1927. Isadora Duncan, non è più giovane. Travolta da un passato denso di amori, successi e grandi tragedie, vive a Nizza quasi in povertà. La aiutano un gruppo di amici, Jean Cocteau e Francis Picabia tra gli altri, e un giovane amante, Vita. Il suo cuore però è nevroticamente attratto dalla vecchia villa di Neuilly, in procinto di essere messa all’asta, custode dei suoi ricordi: quelli belli, racchiusi in un baule, quelli tristi ospitati da una scatola blu.
Il racconto va agli inizi. Isadora, geniale, ribelle, rivoluzionaria danzatrice scalza, fa ruotare la sua vita intorno all’insegnamento, agli amori, ai bambini perduti. Il tempo corre tra New York e la Vecchia Europa. L’urgenza di trasmettere gratuitamente la sua arte, di formare una “schiera di allieve che siano donne libere”, scorre parallelamente alla sua passione per il teatro.
Un teatro dove, non sempre compresa, riuscirà però a imporre la sua visione di una danza al di là delle convenzioni, scandita da un dialogo mai scontato con la natura, espressione autentica dei sentimenti più profondi e tragici.