Storie di formazione generazionali, opere letterarie più sperimentali, romanzi storici, saghe familiari, tanta narrativa di genere (dai gialli ai thriller, passando per gli horror, i fantasy e i romance, tra ibridazioni e sottogeneri): anche nel 2026 scrittrici e scrittori esordienti italiani saranno protagonisti in libreria in grande quantità, pubblicati (lungo tutto l’anno, e non più soprattutto nei primi mesi, com’era consuetudine fino a qualche tempo fa) da grandi, medie e piccole case editrici.
Resta dunque alta, a giudicare dalla lunghezza di questo articolo, l’attenzione nei confronti dei debutti italiani da parte di editor, agenzie letterarie, librerie, media e social.
E se le aspiranti scrittrici e gli aspiranti scrittori in Italia non sono mai mancati, va ricordato che negli ultimi anni le modalità di scouting si sono ampliate: si pensi al ruolo che sta giocando la piattaforma Wattpad (a sua volta in evoluzione) per alcuni dei generi narrativi che più appassionano le nuove generazioni di lettrici e lettori – e di autrici e autori – , o al peso che continuano ad avere scuole e corsi di scrittura e agenzie, fino al fermento nel variegato mondo del self-publishing e a ulteriori alternative, come quella rappresentata dal Torneo letterario gratuito IoScrittore, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol (editore di questo sito), e giunto alla 17esima edizione, che si appresta a partire.
Ovviamente, in un panorama così affollato, non tutti i romanzi d’esordio italiani riescono a godere della medesima visibilità; al tempo stesso, anche se le pressioni non mancano, è importante dare il tempo ad autrici e autori agli inizi di crescere di libro in libro. Come pure, nel prossimo futuro, sarà interessante osservare gli effetti dell’avanzata dell’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale in ambito narrativo. Temi complessi, meritevoli di approfondimenti a parte.
Ora è arrivato il momento di dare inizio al nostro consueto viaggio tra i debutti italiani in arrivo nel corso del nuovo anno.
Come negli anni scorsi, non avendo la possibilità di leggere con così largo anticipo tutte le opere d’esordio in questione, per preparare questo speciale ci siamo potuti basare esclusivamente sulle segnalazioni e le presentazioni da parte delle case editrici. Le informazioni che abbiamo raccolto (su temi, trame, stile, biografie etc.), sono quelle individuate dagli editori per introdurre le opere in uscita nei mesi a venire.
In attesa di poter approfondire le singole uscite, l’elenco qui di seguito può comunque essere utile ad avere un quadro d’insieme e a individuare tematiche, generi narrativi o percorsi per arrivare alla pubblicazione ricorrenti.
Nel corso del nuovo anno ci soffermeremo su molti di questi libri, dando spesso direttamente voce (e dunque spazio) ad autrici e autori esordienti.
Uno sguardo all’ultimo quinquennio: i debutti degli scorsi anni:

Come vedremo, nel 2026 saranno numerosi gli esordi a tinte gialle. Partiamo non a caso da un debutto noir, quello di Adriano Giotti con Anna non dimentica, in libreria il 20 gennaio per Longanesi. Regista e sceneggiatore (ha vinto premi in Italia e all’estero, ed è stato candidato ai David di Donatello con il cortometraggio Mostri), l’autore vive tra Roma e Madrid: al centro della trama del suo primo romanzo psicologico c’è un 14enne scomparso, Pietro. Quanto all’ambientazione, siamo nel “cuore gelido” dell’Abruzzo (“il silenzio del bosco come unico testimone e, nell’ombra, una figura che non dovrebbe esistere…”). La stanza dell’adolescente è tappezzata di mostri, ma quelli veri si annidano tra i messaggi crudeli di una chat tra compagni di scuola e “nei silenzi di una famiglia spezzata“. Quando il ragazzino sparisce, la sua ossessione per le leggende metropolitane e le creepypasta si trasforma in un incubo reale. Il caso viene affidato a Veronica Sgheis, ispettrice di polizia e madre in bilico tra rabbia e fragilità, “che deve scavare tra le ombre della provincia dove tutti si conoscono e nessuno dice la verità…”. E che si ritrova a seguire la pista di una leggenda online, legata a una bambina rapita, Anna…
Nel 2026, tra l’altro, sempre Longanesi ha in programma anche un altro debutto nel giallo, quello di Elena Dottini con L’illusione del vuoto, romanzo con al centro le indagini del vicequestore Canfora, e della Squadra mobile di Mantova.
Sempre a proposito di noir italiani, in primavera, con Salani, sono in arrivo altre due nuove voci: quella di Grazia Scanavini, con I Burattinai, su una squadra speciale di agenti che indagano su casi irrisolti di femminicidio (e, più in generale, sulle dinamiche di potere in tutti i livelli della società); e quella di Fabio Rodda, classe ’77, autore di Il respiro del faggio – La prima indagine di Vera e Petrella, giallo ambientato in una Bologna “notturna e inquieta”, e con al centro una coppia di investigatori particolare, formata da un poliziotto con la passione della falegnameria e da una traduttrice moldava.

Cambiamo genere narrativo per parlare di un esordio in cui la lingua e l’ambientazione giocano un ruolo decisivo. A gennaio, con Einaudi Stile Libero, è in uscita Questa feroce bellezza, il primo romanzo del pugliese Giuseppe Galliani, ambientato “in una terra arsa e modellata dal vento, percorsa da profughi, assassini e peccatori in cerca di riscatto”. In una delle “ultime steppe d’Europa, fra l’Altopiano Murgiano e la Fossa Bradanica”, un uomo prova a fare giustizia per un innocente. Ma la verità ha un prezzo, e sono in molti a volerla nascondere…
Da Stile Libero a via Biancamano: saranno due i debutti targati Einaudi nel 2026. Nella collana Undici, è in uscita a marzo Bagliori di Beatrice Pera. Nata a Ceva, nel 1994, l’autrice vive a Torino, e lavora come tour leader (guida cioè le persone in giro per il mondo). Nel suo primo romanzo incontriamo Camelia e Dalila, che si ritrovano di fronte a un consultorio, ma è come se si conoscessero da sempre. La prima è cresciuta in una casa-famiglia, la seconda vive insieme alla figlia in una casa-rifugio per donne vittime di violenza. È l’inizio di un’amicizia piena di vitalità, ma anche di buio e dipendenza reciproca. Pera narra “la storia di due ragazze sradicate che cercano un modo tutto loro di fare famiglia…”.
Cambiamo collana ma non casa editrice: I coralli di Einaudi a febbraio ospitano Il cuoco giapponese di Lucia Visonà. Il cuoco giapponese, in realtà, non è giapponese; si chiama Hugo ed è arrivato a Parigi da un paesino sperduto nel cuore della Francia. Visonà (che, nata a Desenzano del Garda nel 1989, vive a Parigi e traduce romanzi e saggi, oltre a insegnare storia antica all’università) propone il racconto “lieve e agrodolce” di un’amicizia strampalata, quella tra un giovane e svagato flâneur e una vecchietta “molto gourmand”, che si mette in testa di farne uno chef. Sullo sfondo, una Parigi di grandi ristoranti e sale da ballo che sembrano uscite dalla Belle Époque…
Quanto al percorso di Lucia Visonà, alcuni racconti dell’autrice sono stati pubblicati su riviste online. A questo proposito, a giudicare dalle note biografiche di molte aspiranti scrittrici e scrittori di questo pezzo, fa piacere osservare come, rispetto agli ultimi anni in cui avevamo osservato un ridimensionamento, le riviste digitali indipendenti sembrano tornate a rappresentare un trampolino di lancio per chi punta al debutto in libreria.

Lasciamo la torinese Einaudi e arriviamo all’esordio di Maria Costanza Di Croce, previsto a inizio maggio, con L’acqua amara (astoria). Nata a Chiaravalle, nel 1987, l’autrice da bambina si è trasferita a Vasto, in Abruzzo. Ha poi vissuto a Roma, tentando l’accesso in magistratura, per poi trasferirsi a Pesaro nel 2023. Il suo primo romanzo – protagonista al già citato Torneo IoScrittore – porta nel 1920: Nina de Lellis, la protagonista, è solo una ragazzina quando viene prelevata da una nobildonna nel povero paese di pescatori in cui è nata, sulla costa abruzzese, e dove vive con la nonna, per essere portata in una villa sul lago di Garda. Qui viene affidata alle cure della governante, Evelyn, una donna dura al limite della crudeltà, che Nina impara a conoscere, al pari dei suoi doveri come domestica. Un giorno, poco dopo il fallimento dell’impresa di Fiume, il proprietario della villa fa ritorno e Nina, attonita, vede Evelyn buttarsi tra le braccia di un uomo piccolo, calvo e con il pizzetto. Nina si rende così conto di essere al servizio del Vate D’Annunzio. Nei mesi che seguono, cominciando a studiare sotto la sua egida, Nina ha la possibilità di scoprire un D’Annunzio “segreto”. Nasce un bizzarro rapporto di “ammirazione, fascinazione e dialettica”. Ha così inizio un’altra storia…
Proseguiamo il nostro percorso dedicato ai debutti italiani del 2026 parlando di Loretta Franceschin. Nata nel 1951 in provincia di Padova, dove vive, l’autrice scrive da sempre, e ha già partecipato al Premio Calvino con altre opere, quasi tutte segnalate. Sono d’acqua i nostri pensieri, in arrivo nella seconda metà di giugno per Guanda, non è propriamente un debutto (nel 2018 Italic Pequod ha proposto un altro libro di quest’autrice, I giorni sulle rive appesi). Il romanzo di Franceschin porta nel cuore nebbioso del Polesine, tra argini e canali custodi di segreti: qui la piccola Elena scopre l’esistenza di un fratello scomparso di cui nessuno le ha mai parlato, figlio del primo matrimonio della madre. È da quella rivelazione che, nel silenzio di una famiglia pronta a sgretolarsi, inizia ad aprirsi una frattura… Protagonista del libro non è solo una famiglia che si sfalda, ma anche il paesaggio, “il Polesine, con le sue acque e le sue nebbie, che diventa specchio dei pensieri, dei rimpianti e dei desideri dei protagonisti…”.
A fine marzo, con Newton Compton, è previsto un doppio debutto: quello di Elena Commessatti, e quello della nuova collana “di narrativa upmarket” Contrasti, che accoglierà “grandi storie e grandi voci” dall’Italia e dall’estero: Il tempo delle viole è presentato come un romanzo “corale, potente e poetico“. Commessatti porta nel Friuli di fine ‘800, tra le filande e la fulgida Udine: Viola, Bianca e Aurora scoprono cosa voglia dire essere amiche, ma anche donne, e quanto “solo l’unione faccia davvero la forza”. Le loro vite, “così diverse, si intrecciano come i rami del Tagliamento”, in un’Italia che si affaccia al nuovo secolo tra modernità e tradizione, tra la fatica del lavoro e il desiderio di emancipazione. Insieme daranno vita a una società segreta femminile, Le Viole di Udine, dedicata a proteggere e sostenere le donne, in un’epoca in cui essere libere è un atto rivoluzionario.

Veniamo ora a una trama contemporanea: la vita di Marisol è fatta di routine e silenzi, per nascondere il proprio dolore e un segreto che non l’abbandona mai. Ma quando, sul lungomare incontra Angelo, un fotografo capace di “vedere oltre le apparenze”, qualcosa comincia a cambiare. Tra post-it lasciati sotto una ruota panoramica, lettere scritte a mano e semplici attenzioni, Marisol scopre “un amore puro, senza tempo e senza pretese”. Questa, in estrema sintesi, la trama di Amore al profumo di girasole (Garzanti, in libreria dal 13 gennaio), firmato dall’esordiente salentino Gabriele Mauro, partito con il self-publishing e seguito su Instagram, dove propone, non a caso, post-it con frasi poetiche.
Tre i debutti italiani in arrivo con Mondadori. Partiamo da Veronica Galli, sceneggiatrice, che a giugno esordirà con Una casa da svuotare: la protagonista, Bianca Ricci, torna a Sarzana, sua città natale, proprio quando la sorella maggiore Lucrezia scompare improvvisamente. I genitori sono disperati. Bianca, invece, sa dove andare… Le due sorelle si ritrovano. Si confidano, si scavano dentro e, infine, decidono di mettersi intorno a un tavolo con i genitori. Le confessioni raddoppiano, il tradimento sembra, inaspettatamente, una costante, e la ragnatela si apre ai mariti. Così, “quella che parrebbe una débâcle, si trasforma in una cechoviana resa dei conti…”.
Sempre a giugno è prevista l’uscita di Il cacciatore di Kranen di Igor Damiani “che, come in Big Fish di Tim Burton, usa il magico per esplorare l’incantesimo concretissimo alla base di ogni relazione tra genitori e figli“. L’autore vive a Torino, dove gestisce i progetti della sua impresa sociale. Il suo è presentato dal marchio di punta di Segrate come un “romanzo di formazione e di avventura insieme”, nel solco della tradizione del fantastico italiano. Un’esplorazione del significato della memoria, dell’amore e “della meravigliosa ossessione a cui danno vita i sogni”.
Ad agosto, sempre in casa Mondadori, sarà la volta di Satelliti di Emanuele Bosso, napoletano classe ’92, che ha un profilo Instagram in cui parla di libri e letteratura. Bosso, tra le altre cose, cura un podcast di conversazioni letterarie, Il passeggero. Il suo primo romanzo narra la storia di un’amicizia maschile, di due solitudini che si incontrano e si proteggono a vicenda dalla violenza del mondo e dei padri, “un legame talmente assoluto da sconfinare nel desiderio”. La trama porta nel 1985: all’età di 15 anni Filippo si trasferisce insieme a sua madre a Fassiano, il borgo del centro Italia ai piedi delle montagne in cui la madre è cresciuta. Sono costretti a tornarci perché, dopo che il padre di Filippo se n’è andato, non possono più permettersi di vivere a Roma. A ospitarli, con molte riserve, c’è nonna Sandra, che con la figlia aveva rotto i rapporti da prima che Filippo nascesse. I primi giorni di scuola Filippo si imbatte in un ragazzo della sua età che da subito lo attrae come un magnete: Tommaso è sfrontato e un po’ selvatico, ma nasconde un dramma famigliare nerissimo…

Torniamo a Torino per parlare di un esordio in arrivo a inizio aprile con Bollati Boringhieri. Protagonista di Il barattolo dei pastelli, che segna il debutto di Barbara Cortinovis, è Renata, che ha superato da un po’ i cinquant’anni. Fa le pulizie in casa di una donna anziana, ed è stata bidella in una scuola, un lavoro che amava. A Renata piaceva anche Alessio, professore d’arte enigmatico. In quella scuola c’era Daniele, un adolescente vulnerabile vittima di bullismo, che lei tentava di proteggere. Poi, un maledetto giorno, è cambiato tutto, e Renata si è trovata nei corridoi con una pistola in mano, una pistola che aveva appena sparato, e lei, incapace di ricostruire la tragedia che aveva forse previsto, ma che non era riuscita a evitare. L’esordio di Cortinovis (nata a Bergamo, specialista in Anestesia e Rianimazione – lavora all’ospedale San Gerardo di Monza) è presentato come un romanzo psicologico contemporaneo, che esplora la fragilità umana, l’elaborazione del lutto e la forza delle relazioni, e racconta “il bullismo omofobico, la maternità negata e il potere salvifico dell’arte e dell’amicizia”. Tanti temi forti, di cui si è parlato non poco negli ultimi anni.
Bisognerà attendere l’autunno per l’esordio di Rossella Carboni, che con Corbaccio pubblicherà Evelina non è pazza per niente. Una nuova voce, per una protagonista “bizzarra e fragile (ma ostinata)”. Al centro della trama troviamo Evelina, che prende ansiolitici come fossero caramelle e che si trova più a suo agio con le cose che con le persone. La sua passione, non a caso, è collezionare oggetti considerati inutili. Li pulisce, li sistema, ci parla: sono la sua compagnia, il suo mondo. Evelina, infatti, non ha amici. Per lei c’è sempre stata solo la madre, poi morta all’improvviso, lasciandola sola. Fuori da lì non si può stare: la protagonista ha scoperto che le altre persone ridono di lei, soprattutto di quella mania di “adottare” cianfrusaglie. L’unica che non ride, l’unica che, forse, la vede davvero, è Lucilla, la vicina anziana che la considera una figlia. Quando si ammala gravemente, le affida un segreto: un amore di gioventù mai dimenticato, un uomo che vive a New York. E una lettera da consegnargli a mano… Evelina è terrorizzata dall’idea di volare dall’altra parte del mondo, lei che non è mai stata da nessuna parte. Forse, però, sarà proprio dall’altra parte dell’oceano che la parola “strana” assumerà per lei un altro significato: perché gli oggetti smetteranno di essere solo un rifugio e diventeranno una chiave per entrare nella vita degli altri, per riconoscere ferite, desideri, “storie messe in un angolo come cianfrusaglie”. Quanto all’autrice parmense, Carboni, classe ’79, laureata in Filosofia, lavora dal 2005 come copywriter. Appassionata di fisica, “psicologia del profondo” e temi legati al mistero dell’esistenza, “cerca da sempre il filo nascosto che collega le cose”.
Anche per leggere il primo romanzo di Damiano Ficoneri, giornalista corrispondente di La7 dagli Stati Uniti, si dovrà attendere l’autunno. Ficoneri, che ha vinto il premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi per il documentario La Tosse di Ground Zero, pubblicherà con Voland la storia di Vitaliano Belf, un giovane cardiochirurgo che, dopo essersi specializzato oltreoceano con i più illustri luminari e cultori della materia, finisce a rigirarsi i pollici in un ospedale di Roma, dove la sala operatoria gli è preclusa per la maggior parte del tempo ed è costretto ad assistere a continui giochi di potere e favoritismi. Frustato e disgustato dalla corruzione del sistema, decide di accettare una proposta particolare: il Presidente della Repubblica della Kravkina, neonato stato dell’Est Europa, lo invita personalmente a recarsi nella capitale Kyrie, per guidare e coordinare la costruzione di un centro di cardiochirurgia ultramoderno. Considerando l’occasione come una possibilità di rinascita, e non avendo più nulla da perdere, il protagonista parte. A Kyrie viene accolto come un salvatore. Ci vorrà poco, però, per accorgersi che niente è come sembra…

Tra gli esordi in arrivo in casa Rizzoli c’è Latte di Marina Zucchelli, già protagonista al Premio Calvino 2023. Il romanzo, in uscita a gennaio, è ambientato nell’Italia a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, ed esplora il fenomeno del baliatico mercenario: attraverso le vite di due donne, “due corpi che la società vuole costretti nei loro ruoli“, racconta “l’esperienza assoluta e feroce della famiglia nelle sue diverse declinazioni…”. Zucchelli vive a Roma ed è un’autrice televisiva freelance.

A proposito di romanzi con al centro famiglie, veniamo a un libro d’esordio “generazionale”, su una famiglia borghese romana, tra “segreti taciuti, amori mai confessati, tentativi di vita non risolti”: Marea di Laura Nicchiarelli esce il 6 febbraio per 66thand2nd. Se il passato della famiglia in questione è fatto di stabilità e sicurezza, agli occhi dei membri più giovani il futuro appare incerto, a tratti compromesso. Un libro che viene presentato come “il manifesto delicato e frammentato di una generazione che si spinge lontano ma sente un disperato bisogno di trovare le proprie radici“.
Ancora un romanzo, ambientato in questo caso nel dicembre 2022, con al centro una famiglia. A metà febbraio debutterà con minimum fax Gianni Denaro, che nel “delicato” Armadio di famiglia presenta la storia di una famiglia attraverso i suoi abiti e le fotografie personali dell’autore (inserite nel libro in testa a ogni capitolo). Denaro, classe ’91, lavora come designer e docente universitario di progettazione e cultura della moda, e ha frequentato un corso di scrittura organizzato dalla stessa casa editrice, dove si è fatto notare. Veniamo alla trama: Santa ha un attacco di “pazzia” e tenta di liberarsi di tutti i vestiti che trova dentro all’armadio. Quei capi le fanno troppo male. La famiglia assiste sgomenta alla scena. Il più sconvolto è Gianni, il figlio maggiore: non può accettare che quegli abiti vadano buttati…
Veniamo ora a un libro che punta su una scrittura “colta e irriverente”. Giulio Silvano, che scrive per Il Foglio e Rivista Studio, ad aprile debutta per Frassinelli con Hanno vinto loro. L’opera prima in questione, in cui “la storia personale si confonde con quella collettiva”, è introdotta dalla casa editrice come “un romanzo di formazione, una confessione, un elenco di feticci e un requiem laico per un Paese che non ha mai fatto davvero i conti con sé stesso“. Silvano, nato in Liguria nel 1989 (tra l’altro, collabora a Stories, il podcast di Cecilia Sala prodotto da Chora Media), sceglie un protagonista che, dopo aver passato un’infanzia pigra “nell’Italia sonnolenta e arrugginita dei primi Duemila”, incontra l’eroe destinato a stravolgere la sua visione del mondo: F. R., che tutti chiamano “il dottore”, volontario in un centro di assistenza per anziani e persone con disabilità. Implicato nei grandi misteri degli anni di piombo, amico di Arafat e di Papa Giovanni Paolo II, anticomunista, arrestato in America dopo essere stato accusato di aver orchestrato un’operazione di depistaggio nel caso della strage di Bologna, F. R. “è materia viva, pulsante”, e “il guizzo magico dei suoi occhi” spinge il protagonista a immaginare un futuro lontano dalla vita ordinaria e sciatta con i suoi genitori – “ex sessantottini imbolsiti”. Il tempo passa, il protagonista del romanzo ha poco più di trent’anni e vive a Parigi senza soldi e senza grandi speranze. Quasi per caso scopre che “l’idolo della sua adolescenza” è morto e decide di volergli dare un ultimo saluto. Inizia così “un viaggio di ritorno attraverso un’Italia che ha cambiato pelle, ma non sostanza“…

Parliamo ora del misterioso esordio di Maria Pacifico, che usa uno pseudonimo, e che firma L’odore del lupo (Ponte alle Grazie, dal 27 gennaio). L’infanzia di Silvia sembra essere spensierata e felice, l’estate al lago per lei è giochi, risate e amici… Cresciuta con il desiderio di guarire quella ferita che la condiziona da tempo, Silvia con coraggio lascia il ruolo di vittima e percorre la strada della rinascita… L’autrice vive a Milano, e il suo L’odore del lupo è in corso di traduzione in Francia.

Il 2 giugno debutterà con Neri Pozza Açelya Yönaç, nata nel 1978 a Istanbul. Yönaç, “nomade, performer di spoken word e copywriter”, è cresciuta tra Istanbul, Milano e New York, dove ha studiato Scrittura Creativa con la poetessa Lee Upton, e ha esordito in narrativa pubblicando racconti nella rivista letteraria Kitap-lık, in Turchia, mentre suoi racconti in lingua italiana sono stati pubblicati da alcune riviste. La casa turca, il suo primo romanzo in italiano, “si confronta con i temi dell’identità e della patria, dell’immigrazione e del potere salvifico della letteratura“. Una tematica, quella del ritorno degli esuli in patria, e un’ambientazione, la Turchia di Erdoğan, sicuramente attuali.

Restiamo in casa Neri Pozza per parlare del primo romanzo di Anna Voltaggio che, dopo aver debuttato nel 2023 con la raccolta di racconti La nostalgia che avremo di noi, il 13 febbraio firma La Santa degli altri: la protagonista, Nica, è scomparsa in un giorno d’estate, interrompendo bruscamente la loro storia clandestina, e Tommaso la cerca disperatamente. Cercando lei incrocerà la sua strada con quella di Rita, una bambina cresciuta nel silenzio e nell’oppressione, che decide di rinascere alla vita. L’autrice, nata a Palermo, vive a Roma.
In estate Neri Pozza pubblicherà poi il giallo del bresciano Giuseppe Fusari, vincitore della settima edizione del Premio nazionale di letteratura Neri Pozza. Parliamo di un noir ambientato nel mondo dell’arte. Come ha raccontato l’edizione bresciana del Corriere della Sera, l’autore, presbitero della diocesi di Brescia, è un appassionato di arte, e usa i social per veicolare il Vangelo. Dopo gli studi teologici, Fusari si è laureato in Lettere moderne con indirizzo storico-artistico, ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte e ha conseguito il Dottorato in Scienze della persona (Storia moderna). Accademico dell’Ateneo di Brescia, insegna Storia dell’Arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed è stato direttore del Museo Diocesano di Brescia. Protagonista del romanzo è il commissario Alessandri, che deve indagare sulla morte del curatore della mostra Trenta capolavori ritrovati, avvenuta al termine dell’inaugurazione.

Il 20 gennaio, per Piemme, debutta nella narrativa Margherita Pelaja. La scrittrice, già autrice di diversi saggi, lavora nell’editoria e conduce ricerche sulla storia sociale e sulla storia della sessualità tra ‘700 e ‘900. È stata tra le fondatrici di Memoria – Rivista di storia delle donne e della Società Italiana delle Storiche. In Le donne di Piazza del Fico romanza un fatto realmente accaduto: nella Roma della seconda metà dell’800, Luisa, mammana e confidente delle partorienti più vulnerabili, si muove tra parti clandestini e neonati abbandonati. È lei a tessere – nel tentativo disperato di fare il bene – lo scambio segreto tra il figlio di Amalia, giovane ingannata, e Angela, amante ambiziosa di un borghese. Anni dopo, la verità riemerge e diventa un processo caotico, in un sistema che non riconosce realmente i diritti delle donne. Le ragioni si confondono, le colpe si perdono, e Luisa si ritrova a interrogarsi su cosa significhi davvero scegliere “il bene” in un mondo che non offre vie giuste…
Restiamo in casa Piemme e rimaniamo nel passato italiano. Il debutto di Irene Di Liberto, La zolfatara (il titolo è provvisorio), in uscita a giugno, porta nella Sicilia del 1909. La protagonista, Teresa, “lotta contro il destino, la povertà e l’ingiustizia per conquistare un futuro di dignità per i suoi figli”. Una storia “di riscatto e memoria, segnata dall’odore sulfureo della miniera e dai paesaggi sterminati e desolanti della Sicilia rurale…”.
Veniamo al terzo esordio Piemme del 2026, La ragazza della Stipel di Pamela Bosi, in libreria a settembre, che ci fa rimanere nel secolo scorso: al centro della narrazione, “l’operosa e commovente Milano di un tempo vista attraverso gli occhi di tre generazioni di donne”: dal primo dopoguerra al boom economico degli anni ’60. “Dalle campagne alla metropoli, dalle cabine telefoniche ai primi cellulari, dalle speranze del dopoguerra alle sfide del nuovo millennio”, La ragazza della Stipel “racconta ‘900″…
A marzo Feltrinelli propone il debutto di Maria Spissu Nilson, Sinnada, una storia ambientata negli anni ’50, in un entroterra sardo arso da sole e povertà. Lellena, figlia di padre ignoto, cresce in una famiglia contadina povera, malvoluta dalla madre. È bella e appariscente ma, soprattutto, diversa dai suoi fratelli tutti maschi: parla poco, è poco utile nei lavori. Un giorno si marchia una stella sulla fronte, simile a quella che un cavallo del villaggio ha tra gli occhi. La cicatrice assomiglia a una croce e, quando una signora gliela tocca e poi assiste alla guarigione del figlio, comincia a diffondersi la voce che la bambina sia “sinnàda”, predestinata. Da quel momento Lellena comincia a essere temuta e venerata, come una santa. Ma venerare, si sa, spesso è sinonimo di imprigionare. E la “prigione” dura finché nel paese non arriva il capitano Gualtiero de Simone, ufficiale della Marina in convalescenza, che si affeziona alla ragazzina e decide di aiutarla, istruendola e provando a strapparla a quella marginalizzazione. Gli ostacoli, però, non tarderanno ad arrivare… L’autrice di Sinnada è nata in Sardegna. Il secondo cognome è quello del marito, cittadino statunitense. Maria Spissu Nilson è stata tra le insegnanti che, prima dell’adozione ufficiale della lingua straniera nella scuola primaria, ne hanno sperimentato le modalità d’introduzione per il Ministero. Ha pubblicato i suoi primi racconti a 16 anni; a inizio primavera il debutto nel romanzo.

Nel corso del nuovo anno Bompiani pubblicherà ben 5 libri d’esordio: si comincia il 21 gennaio con Non dormire e sogna di Giuseppe de Alteriis, giovane autore napoletano classe ’98, dottorando al King’s College di Londra in Neuroscienze computazionali (laureato in Ingegneria dell’Automazione all’Università Federico II, ha un master in Neural engineering presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa). Il suo primo libro, che si avvicina alla fantascienza distopica, attinge alla sua materia di studio. Il protagonista si trova infatti davanti al dilemma morale di usare la scienza (e qualsiasi altro mezzo a disposizione) per implementare la produttività dell’essere umano. Il suo romanzo “guida attraverso grandi interrogativi”, e racconta la ricerca scientifica e le nefaste conseguenze del “publish or perish”, riflettendo sul ruolo delle donne nel mondo accademico; al tempo stesso, “conduce in una rutilante avventura tra Napoli e gli States, e nei suoi protagonisti incarna le speranze, le paure, i sogni della Gen Z, cresciuta nel mondo digitale ma profondamente desiderosa di rimanere umana”.
Restando a parlare di Bompiani, in programma c’è anche L’assassino sta scrivendo di Elena Campani, un giallo, con al centro le indagini di Tuva Colmar, “prof di poche parole ma dal fiuto sopraffino, tra citazioni letterarie e chat di scuola“. L’autrice ha vissuto e studiato in Italia e negli Usa, e oggi vive a Pisa, dove lavora come editor accademica e traduttrice dall’inglese, dal portoghese e dallo spagnolo. Il romanzo era uscito in passato per un’altra casa editrice, e ora torna in una versione rivista e ampliata. Quasi un debutto, quindi.
Il 18 febbraio è la volta di L’album blu di Yaryna Grusha, nata nel 1986 in Ucraina, dal ’95 in Italia grazie al progetto “Bambini di Chornobyl”. A 40 anni dalla disastrosa esplosione del reattore 4 della centrale nucleare, Grusha, attraverso “uno sguardo intensamente poetico sulla realtà”, ripercorre la sua infanzia nell’URSS, il suo arrivo nel nostro Paese e la storia dell’Ucraina, da anni in guerra con la Russia. L’autrice, che si è laureata con una tesi sulla memoria nei romanzi di Umberto Eco, insegna Letteratura ucraina alle Università di Milano e di Bologna.
Cambiamo decisamente atmosfera. A metà marzo, sempre con Bompiani, è in programma il debutto di Elisa Del Mese, autrice di programmi tv, che firma Diffidare delle cucine pulite – Storia di un grande amore. Del Mese narra di un grande amore, che supera le convenzioni e le differenze, ma non è necessariamente eterno. La casa editrice parla di “una riflessione su quello che resta per sempre di noi e con noi quando gli amori finiscono”. La protagonista, Beatrice, ha 27 anni quando incontra Bernardo, che ne ha 30 più di lei. Lei ha un marito e una famiglia che ama, ma Bernardo, per la prima volta nella vita, l’accende: il suo sguardo la rivela a sé stessa, e l’accompagna a diventare la donna libera, sensuale, profondamente vitale che prima non si era mai concessa di essere. Poi, però, le cose cambiano. Per entrambi…
Sempre a metà marzo è in uscita per Bompiani La gabbia, con cui Flora Giuliano D’Errico ha vinto il Premio Calvino 2025: in questo caso la trama si muove tra la Roma del 1977 e quella del 2017. Oreste è un liceale dagli ideali purissimi, che si avvicina agli ambienti dell’estrema destra. Mentre la tensione e gli scontri politici aumentano, lui si innamora di Daniela, una militante di sinistra, e questo amore gli apre gli occhi su cosa conta davvero. Quarant’anni dopo incontriamo Elettra, una donna insicura, segnata dalla misteriosa morte del fratello, avvenuta quando lei era ancora bambina… L’autrice, che insegna nei licei, è nata e cresciuta “a picco sul mare di Napoli”, e si è poi trasferita a Roma, dove vive da molti anni.

Passiamo al debutto narrativo di Giusy Sardella, ingegnere meccanico, che ha lavorato nei circuiti automobilistici di tutto il mondo, “destreggiandosi tra colleghi poco avvezzi ad avere a che fare con una donna di pari grado o superiore”. A fine gennaio Fazi pubblicherà il suo primo romanzo, L’amore malfatto, in cui Sardella racconta “la crudeltà che il mondo riserva ai diversi“. La casa editrice lo presenta come un libro “sui corpi, che si nascondono, imperfetti, attraversati da passioni forti”. E parla di un romanzo “soffuso di sensualità”, che “esplora la complessità delle regole dell’attrazione, che spesso corrono parallele a quelle sociali“. La trama porta a Petrara, paesino abruzzese all’ombra del Gran Sasso. Qui, nel 1943, la guerra sembra lontana: mentre padre, madre e figlio maggiore sono nei campi, Angela e Nino passano le giornate in casa, una perché storpia a causa della poliomielite avuta da bambina, l’altro perché ancora piccolo e affetto da una malattia misteriosa. I due osservano il mondo dalla finestra, ma un giorno Angela scorge Gaetano che, nonostante le difficoltà, inizia a corteggiarla da lontano…
Nel nuovo anno ci saranno altri due debutti in casa Fazi: a luglio uscirà La portinaia del 17 di Emma Cortesi, un giallo “corale”, ambientato a Parigi, “dall’ironia trascinante”, che “esplora il precario equilibrio dei rapporti tra condomini e la bellezza della quotidianità”. Un cadavere viene trovato in un condominio di Montmartre. La protagonista, dal fiuto infallibile, è la portinaia Berthe… Quanto all’autrice, classe 2001, “porta dentro di sé due terre diverse: la Brianza, concreta e laboriosa, e la Lunigiana, verde e selvaggia, dove affondano le sue radici più profonde”. Dopo una laurea in Infermieristica e anni di volontariato nel 118, oggi lavora negli istituti penitenziari.
Sempre Fazi in autunno pubblicherà Lo speziale di Steinbrueck di Matteo Mantoani. In questo caso parliamo di un giallo storico, ambientato nel 1738: dopo aver girovagato a lungo come mercante e speziale in giro per l’Europa, Gottlob Kramer fa ritorno a Orgnasso, borgo del Friuli dov’è cresciuto, accompagnato dal figlio. I due si imbattono nel cadavere mutilato di una donna sulla riva del fiume e, quello che inizialmente sembra un semplice annegamento, si rivela essere un omicidio… Nato nel 1987, Mantoani si è laureato in fisica nucleare a Trieste; dopo un dottorato di ricerca a Gottinga, è tornato a lavorare in Italia, e ora vive a Treviso. Ha già pubblicato un racconto, Il Vestito dello Sbilf, all’interno di un Giallo Mondadori.

Come da tradizione, nel 2026 non mancheranno i debutti in casa Accento edizioni: si parte il 21 gennaio con Ilaria Camilletti, nata a Siena, “dove non vive neanche un giorno”, e che studia Filosofia a Firenze. L’autrice, classe 2005, firma Ilaria nella giungla, un romanzo di formazione “dove la più profonda ironia si alterna alla commozione, le preghiere in romanesco lasciano spazio alle poesie in rima e dove uno spirito genuinamente naif si affianca a una sensibilità concreta verso questioni di integrazione, povertà, disturbi alimentari, in una carovana di emozioni che solo una ragazza di vent’anni avrebbe potuto raccontare con tanta libertà…”. La protagonista del libro, Ilaria come l’autrice, ha finito il liceo e non ha idea di cosa fare da grande. In attesa di settembre, e nella speranza che l’estate porti consiglio, inizia a lavorare in uno sgangherato bar multiculturale a Ostia…

Dopo Quasi di nascosto – 12 autori sotto i 25, Accento edizioni torna a proporre un’antologia di (aspiranti) scrittrici e scrittori under 25, riprendendo l’indagine che Pier Vittorio Tondelli aveva condotto negli anni ’80 per Transeuropa. Tra l’altro, molte autrici e autori di quella prima antologia, uscita a novembre 2022, sono poi arrivati alla pubblicazione. A marzo in casa Accento è così in arrivo un secondo appuntamento: Under 25 – Oltre lo sguardo, che raccoglie i racconti di Paola Boccarossa, Leonardo Brotto, Marco Caddia, Alice Dalle Grave, Giulia De Masi, Zoe Guindani, Viola Patalano, Annalapola Sarracino e Lorenzo Silanus. I loro testi parlano di amicizie e amori mai confessati, di disturbi alimentari, di difficoltà lavorative e abitative, di fantasmi e di violenza. A chi ha la curiosità di sapere cosa raccontano, cosa sognano, in cosa credono e cosa temono le “nuove voci” della narrativa italiana, suggeriamo di dare un’occhiata a questa antologia.
Rimaniamo in casa Accento per accennare all’originale debutto, atteso a maggio 2026, di Giulio Iovine, con Cartilagine. L’autore, dell’87, insegna Papirologia all’Università di Bologna, e ha pubblicato racconti su riviste e antologie. Con Cartilagine, tra l’altro, ha già vinto il premio InediTO. Per parlare di questo libro, che ha una protagonista particolare, serve una premessa: le disastrose condizioni dei mari costringono gli squali bianchi a una nuova forma di sopravvivenza; sempre più spesso sono costretti a risalire in superficie e assumere sembianze umane… Tra questi c’è anche l’orgogliosa e vendicativa Onoria, incinta; per portare a termine la gravidanza sceglie, suo malgrado, di nascondersi tra i “due-gambe”. Non è la prima volta che abbandona le acque per diventare “polmonata”. Lo fa, anzi, piuttosto di frequente, per il gusto di sentirsi raccontare dai familiari delle proprie vittime i suoi stessi attacchi e godere del loro dolore, per lei meritatissimo. Fino all’incontro con il 19enne Zanna…

Torniamo nel passato. Tra gli esordi di inizio 2026 anche quello di Francesca Silvestre con Storie bumbare (Italo Svevo Edizioni), che narra le vicende di un gruppo di persone nel piccolo paese di Dignano d’Istria e conduce in un viaggio nel tempo, che inizia dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e si conclude alla fine degli anni Novanta. Il bumbaro a cui fa riferimento il titolo è il dialetto parlato da una piccolissima comunità italiana in Istria, di cui facevano parte i nonni dell’autrice (che vive e lavora a Padova). Silvestre ha frequentato vari corsi di scrittura creativa, tra cui il master Fondamenta della Scuola Holden, il laboratorio annuale di narrazione della Bottega di Narrazione e il corso Scrivere di notte della Scuola Belleville, e ha pubblicato racconti su riviste e antologie.

Cambiamo atmosfera, ma non casa editrice: a marzo, Italo Svevo Edizioni pubblicherà Il verso dello stormo, il debutto di Mozes Anné, nato nel ’91 all’ombra del monte Summano (Prealpi Vicentine). Nella biografia fornita dalla casa editrice si legge che “per buona parte della sua vita ha vagato nel sedicente Stato che occupa la sconfinata periferia nord-est della megalopoli padana, dove ha raccolto storie e visioni“: questo suo primo romanzo “ne è il resoconto”. Un libro “sui generis”, costruito su più livelli, che richiama le divagazioni dei Detective selvaggi di Roberto Bolaño, ma anche la fantascienza di Ursula K. Le Guin e di Jeff VanderMeer. Anche in questo caso, un esordio letterario ambizioso.
Un romanzo corale “sulla crudeltà gentile dei paesi piccoli, sul modo in cui una comunità inventa le proprie verità, e su ciò che succede quando una bambina diventa il luogo dove si deposita il male che gli adulti non sanno nominare…”. A giugno, con effequ, l’esordio di Raffaela Ulgheri, Minerva – Cronaca di una colpa annunciata, già finalista al Premio Calvino 2025. L’autrice, classe 1980, è una giornalista finanziaria. Nata e cresciuta a Sassari, vive a Milano.

Saranno tre i debutti italiani nel 2026 del marchio indipendente pugliese Terrarossa: il protagonista di Notturno elettronico di Hugo Bertello, in libreria a metà febbraio, è Ricardo, ex ricercatore di matematica. A Helsinki conduce una vita anonima e regolare, ma l’incontro con Yana, ragazza misteriosa dai profondi interessi spirituali, scuote le sue certezze e lo avvicina a un gruppo rivoluzionario. Un romanzo dalle atmosfere nordiche in cui, tra le altre cose, si parla di pirateria informatica, coscienza digitale e bisogno di trascendenza. L’autore, che ha conseguito una laurea in fisica a Torino e una in cosmologia a Helsinki, vive a Lisbona; ha già scritto articoli e racconti per riviste, e nelle sue ricerche “esplora il confine tra tecnologia e pensiero magico”.
Sempre Terrarossa a metà aprile proporrà l’esordio di Maria Teresa Rovitto (anche lei ha già scritto per diverse riviste letterarie): L’aneddoto dei calchi è una storia di ricerca della propria identità attraverso i temi del corpo, della malattia e della sperimentazione artistica. La trama? Due ragazze partecipano a una performance di arte contemporanea, VB66 di Vanessa Beecroft, che si tiene nel Mercato Ittico di Napoli: un tableau vivant dove le modelle, nude e dipinte di nero, rappresentano i corpi carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’esperienza segna uno spartiacque per l’esistenza di entrambe…
A metà ottobre 2026 toccherà poi a Mattia Cecchini, con un “romanzo di denuncia sociale e imbruttimento”. Il libro parla di una fabbrica che sta per essere delocalizzata in Polonia. Uno degli operai è disposto a tutto pur di non perdere il lavoro. Nel romanzo la sua voce si alterna a quella di altri due protagonisti, che diventano, loro malgrado, complici della sua follia… L’autore, che ha pubblicato racconti su diverse riviste, nel 2017 si è trasferito a Berlino, dove lavora in un ospedale, partecipa a laboratori di scrittura e fa parte del gruppo editing di una rivista letteraria.

“Sono brutto. Non sono semplicemente brutto: sono ridicolmente brutto. La cosa atroce è che ho un senso estetico altrettanto smisurato, amo il bello e solo la bellezza mi appaga. Questa storia appartiene alla mia prima vita e quello che ora sono è il risultato di ciò che racconterò…”. L’estratto è tratto da Ugo di Baldissera Di Mauro, al debutto a fine gennaio per Elliot, con “un’opera prima spiazzante e ‘cattiva’ sulla diversità e il riscatto“. Di Mauro vive a Tollo, in provincia di Chieti, ed è autore di saggi di filosofia e sociologia, oltre che di una breve raccolta di racconti edita nei Quaderni de La Nuova Pesa. Ugo, il suo protagonista, nasce a Napoli nei quartieri camorristi, con una malformazione congenita, il collo storto. La famiglia si trasferisce in Umbria in cerca di una sistemazione tra i fasonisti che lavorano per una grande azienda della moda. Ugo teme da sempre la reazione delle persone alla sua malformazione, così, per proteggersi, “sceglie il male”: prova a esercitarlo a scuola, con i compagni e scopre il piacere di procurare dolore…

Michele Del Vecchio è nato a Palermo nel 1994, e ha trascorso l’infanzia su un’isola, per poi trasferirsi in Molise. Oggi vive a Torino, e insegna Lettere al liceo. Cura il blog letterario Diario di una dipendenza e con il suo primo romanzo (un’originale storia di formazione), La curvatura dell’orizzonte, dal 16 gennaio per Nutrimenti, è stato finalista nella Sezione Giovani del Premio Neri Pozza 2021. Leda, la protagonista, ha tredici anni e vive su una piccola isola del Mediterraneo. Il suo nome è una dichiarazione d’intenti. Intrattabile e solitaria “come una gatta randagia”, è stata registrata all’anagrafe per sposare un destino: “distruggere“. O almeno, è questo ciò che le ripete suo padre, l’aspirante sindaco dell’isola, sbucato dal passato dopo anni di assenza per imporle il marchio del proprio cognome. Da allora Gemma, madre di Leda, si è rifugiata nel silenzio e la ragazza, smarrita, ha trovato i suoi punti di riferimento in Giosuè, figlio del maresciallo, e Saverio, bullo della scuola. Ma su quella loro isola, luogo sospeso tra mito e realtà, un giorno come tanti accade l’incredibile, e cambia tutto. Chi è la ragazza che Leda e Giosuè trovano in spiaggia, nuda e confusa?
Classificatosi al secondo posto al Premio nazionale di narrativa Neo Edizioni 2025, Il cielo è nero, la terra è blu di Rossella Sorbara sarà in libreria ad aprile per la stessa casa editrice indipendente: “una storia che parla di violenza, di amore e libertà, di quanto sia enorme e spaventosa la vita, soprattutto se sei un’adolescente“. Al centro del romanzo d’esordio troviamo Nico, che piange per la donna che vive a casa con lei e dice di essere sua madre. Qualcosa non torna, perché quella donna, prima, le voleva bene, e ora, all’improvviso, ha iniziato a odiarla. Poi in paese arriva il circo, dove forse c’è la sua vera madre. Nico non ha dubbi, l’hanno rapita e poi sostituita, e ora vuole sapere la verità: “La verità sui suoi tredici anni, sui suoi amici, sul posto in cui vive…”.
Carla, protagonista di La costellazione del pesce, ad aprile per Solferino, un’investigatrice privata specializzata in “missioni impossibili”: parla molte lingue e viene ingaggiata da aziende che devono sistemare all’estero “qualche traffico andato male”. La sua vita famigliare, ovviamente, si concilia male con un mestiere così “avventuroso”, soprattutto stavolta che le tocca partire proprio alla vigilia del suo compleanno, rimandando una vacanza di coppia… L’autrice, Valentina Fornelli, nata a Savona nel 1984, dopo una laurea in Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa, lavora come traduttrice e copywriter. Per anni ha curato un blog personale sul mondo del lavoro precario, La pentola d’oro, ed è stata tra le fondatrici di Struggles in Italy, un progetto di informazione dal basso sull’Italia in lingue diverse dall’italiano.
Veniamo all’esordio di Beatrice Scapini Borromeo, al debutto per Giunti con Smuoverò l’inferno (in uscita, non a caso, in vista del Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, che si celebra in Italia ogni 25 marzo). Si tratta di un “retelling“, inserito nella collana Faerie, che riscrive in chiave contemporanea l’Inferno dantesco, esplorando l’affascinante figura di Virgilio, percorrendo la sua biografia terrena e il suo viaggio ultraterreno. L’autrice è un’appassionata ed esperta di storia romana e Divina Commedia, e dal 2022 scrive su Wattpad di Virgilio e delle sue avventure.
Cambiamo ancora temi e atmosfere, ma restiamo in ambito Wattpad. Anche nel 2026 non mancheranno i debutti di autrici italiane di romance, che spesso hanno cominciato sulla nota piattaforma e che hanno scelto di usare uno pseudonimo.

Il 27 gennaio Newton Compton pubblicherà “una delle storie più apprezzate su Wattpad“, che racconta di un club segreto ed esclusivo e di due rivali pronti a tutto: Réverie di Mezzanotte – Il fiore di loto di Martis Lisbon, pseudonimo della catanese Martina Salemi, classe ’96, mette al centro della narrazione “un gioco pericoloso al confine tra odio e attrazione“. L’autrice, diplomata in Lingue, ha proseguito gli studi in Lettere moderne e ama i classici e la filosofia, che appaiono spesso nei suoi romanzi. Lavora nelle fiere del fumetto, ed è affascinata dall’immaginario giapponese e coreano.
Tra i debutti romance del 2026 di Sperling & Kupfer segnaliamo Twist Of Fate di Lyra Sunrise, dark romance in uscita a febbraio, già protagonista su Wattpad, e Close to you di Marica Mantice, in arrivo a giugno: booktoker conosciuta come @libreriadimerj, Mantice propone uno sport romance, anche in questo caso già noto al pubblico della piattaforma Wattpad…

Passiamo al marchio Night+Day di Feltrinelli, che il 13 gennaio propone un “horror romance italiano”, The Shadow, dell’esordiente Asia Werty (“21 anni e una passione per le atmosfere dark, i film di Tim Burton e i libri di Stephenie Meyer e Donna Tartt”). La trama? Un college immerso nei boschi del Vermont, “un amore impossibile, tra un’aspirante scrittrice e un giovane rampollo custode di un enorme segreto”. La storia “di un orrore che cova nel buio e aspetta solo di tornare…”.

E chiudiamo con un esordio nella narrativa italiana per ragazze e ragazzi, L’incredibile casa del signor Pendragon di Giacomo Scoppola (dal 27 gennaio per Mondadori), un fantasy (consigliato dai 12 anni) dalle atmosfere che ricordano i film di Hayao Miyazaki. Dopo gli studi in architettura, l’autore si è dedicato all’illustrazione, seguendo il corso di Officina B5 e collaborando con lo studio Pícaro. Insegna game design ad AIV e lavora come 2D artist nello studio Caracal Games. Ha anche rilasciato con Void Pointer il suo primo videogioco.
Giona, il protagonista del suo primo libro, non ha mai creduto alle dicerie sulla Casa in Calle dei Volti, a Venezia. Almeno fino a quando suo fratello Artì non è scomparso lì dentro e all’improvviso tutti, compresi i genitori, sembrano dimenticarsi di lui, come per magia. Per salvarlo, Giona entra nella Casa. Varcata la soglia, però, si ritrova in un luogo abitato da creature sorprendenti: figure dipinte, fatte di porcellana, animali parlanti… E in questo “mondo immenso, governato da regole tutte sue”, ma soggiogato dai malvagi Nottenebri, Giona deve affidarsi all’aiuto degli impavidi Postini, che a bordo della loro nave volante possono spostarsi in ogni punto della Casa. Più si addentra nei meandri dell’abitazione, più le domande di Giona si infittiscono…
Fonte: www.illibraio.it
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