). “Scrittori, non tiratevi mai indietro davanti a una nuova esperienza. Non lasciatevi sfuggire nulla.” Quanto è vero. Così nella scrittura come nella vita non si deve temere mai l’inesplorato, il nuovo, e nemmeno ciò che appare impossibile. L’impossibile è solo qualcosa dietro una porta chiusa, di cui dobbiamo trovare la chiave. E personalmente è quanto ho cercato di fare io stessa, affrontando con sacro rispetto ma senza timore  le opportunità e le sfide che di volta in volta il mio lavoro mi ha messo davanti, esplorando linguaggi diversi e all’inizio sconosciuti. Il cinema, il teatro, la musica e infine, mettendomi in gioco con la mia partecipazione al Torneo di IoScrittore, anche la letteratura. L’importante è restare coi piedi per terra e ricordare che non sempre tentare vuol dire riuscire. Ma può voler dire fare tesoro degli errori e capire come provare a riuscire la prossima volta.
I consigli  ricevuti dagli altri concorrenti  sono stati utili?
Sì, molto. Anche se sono stati spesso discordanti fra loro e a volte antitetici. Del genere “Mi pare troppo lungo”, oppure “Mi pare troppo corto; ovvero “Mi piace il personaggio X” contro “Non mi piace il personaggio X”.
Tutti i consigli, comunque, mi sono stati utili, sia quelli positivi, articolati, partecipi, che quelli che  sembravano negativi, o addirittura ostili, o immotivati. In ogni caso tutti mi hanno comunicato empatia, presenza, dialogo. I consigli sono come le briciole di Pollicino, segnano un cammino. Il prezioso collegamento dei tre lati del triangolo magico: Scrittore, Romanzo, Lettore. Un triangolo perfetto.

***

 

Carla Vistarini è vincitrice del Torneo IoScrittore 2013 con il romanzo Se ho paura prendimi per mano, pubblicato con Corbaccio. L’autrice romana aveva già vinto nel 2012 la pubblicazione in ebook con l’opera Città Sporca.
Approdata alla scrittura dopo una lunga e fortunata carriera di autrice di canzoni  per vari interpreti, tra cui Ornella Vanoni (La voglia di sognare), Mina (Buonanotte buonanotte), Mia Martini (La nevicata del ’56), Patty Pravo, Riccardo Fogli, Amedeo Minghi, Renato Zero…
È inoltre autrice di commedie premiate dalla critica come Ugo con Alessandro Haber, e di sceneggiature cinematografiche come Nemici d’infanzia di Luigi Magni, con cui ha vinto il premio David di Donatello: insomma, è una che di scrittura se ne intende, come dimostra anche il successo del  suo romanzo d’esordio, una commedia romantica, allegra e commovente dei nostri giorni.
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