Leggete, amate e disprezzate; poi scrivete partendo da ciò che avete appena imparato.
di Christian Frascella
1. Leggere
Leggere tanto, di continuo, in ogni posto che lo permetta (code alla posta, viaggi in treno o aereo, quando s’aspetta che la moglie trovi le chiavi nella borsetta ecc.) Non esiste altro modo per imparare a scrivere come si deve. Leggendo ci si confronta con la grandezza e l’inarrivabilità dei grandi autori, che comunque possono insegnare qualcosa persino a delle nullità scriventi come noi; ma si fanno i conti anche con la mediocrità, col libro che non vale niente e che pure scala le classifiche; questi sono i testi migliori, perché ti fanno dire: «Se questa roba ha trovato un editore e migliaia di lettori, allora posso riuscirci anch’io!» Sono momenti epifanici, credetemi. Perciò leggete, amate e disprezzate; poi scrivete partendo da ciò che avete appena imparato.
2. Scrivere
Se non scrivete, come potete anche solo immaginare di poter pubblicare, di poter rendere la scrittura la vostra amica e la vostra giudice? In giro è pieno di scrittori autodefinitisi tali che non scrivono. Se ne stanno sempre a parlare di cosa scriveranno, di come lo faranno, delle miriadi di persone che adoreranno ogni loro frase. Mai una parola sul quando. Quando scriverai tutte queste benedette cartelle? «Vedrai» ti dicono, «vedrai». State lontani da certa gente. Bisogna scrivere un po’ tutti i giorni, come facevano Steinbeck o Karen Blixen. Oppure ritagliarvi un mese o due nel corso di un anno nei quali per quattro, otto, dieci ore al giorno non farete altro che scrivere (è il mio sistema, ma anche quello di Stephen King, per dirne uno). Scrivete. Non dite che scriverete presto. Scrivete oggi.
3. Non scrivete per i soldi
Sono ben pochi gli autori che in Italia possono permettersi di fare gli scrittori e di essere ben pagati per farlo. Quando scrivete non pensate alle classifiche: pensate alla qualità della vostra storia, o al divertimento che un potenziale lettore potrà trovare grazie a essa. Dimenticatevi di Camilleri e Carofiglio, con molta probabilità non vi troverete mai a vivere come loro. Concentratevi sulla scrittura, sul piacere che essa può darvi in un’epoca in cui tutti i piaceri sono sintetici o anestetici. Pensate al libro che state scrivendo, non al conto in banca che rimpinguerete con esso. Raccontate storie. E scordate tutto il resto.
Christian Frascella è nato a Torino nel 1973. Dopo svariati lavori – ma anche non facendo assolutamente nulla – ha deciso di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno ed è perciò diventato, come ama definirsi, «un onesto mestierante della parola». Ha pubblicato “Mia sorella è una foca monaca” (Fazi, 2009), “Sette piccoli sospetti” (Fazi, 2010), “La sfuriata di Bet” (Einaudi, 2011), “Il panico quotidiano” (Einaudi, 2013). Il suo ultimo romanzo, da poco in libreria, è “La cosa più incredibile”. I suoi libri sono stati tradotti in Germania, Francia, Spagna e Olanda. Vive a Roma.
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