Diario a puntate di Ignazio Tarantino, autore di "Sto bene, è solo la fine del mondo": il torneo IoScrittore, il Salone del Libro di Torino, il primo giorno al Salone!
Aver messo la sveglia alle 7 non è servito a farmi essere puntuale. Il problema è che mi ostino a fare colazione davanti al pc “sfogliando” le news tra un sito web e l’altro, con conseguente perdita del senso del tempo. Il mio treno partiva alle 8:40 e alle 8:20 stavo ancora infilando roba a casaccio nel borsone da viaggio. Nella fretta e premendo perché si chiudesse, sono riuscito a rompere la cerniera, ma non avevo neanche un secondo in più a disposizione per cambiare bagaglio. La stazione di Santa Maria Novella dista mezz’ora in autobus da casa mia, perciò ho dovuto chiamare un taxi e ho chiesto all’autista di fare un miracolo, perché il traffico a quell’ora è pazzesco e di sicuro non potevo chiedere all’editore di comprarmi un altro biglietto Firenze-Torino. Siamo arrivati alla stazione alle 8:37, appena in tempo per correre al binario e montare sul treno.
A Torino ho lasciato il bagaglio in albergo e, indossata la T-shirt celebrativa, sono partito per il Lingotto. Nonostante le previsioni del tempo fossero pessime, all’uscita della metropolitana mi ha accolto un gioioso sole che ha resistito all’assalto delle nuvole sino al tardo pomeriggio. Il primo giorno al salone non ero presente come autore ma diciamo in trasferta per il Premio Letterario del Ceppo di Pistoia a cui collaboro da un paio d’anni. Appena arrivato ho infatti incontrato il mio capo, il direttore artistico del premio, e abbiamo iniziato il giro degli stand a scuriosare tra le novità editoriali e a cercare raccolte di racconti da far partecipare all’edizione 2014.
La prima cosa che ho notato è stata l’enorme affluenza di pubblico: mai vista tanta gente nelle precedenti edizioni. Gli stand erano affollati e nelle corsie tra uno e l’altro si faceva davvero fatica a camminare, ma ero tutt’altro che infastidito dai continui scontri perché l’idea che fossimo lì per amore dei libri me li faceva sentire tutti amici.
Però non ho resistito a lungo alla tentazione e dopo una mezz’ora ho chiesto al mio capo di fare una deviazione allo stand del mio editore, ne avevo proprio bisogno! Lì l’accoglienza è stata magnifica. Non era necessario che mi presentassi, lo faceva la maglietta che indossavo, con quel bambino seduto sul muretto in attesa di fare un balzo nel luna park.
Ho conosciuto la capa della grande distribuzione che, piena di entusiasmo, mi ha informato che il mio libro è in vendita anche nei centri commerciali e nei supermercati perché si è innamorata della storia che ho raccontato. Mi è partito in automatico l’abbraccio. Poi è stata la volta del simpaticissimo direttore commerciale che si attribuiva l’invenzione della T-shirt che indossavo. Anche lì, abbraccio. Infine ho conosciuto Rita, che mi aveva già letto ed è stato davvero emozionante sentirla parlare dei personaggi che ho creato.
Dopo pranzo, io e il mio capo abbiamo fatto un salto ad ascoltare Gifuni che faceva una lettura di un bel brano tratto da Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi.
Poi di nuovo in giro tra gli stand, prendendo appunti, parlando con gli espositori e facendo acquisti. A cena, affamato e stanco, ho ingurgitato tutto ciò che potevo, agnolotti al brasato, manzo al brasato e persino il dolce mi sembrava al brasato.
Per smaltire la cena è stata necessaria una lunga passeggiata sotto i portici,
un salto alle librerie alla ricerca del mio libro (presente!), un’occhiata alla Mole e infine l’approdo in piazza Castello dove io e il mio capo siamo rimasti incantati da un giardino volante, un’installazione realizzata da un gruppo di giovani scienziati francesi. Una macchina volante che, tra vaporizzazioni e spruzzi, ricordava qualcosa a metà tra le macchine di Tinguely, le strutture di Calder e le Grow homes del duo Onorato & Krebs. E per un attimo mi è venuta voglia di unirmi a quel gruppo di giardinieri-scienziati-elfi, di indossare anch’io una salopette beige e unirmi al viaggio di quei ragazzi e di quelle ragazze che sembravano usciti dal
Favoloso mondo di Amélie. Ma il giorno dopo mi aspettava una missione più importante:
far conoscere Sto bene è solo la fine del mondo al pubblico.
Sono andato a letto tardi, dopo aver letto qualcosa dai nuovi acquisti. E ho dormito poco, eccitato dall’idea di ciò che mi aspettava il giorno successivo. Ore di sonno totali: di nuovo circa 4. Continua…
Ignazio Tarantino è autore di “Sto bene, è solo la fine del mondo” edito da Longanesi
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