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Le parole d'amore "intraducibili" in italiano

13 Febbraio 2023 |
di
Eva Luna Mascolino
Dal portoghese "cafuné", che indica il gesto di passare le dita tra i capelli di chi amiamo, fino ad arrivare al coreano "nunchi", con cui si esprime la capacità di vedere l'altro per com'è realmente, ecco una serie di parole d'amore intraducibili nella nostra lingua, in grado di descrivere in modo sintetico ed efficace alcune sensazioni universali, in cui tutti e tutte potremo rispecchiarci almeno una volta nella vita...

Se è vero che la lingua italiana ci mette a disposizione un patrimonio lessicale immenso, al quale possiamo attingere ogni giorno per descrivere situazioni, stati d’animo e idee di ogni sorta, è anche vero che – come accade in tutti gli idiomi – ci sono concetti che non ci permette di sintetizzare con una sola parola.

Uno dei campi semantici in cui possiamo notarlo più facilmente è quello variegato, complesso e affascinante delle emozioni umane, di fronte al quale non a caso “ogni lingua diviene, tremando, muta“, come avrebbe scritto il sommo poeta Dante Alighieri (1265-1321).

Per chi, però, vorrebbe esprimere ciò che prova andando al di là delle definizioni offerte dal dizionario, ecco cinque parole d’amore intraducibili nella nostra lingua, capaci di spiegare in modo sintetico ed efficace alcune sensazioni universali, in cui tutti e tutte potremo rispecchiarci almeno una volta nella vita…

Mamihlapinatopei

La prima parola ci porta fra le tribù indigene del Cile, e più precisamente fra gli Yaghan, noti anche come Yámana e stabilitisi nella Terra del Fuoco ben 6000 anni fa. A loro si deve un sostantivo che è entrato nel Guinness World Record per essere il termine più conciso e più difficile da tradurre al mondo, ovvero mamihlapinatapai.

Al suo interno troviamo la radice ihlapi, che descrive l’incapacità di fare qualcosa, il prefisso riflessivo-passivo ma- e numerosi suffissi, che insieme indicano lo sguardo carico di desiderio che ci si scambia sperando sia l’altra persona a fare la prima mossa, quando siamo troppo timidi per manifestare apertamente i nostri sentimenti.

Iktsuarpok

Dal Sud del mondo arriviamo fino al Circolo Polare Artico, per conoscere più da vicino un lemma del popolo inuit con cui potremmo avere familiarità. Quando, infatti, fissiamo lo schermo in attesa di un messaggio, o un binario sperando che un certo treno arrivi presto, abbiamo a che fare proprio con l’iktsuarpok.

In altre parole, ci riferiamo a una condizione di grande fermento, a metà tra l’ansia e l’emozione, che precede l’incontro con una persona a noi cara. In passato era utilizzata per spiegare l’atto di guardare l’orizzonte aspettando che comparissero delle slitte, mentre oggi l’oggetto di interesse è profondamente cambiato…

Manabamate

Vi è mai capitato di innamorarvi di qualcuno e di notare che, nei giorni seguenti, la vostra fame è diminuita a vista d’occhio? Si tratta di una reazione involontaria del nostro organismo, quasi inevitabile, che spesso non riusciamo a spiegarci ma che puntualmente si verifica quando ci confrontiamo con una forte emozione.

Ebbene: nell’Isola di Pasqua, la civiltà Rapa Nui ha coniato una parola che farà proprio al caso nostro. Si scrive Manabamate, si legge mancanza di appetito, e non è raro che ci capiti di sperimentarla se ci sentiamo sazi d’amore e per un po’ non riusciamo a nutrirci di nient’altro, nemmeno del nostro cibo preferito.

Cafuné

E veniamo ora a una delle parole d’amore più conosciute in tutto il mondo, grazie alla popolarità che ha riscosso da anni sui siti internet dedicati alle lingue straniere (e non solo). Parliamo di cafuné, un termine che deriverebbe dall’antica lingua yoruba, poi portato in Brasile dagli schiavi che lavoravano nelle piantagioni.

Oggi, in portoghese, questo vocabolo rappresenta l’atto di passare delicatamente le dita fra i capelli di qualcuno, un modo spontaneo e delicato per regalargli una coccola, oppure il gesto di accarezzare gli animali per farli sentire a loro volta sereni e in un posto sicuro.

Nunchi

Ultimo, ma non per importanza, un concetto coreano che simboleggia un vero e proprio stile di vita, applicabile tanto ai rapporti d’amore quanto a quelli familiari o di amicizia. Nunchi, infatti, è una parola assimilabile per sommi capi alla nostra empatia, anche se in realtà il suo significato è ben più elaborato di così.

Siamo davanti a una capacità rara ma importante, che consiste nel capire senza sforzi i comportamenti, i pensieri e i gesti di un’altra persona, entrando in sintonia con lei per interpretare i suoi bisogni e stati d’animo. Un atto di grande intelligenza emotiva, quindi, che ci ricorda fino a che punto l’ascolto sia la chiave dell’amore.

Fonte: www.illibraio.it

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