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Chiasmo: significato ed esempi della figura retorica molto utilizzata in poesia

9 Maggio 2022 |
di
Redazione Il Libraio
Che cos'è il chiasmo? Ecco il significato e alcuni esempi in campo letterario di questa figura retorica molto utilizzata in poesia, il cui significato però si estende anche al mondo dell'arte, dell'anatomia e della biologia

Il chiasmo è una figura retorica che consiste nell’abbinare due coppie di elementi in relazione tra loro a due a due.

Le coppie vengono disposte in modo alternato, a volte separate su due versi, così che il collegamento ideale tra i termini in relazione tra loro formi una “X”. L’etimologia della parola chiasmo deriva dal latino chiasmus, a sua volta mutuato dal greco χιασμός che significa “disporre in forma di chi”, la lettera greca χ che assomiglia al carattere latino X.

La funzione del chiasmo è quella di dare una sensazione di equilibrio al testo: la specularità e l’alternanza semantica sembrano infatti dare ordine ai quattro elementi.

Il chiasmo si riconosce perché le parole che ne fanno parte si legano con uno schema ABBA, simile a quello delle rime baciate (non è escluso però che ne facciano parte più di due coppie). Quando il chiasmo viene utilizzato in poesia le coppie legate da un rapporto di suono o di significato si legano a incrocio alle due parole che si trovano nel verso successivo oppure nella seconda metà del verso.

Non c’è un numero di termini prefissato che divide le due coppie di parole, ma spesso gli elementi vengono posizionati alle estremità dei versi.

Benché da un punto di vista visivo il chiasmo sia più facilmente identificabile in poesia grazie alla disposizione simmetrica, si tratta di una figura retorica utilizzata anche in prosa. Esistono delle distinzioni: quella tra chiasmo grande e chiasmo piccolo indica se i quattro elementi sono dei termini singoli o delle frasi con più elementi. La differenza tra chiasmo semplice e chiasmo complicato fa invece riferimento alla funzione sintattica dei termini o delle espressioni usate nella figura retorica. Quando i termini delle coppie svolgono lo stesso ruolo nella sintassi (per esempio se sono entrambi un soggetto) si parla di chiasmo semplice, altrimenti di chiasmo complicato. La distinzione tra chiasmo semplice e complicato può anche riferirsi al piano semantico: in tal caso lo schema è inverso.

La parola chiasmo ha anche altri significati in base al contesto: in biologia il chiasmo indica una fase della meiosi in cui i cromosomi entrano in contatto tra di loro, mentre in anatomia indica il punto di incontro tra i nervi ottici. Nei suoi vari utilizzi la parola chiasmo è comunque sempre riconducibile al concetto di incrocio.

Esempi di chiasmo

esempio di chiasmo nell'arte Statua di Dioniso di epoca romana modellata su un equivalente greco del IV secolo a. C. (Foto di The Art Collector/Print Collector/Getty Images)

Il chiasmo è uno schema che ha un significato importante anche nel mondo dell’arte. Si tratta infatti del nome di una formula compositiva della scultura classica che riprende lo stesso concetto del chiasmo in letteratura. Questa formula prevede che gli arti a riposo e in tensione siano alternati e viene utilizzata per le figure umane scolpite in forma eretta, affinché risultino in equilibrio a livello statico e visivo. Per esempio, in questa statua raffigurante Dioniso, troviamo a riposo il braccio sinistro e la gamba destra, mentre gli altri due arti sono ritratti in attività.

Come si accennava in precedenza nei componimenti poetici si fa largo uso del chiasmo; ecco alcuni esempi provenienti dalla letteratura italiana, con gli elementi del chiasmo evidenziati tra parentesi e le relazioni semantiche tra i suoi elementi indicate con la formattazione del testo:

“Le (donne), i (cavallier), l’(arme), gli (amori),
le (cortesie), (l’audaci imprese) io canto,
…”
(L. Ariosto, Orlando Furioso, Canto I)

“Questa voce (sentiva
gemere) in una (capra solitaria).
In una (capra dal viso semita)
(sentiva querelarsi) ogni altro male,
ogni altra vita.”
(U. Saba, La capra, Coi miei occhi)

“…
(Viva) la (fama) loro, e tra lor (gloria)
(splenda) del fosco tuo l’alta memoria.”
(T. Tasso, Gerusalemme Liberata, Canto XII)

“…
Il (vento) (soffia) e (nevica) la (frasca),
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese.”
(G. Pascoli, Lavandare, Myricae)

“…(sopire), (troncare), padre molto reverendo, (troncare), (sopire)…”
(A. Manzoni, Promessi Sposi)

“(Pace) non (trovo), et non (ò) da far (guerra);
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.
…”
(F. Petrarca, Pace non trovo, Canzoniere)

“…
(Brilla) nell'(aria), e per li (campi) (esulta),
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi (greggi) (belar), (muggire) (armenti);
…”
(G. Leopardi,  Il passero solitario, Canti)

Fonte: www.illibraio.it

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