La bambina che parlava alla luna

Nunzia Volpe

Un tranquillo borgo contadino della Toscana che ha il colore argenteo degli ulivi viene sconvolto dall’irrompere della violenza e della follia nazista, e come sempre a pagare il prezzo più alto saranno gli innocenti. Un romanzo che chiede di non dimenticare mai l’essenza dell’uomo: quel qualcosa di imprescindibile e di eterno che anche di fronte alla violenza e alla crudeltà degli eventi non ci permette d’abbandonare la luce della speranza.
La bambina che parlava alla luna

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Giugno 1944. A Orcignano, pacifico borgo tra gli ulivi della campagna toscana, la vita scorre assecondando i ritmi della natura, dominata da Ca’ Rosetta, la tenuta dei Gervasi, ricchi proprietari terrieri fedeli al Duce fin dalla prima ora. Gli uomini di Orcignano sono nodosi e forti, hanno radici profonde, così simili agli ulivi che argentano l’intera valle, attaccati a una terra che alla Patria ha sacrificato i giovani migliori, come Cosimo, fratello della piccola Maria, la quale, dalla partenza del fratello, non sorride più e la sera si rifugia sul vecchio ulivo dietro casa. In paese è rimasto Mauro, vedovo, con il figlio Antonio, poco più d’un ragazzo; Rosa, l’unica maestra di Orcignano, figlia di Giulio Gervasi, di cui lei non capisce né condivide le scelte; Angelo, il ragazzino che non riesce a far a meno di stuzzicare la piccola Maria, e poi le donne e i gli altri bambini, intenti a vivere con i tempi e i ritmi delle generazioni precedenti.

Nel giugno del 1944, però, il Male, nelle vesti nere di un drappello di SS alla ricerca di partigiani da stanare, irrompe nella piccola comunità montana con il grido rabbioso della rappresaglia e col sangue degli innocenti sparso in terra, sotto lo sguardo subdolo di chi ha tradito. Forte e commovente, questo romanzo corale ci restituisce appieno la vita del mondo contadino prima che la catastrofe della Seconda Guerra mondiale ne sconvolgesse per sempre la pacifica esistenza.

Un romanzo che chiede di non dimenticare mai l’essenza dell’uomo: quel qualcosa di imprescindibile e di eterno che anche di fronte alla violenza e alla crudeltà degli eventi non ci permette d’abbandonare la luce della speranza.

Nunzia Volpe, di origini napoletane, vive a Bresso, è sposata e ha due figli. Lettrice onnivora e compulsiva, si è tuffata nella scrittura da quando, di fronte all’ennesima delusione lavorativa, ha scoperto, grazie anche all’insistenza del marito, le benefiche virtù di dar vita con le parole a storie capaci di appassionare adolescenti e adulti. La bambina che è parlava alla luna è il suo primo romanzo.
L'AUTORE

Nunzia Volpe

Nunzia Volpe, di origini napoletane, vive a Bresso, è sposata e ha due figli. Lettrice onnivora e compulsiva, si è tuffata nella scrittura da quando, di fronte all’ennesima delusione lavorativa, ha scoperto, grazie anche all’insistenza del marito, le benefiche virtù di dar vita con le parole a storie capaci di appassionare adolescenti e adulti. La bambina che è parlava alla luna è il suo primo romanzo.

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