Consigli degli autori

Strategie per arrivare alla pubblicazione: i consigli di Alice Basso, editor e scrittrice di romanzi per Garzanti

di
Redazione IoScrittore
Come contattare una casa editrice? Come presentarsi? Quali strategie bisogna seguire per pubblicare il proprio romanzo inedito con un importante editore?
La strada per pubblicare un libro non è facile, né sempre uguale per tutti. Per aiutare tutti quelli che hanno un romanzo nel cassetto, abbiamo chiesto consigli a scrittori che hanno recentemente pubblicato un libro con importanti case editrici. Abbiamo sentito i consigli per essere pubblicati di Marco Ghizzoni, i consigli di scrittura di Maurizio Maggi e i suggerimenti per arrivare alla pubblicazione di Roberto Centazzo.

 

Ecco ora le risposte di Alice Basso, autrice con Garzanti di due romanzi legati proprio al mondo della scrittura: la protagonista dei suoi romanzi è infatti Vani, ghostwriter e investigatrice dilettante. Per sapere di più vai alla biografia di Alice Basso.

 

Come hai pubblicato il primo libro? 

 

Ho cercato un’agenzia letteraria. Così, se avessi ricevuto un no, o un no accompagnato da una telefonata o da una email nella quale mi fosse stato spiegato nel dettaglio perché la mia scrittura facesse schifo, sarebbe stato una volta per tutte. Invece è andata bene e l’agente ha poi a sua volta trovato l’editore. Se decidete di avvalervi di un agente letterario siate cauti: ce ne sono di ottimi, di ottimi ma molto costosi, e di costosi ma pessimi (nel qual caso, anche se costano poco, diventano comunque molto costosi in senso assoluto).

 

Che cosa consiglieresti a uno scrittore esordiente prima di scrivere un libro che possa ambire alla pubblicazione?

 

Ah, il mio chiodo fisso: organizza bene le idee; stendi la trama, struttura i capitoli, definisci i personaggi e stabilisci con chiarezza dove vuoi andare a parare.

 

Quali consigli daresti a chi deve vuole iniziare a scrivere un romanzo e pubblicarlo con un grande editore?

 

Trattieniti. Sul serio. Io ho la casa piena di primi capitoli, buttati giù in esplosioni di entusiasmo e morti lì non appena la storia iniziava a non sembrarmi più così interessante. Se ti prudono le mani per il bisogno di scrivere una storia, aspetta una settimana. Se al termine della settimana la storia non solo è ancora lì che preme per uscire, ma magari si è anche strutturata sempre meglio nella tua testa, cercando a tutti i costi un modo per vivere, le probabilità che avrai la motivazione e la costanza di portarla fino alla fine sono più alte.

 

Cosa consiglieresti a un autore esordiente durante la stesura di un libro?

 

Divertiti mentre scrivi. Sembra una scemenza retorica ma è così. Scrivere è impegnativo, spesso porta via del tempo che il mondo vorrebbe dedicassimo ad altro, e quando ci si impantana diventa una rottura tremenda. Se però mentre scrivi ti diverti è molto più facile che ti venga voglia di trovare sempre più tempo per farlo e che la motivazione si mantenga alta.

 

Il consiglio fondamentale per arrivare a pubblicare un libro?

 

Ah, anche questa è una mia grande battaglia: IMPARA A SCRIVERE LA MALEDETTA LETTERA DI PRESENTAZIONE (banalmente, la email alla quale allegherai il tuo inedito). Impara a presentare te e il tuo lavoro. Mettiti nei panni dell’editore (è meno difficile di quanto sembri, solo che non è così scontato) e chiediti che cosa gli interesserebbe sentirsi dire da uno che gli presenta il manoscritto. Presentati, ma senza prolissità o autocompiacimento; non tirartela credendo a chi ti dice che “bisogna sapersi vendere”, perché l’unico risultato è che risulti ridicolo; presenta il tuo libro facendo notare, con oggettività e umiltà, cos’abbia di originale; fai anche notare, però, quali punti in comune presenti con il catalogo dell’editore in questione e quindi perché potrebbe starci bene dentro. Sembra roba scontata, ma non avete idea di quanto poco lo sia nella realtà!

 

Da chi hai ricevuto consigli durante la scrittura dei tuoi romanzi? Li hai seguiti? Ti sono serviti per arrivare alla pubblicazione?

 

“Mentre” scrivevo, non ho ricevuto consigli perché non ho detto a nessuno che stavo scrivendo e non ho fatto leggere stesure parziali. Ho fatto leggere il libro a poche persone e quando era già finito. Ma i consigli che ho ricevuto e che sono stati veramente decisivi sono stati quelli degli, anzi delle, editor che l’hanno esaminato a contratto già fatto: «questa sottotrama è un po’ troppo sbrigativa, dalle un po’ più di spazio; questo personaggio è importante, fallo entrare in scena prima» e cose del genere. Ma credo sia normale: bisogna avere una certa autorità ed autorevolezza per poter dare dei consigli così corposi, che implicano una buona dose di lavoro; un amico che ti legge il libro per interesse e affetto normalmente non si sente legittimato a spingersi così a fondo. Morale: fidatevi degli editor, anche se vi suggeriscono stravolgimenti grossi che nessuno dei vostri amici aveva ventilato, e se proprio dovete affidarvi alle vostre conoscenze cercate qualcuno che scriva a sua volta e che parli dall’alto di un minimo di professionalità. Non perché i lettori “non professionisti” non ne capiscano, eh, anzi: semplicemente perché potrebbero non avere il coraggio di andarci giù pesante quanto serve.

 

Che cosa ti ha dato il rapporto con l’editore e con gli editor della casa editrice che pubblica i tuoi romanzi? 

 

(Okay, io sono una editor già di mio, quindi vi avverto che adesso mi lancerò in una sviolinata verso queste figure professionali che in realtà porterà ovviamente acqua al mio mulino.) Gli editor sono fondamentali (io di certo ho trovato indispensabili le mie) (già, perché pur essendo un editor anch’io, da autrice, ho avuto bisogno di editor. È normale, non c’è autore che si salvi.) Hanno l’occhio fresco e la fiducia nell’abbandonarsi alla lettura che avrà il vostro lettore finale; in più, hanno la terminologia e le capacità professionali per spiegarvi di cosa ancora manchi il vostro libro, laddove un lettore comune probabilmente saprebbe esprimersi solo in maniera nebulosa, percependo la mancanza di qualcosa, una forma di insoddisfazione, ma senza gli strumenti per spiegarvi come esattamente risolverla. Per farvi un esempio: se vostra zia ritiene che nel vostro libro la sottotrama sentimentale fra il protagonista e la ballerina di nightclub sia troppo sbrigativa e poco appagante, l’editor saprà anche guidarvi riguardo a quale capitolo riscrivere per infilare qualche scena in più e se sia il caso di dettagliare o no una scena di sesso. Il fatto è che, per quanto voi abbiate cesellato il vostro romanzo, ci saranno fisiologicamente degli aspetti di esso a cui sarete diventati ciechi. Un bravo editor li fa notare, e quando voi, come tutti gli autori, gli direte: «Ma io volevo dire questo e quello», lui vi risponderà: «Okay, ma se a me non è arrivato vuol dire che forse possiamo capire insieme come dirlo meglio».

 

NOTIZIE SU ALICE BASSO

 

I romanzi di Alice Basso, L’imprevedibile piano della scrittrice senza nomeScrivere è un mestiere pericoloso, Non ditelo allo scrittore e La scrittrice del mistero, sono tutti pubblicati da Garzanti.
Oltre ai lettori, le sue storie hanno conquistato anche la critica. Di lei hanno detto: «Si fa leggere d’un fiato. Scrive con stile leggero» Giovanni Pacchiano, Sette-Corriere della Sera; «Per chi legge solo per passione, trovare un personaggio a cui appassionarsi tanto da sentirne la mancanza è un piccolo (dis)piacere gratificante» Elle; «Seduce e cattura grazie a originalità e freschezza.» Silvana Mazzocchi, la Repubblica.
Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora in una casa editrice. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni e canta in una band di rock acustico per cui scrive anche i testi delle canzoni. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.

 

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