I fiori inutili

Cristiano ha diciannove anni. Più che con la testa tra le nuvole, preferisce stare con i piedi nel fondo del mare, dove può rifugiarsi a scrivere poesie, e fantasticare indisturbato lontano dalle sue paure. Quando in biblioteca incontra lo sguardo di Alice, decide che per lei vale la pena emergere dai suoi fondali, per poterla avvicinare. Paolo all’apparenza è un integerrimo professore e padre di famiglia. Di notte lo sconvolgono incubi inconfessabili. Di giorno è tormentato da imbarazzanti fantasie erotiche. Logorato dal senso di colpa, cerca conforto nella sua educazione cattolica, ma inutilmente. L’istinto irrefrenabile del suo cane lo obbligherà all’incontro con un eccentrico psicoterapeuta: l’unico capace di trattarlo come un uomo e di farlo piangere come un bambino.
Alice è bellissima e irresistibile. Ha un passato che non le dà pace, e un presente scandito da ricordi e sigarette. Vorrebbe essere diversa da come la vita l’ha modellata, ma si sente intrappolata nel ripetersi dello stesso copione. Leonardo ama la sua auto, ma odia se stesso. Vive aiutando dei minorenni immigrati a ricostruirsi una vita, perché non riesce a prendersi cura della sua. Un promontorio a picco sul mare, la macchia mediterranea, una vecchia Volvo, l’invisibile routine di un’estate di provincia, all’interno della quale le trame di questi personaggi scorrono l’una accanto all’altra sfiorandosi, fino a entrare irrimediabilmente in collisione tra loro, nell’epicentro di un cataclisma chiamato amore. Un inno alle persone fragili, dove ogni storia è un tassello di un unico mosaico che parla delle paure e delle devianze che si cristallizzano con l’avvento dell’età adulta. Un piccolo affresco della nostra civiltà che racconta l’inevitabile perdita dell’innocenza che caratterizza la giovinezza e dell’enorme fatica per riconquistarla, prima che sia troppo tardi.

Nickname Hunters Investigations

Centinaia di persone individuate, servizio altamente professionale, massima riservatezza, indagini personalizzate. No, non sono le solite frasi che si scrivono su un sito internet. La Nickname Hunters Investigations è davvero l’agenzia investigativa più avanzata del Terzo millennio, in grado di mandare in pensione i vecchi detective. Il suo scopo principale è scovare le vere identità dietro le migliaia di nickname che si trovano sparsi in rete. Per farlo, non è più necessario rischiare la pelle in luoghi poco raccomandabili e girare con la pistola. Le informazioni ormai si trovano tutte su Internet, basta saperle cercare. E avere il tempo per farlo. Ed è proprio questo il metodo che verrà adottato per risolvere il Dossier @RIP, che si apre quando un cliente scopre che un dato giorno, a una data ora e in un luogo ben preciso verrà commesso un omicidio. Un omicidio di cui lui stesso sarà la vittima. Non resta molto tempo per sventare il delitto a colui che è il cuore operativo della Nickname Hunters Investigations: Cremalcarè Rossi, che ha deciso di fare il nickname hunter perché il suo nome è un nickname.

Il cielo d’erba

L’AMORE COME NON È MAI STATO RACCONTATO PRIMA.  UN POTENTE ROMANZO D’ESORDIO CHE SFIDA OGNUNO DI NOI

Francesco è un giovane disoccupato, spesso prigioniero delle proprie fragilità. Viola per lui è una rivelazione. Gli dà forza e fiducia in se stesso e lui la adora, adora tutto di lei. E anche Viola impara ad amarlo e ad aprirsi con lui, nonostante la propria natura un po’ da gatto e un po’ da istrice.
È soltanto grazie a lei che Francesco ha imparato a guardare il mondo da una nuova prospettiva, capovolta. Le cose non sono come sembrano, e non devono per forza andar sempre male. Così le loro vite – lui che trova finalmente un impiego in un mercatino dell’usato, lei che lavora nel bar dei genitori – si uniscono in modo indissolubile. L’innamoramento porta alla convivenza e poi al matrimonio. Ma l’idillio dura poco, perché Francesco si accorge che Viola è sempre più cupa e scontrosa, c’è qualcosa che la tormenta e la divora da dentro. Il ragazzo decide di affrontarla e, sulla scorta di un terribile sospetto, le chiede se ci sia un altro uomo. E un altro uomo, in effetti, c’è: è Viola stessa. Viola che non è mai stata a suo agio dentro il corpo di una donna, dentro quell’identità. Viola che ha deciso di ascoltarsi, finalmente, e avviare il processo di transizione di genere. L’amore che prova per Francesco non è messo in discussione e lui, sospinto da un sentimento assoluto e incrollabile, cerca con tutto se stesso di accettare la situazione e di sostenere la moglie. Ma l’amore, il vero amore, può davvero resistere a tutto? Un esordio narrativo di straordinaria forza e incredibile attualità, scritto con estrema grazia e grande lucidità espressiva: nessun aspetto viene nascosto al lettore, né sentimentale né fisico o sessuale, in un percorso che sfida le convenzioni raccontando l’amore come non è mai stato raccontato prima. Una narrazione matura, energica e allo stesso tempo delicata, che supera con coraggio gli stereotipi e trascina il lettore nei meandri più profondi dell’animo umano.

Qualcuno che conoscevo

Mamma di tre gemelle e investigatrice per caso: una nuova protagonista, una nuova spumeggiante voce della narrativa italiana

Se la sorte ti ha riservato un parto trigemellare, meglio prenderla con umorismo. Forse è per questo che Valentina Bronti, trentenne, torinese, una carriera messa tra parentesi, ha scelto per le sue tre bambine i nomi di Emilia, Carlotta e Anna, come le celebri sorelle Brontë. Conservare alto l’umore non è così facile per Valentina, una vita incastrata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e una relazione fallimentare con Marco, il padre delle bimbe che si è ritirato a dormire nello sgabuzzino. Finché un giorno viene convocata all’asilo perché le tre piccole pesti hanno tentato la fuga trascinando con sé una compagna. Davanti alla direttrice, c’è un’altra mamma: Chiara Barberis. Altezzosa e severa, Chiara lascia in Valentina una strana impressione. Un’impressione confermata dalla scoperta che si tratta proprio di «quella» Chiara Barberis: la sorella di Elisa, la ragazza scomparsa inspiegabilmente dieci anni prima, quasi inghiottita dal buio di una Torino che da sempre ha fatto del mistero il suo secondo volto. È così che Valentina si ritrova in una storia piena di ombre e bugie. Con un entusiasmo e una sagacia sorprendenti, prima di tutto per lei, si tuffa nelle strade, nei palazzi signorili, negli atenei della città, improbabile ma tenace investigatrice. Ciò che Valentina scoprirà di Elisa, di Torino e soprattutto di sé stessa è la materia spumeggiante di questo romanzo, capace di tratteggiare un personaggio attualissimo in cui convivono senso di inadeguatezza, acume e un’ostinata vitalità.

Diamante

Il 1928 è un anno particolare, in bilico tra lo slancio verso una modernità che pare a portata di mano e le conseguenze di tragedie appena passate. Ma in un piccolo paese della provincia profonda pugliese è soprattutto un anno bisestile, dove una bambina che nasce deve fare i conti con superstizioni e credenze ancestrali, profondamente radicate nell’anima collettiva della comunità. Se poi la piccola rimane da subito orfana della madre, morta di parto, e soprattutto se nasce prematura con sei dita nella mano sinistra, la mano del demonio, la sentenza è inappellabile: è una strega, va tenuta nascosta, lontana dagli abitanti del paese, emarginata. Così la piccola Diamante cresce con la nonna Genesia, che fa di tutto per proteggerla, anche perché ha riconosciuto nella nipote le stesse doti di cui lei stessa è portatrice: è una “masciara”, una sensitiva, capace di entrare in contatto con il mondo delle ombre, dei defunti e di percepire l’urlo straziante che proviene dalle viscere della terra ogniqualvolta una persona conosciuta muore. Con rude saggezza saprà aiutarla a superare angherie e cattiverie, in un momento particolare e drammatico della piccola Storia locale così come della grande Storia europea: il fascismo trionfante che incattivisce ed esaspera i contrasti politici e sociali, la decisione insensata e sanguinosa di trascinare l’Italia in guerra, le scelte difficili per trovare riscatto e redenzione. Diamante infatti, ormai ragazza, scoprirà in questi tempi difficili l’amore di Gerlando, figlio dell’ex sindaco socialista del paese, che la condurrà in un viaggio pieno di insidie e di pericoli, per raggiungere le formazioni partigiane che combattono a Nord contro i nazifascisti. Un affresco potente, picaresco e tenero, in grado di evocare vivide passioni e di richiamare sentimenti autentici in una narrazione coinvolgente.

 

Creature di carta

Una villa abbandonata, antica e cupa come una maledizione, una presenza inquietante custode di segreti terribili nel tranquillo paesaggio svizzero che si affaccia sul lago Lemano. Di questo è convinta la piccola Victoria, che di fronte a questa villa ci abita con la nonna Rose, discendente da una grande e ricca famiglia, e la madre Lilian. Siamo nella placida Cologny, alle porte di Ginevra, nel 1947. Villa Diodati, questo il nome della casa che ossessiona la ragazzina, ha ospitato più di un secolo prima alcuni poeti inglesi, tra cui Mary Shelley, che qui ha creato il suo tetro e straziante capolavoro: Frankenstein. Ma a Victoria non interessa per spirito di avventura; deve e vuole aiutare sua madre, ormai ridotta a un fantasma per la depressione, a causa della scomparsa del marito durante la guerra. E da quando ha letto nel diario del padre che su di loro incombeva uno spettro, Victoria è sicura che proprio nella villa lui sia prigioniero e prova a intrufolarsi ogni giorno, aspramente rimproverata dalla nonna. Il colpo di fortuna sembra essere l’arrivo dei nuovi giardinieri, che hanno un figlio della stessa età di Victoria, Lucien, timido e sensibile. Legati da una solida quanto immediata amicizia, i ragazzi proveranno ad entrare insieme, di notte e di nascosto, per scoprire una volta per tutte il mistero che aleggia sull’inquietante dimora. Quello che scopriranno cambierà per sempre la loro esistenza, perché spettri e fantasmi abitano davvero quelle stanze. Ma, mentre alcuni, incorporei, si riveleranno addirittura amici e utili per la ricerca, altri, tanto più terribili quanto più reali, mostreranno una verità orribile per Victoria e per la sua famiglia, mostrando quanto inaspettatamente vicino possa annidarsi il male. Un racconto che affascina, appassiona e disorienta, capace di rovesciare e ridefinire normalità e diversità, realtà e inconsueto.

Pietà del nostro amor perverso

Amor ch’a nullo amato amar perdona: come non ricordare i versi di Dante che hanno reso immortale l’amore tragico di Paolo e Francesca?

Ma chi conosce davvero i protagonisti di questa storia diventata leggenda? Quanti giorni di passione e quali azioni hanno alimentato questo profondo sentimento?

Saranno proprio i due sfortunati amanti a raccontare come la potente e spietata famiglia Malatesta abbia stretto un’alleanza strategica con Guido Da Polenta per espandere il proprio dominio su Ravenna e su tutta la Romagna. A sigillare questo accordo, un matrimonio tra il secondo figlio dei Malatesta e Francesca, la figlia quattordicenne di Guido. È un matrimonio per procura, come consuetudine all’epoca, e il fratello minore di Paolo viene inviato a sottoscrivere il contratto nuziale. Questo è il primo intoppo del destino… perché Paolo, già famoso per le sue gesta come condottiero e per la sua straordinaria bellezza, si fa passare per lo sposo promesso a Francesca senza che nessuno abbia il coraggio di svelare la verità alla giovane. Durante il viaggio dalla sua casa d’origine alla nuova dimora, Francesca vive una fiaba d’amore, incantata da un uomo capace di accendere i suoi sentimenti e la sua passione. E nemmeno Paolo rimane immune alla sua sfolgorante, seppur ancora acerba, bellezza. Ma il velo dell’illusione cade troppo presto, rivelando un crudele inganno: il vero marito di Francesca, Gianciotto, è un uomo insensibile e feroce, che non le risparmierà umiliazioni e soprusi.

Amor condusse noi ad una morte: sarà irrimediabilmente così? O riuscirà Francesca, intelligente e colta, a trovare il coraggio di riscrivere un finale inedito e pieno di speranza per la propria esistenza?

Sidonia

La mattina del 27 giugno 1994, davanti l’ingresso di un piccolo commissariato della Polizia Stradale nella Bassa Veneta, una ragazza di 28 anni viene ritrovata in stato confusionale. Vuole autodenunciarsi per una serie di omicidi. A prima vista sembra solo una povera pazza, un noioso grattacapo in un periodo già di per sé non facile: tutte le forze dell’ordine sono impegnate sulle tracce di Felice Maniero, il boss fuggitivo di una Mala del Brenta in lento declino. L’ispettore Fabrizio De Rosa apre le indagini preliminari su Sidonia Boscolo, di Campocaleso. Le sue confessioni sono nebulose e contraddittorie. Si riesce a comprovare un solo capo d’accusa, l’omicidio di un operaio edile. Durante il processo, lo strano presentimento dell’ispettore diventa una triste realtà: la ragazza ha la capacità di trasformare all’improvviso il tono della voce, la postura e in certi casi anche l’aspetto. Il giudice ordina una perizia psichiatrica. Ad aprire la porta dell’orrore sarà la dottoressa Giulia Gattaccio, giovane psichiatra che per l’occasione si trasferisce dall’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Empoli a quello di Modena. Da un insperato rapporto di fiducia tra dottoressa e paziente emerge la vera storia di Sidonia. Una storia di paura, rabbia e dolore. Una storia raccontata da cinque voci diverse: Franca, Martina, Angela, Benedetta e Lidia. Un intreccio di forze e di volontà pronte a lasciarsi alle spalle una scia di sangue pur di proteggere la vita e i sentimenti di Sidonia dalla violenza che la circonda. Sidonia lascerà un segno indelebile in tutti quelli che incroceranno il suo cammino. In particolare nella dottoressa Gattaccio e nell’ispettore De Rosa. L’esperienza con la giovane in qualche modo li unirà, spingendoli a riflettere sulla natura umana, sulle interpretazioni del concetto di amore, sulla zona grigia che esiste tra bene e male, tra vittima e carnefice.  

Cigno blu

Un Paese unico e affascinante, una terra dura e scintillante, l’Afghanistan, capace di rubarti il cuore con un solo sguardo verso le vette più alte del mondo e distruggerti in un attimo per l’asprezza del suo clima e della sua natura selvaggia. E la storia di questi luoghi non è che la rappresentazione più fedele di questi segni e di questi sentimenti, perché scritta da un popolo indomito e orgoglioso, brutale e incantevole, chiuso in una cultura arcaica, figlia di convinzioni primitive, millenarie come le eterne montagne da cui è circondato. Una terra martoriata dalla guerra e dai continui tentativi di invasione nell’arco dei secoli, ultimo il conflitto con l’Unione sovietica durato quasi dieci anni, mai però gli stranieri che hanno provato a calpestarla sono stati in grado di modificarne, né tantomeno di migliorarne il destino. Questo lo scenario in cui Luca, agente segreto incaricato di raccogliere informazioni e di tessere relazioni utili ad aiutare e proteggere la missione del contingente militare italiano, incontra Aisha, giovane donna, sposata per contratto e senza amore, come da tradizione, a un uomo molto più anziano di lei. Niente può essere più travolgente, perché lei, seguendo la sua indole ribelle, vede nella presenza straniera la possibilità di scardinare consuetudini pietrificate, scegliendo di candidarsi per il nuovo Parlamento che si costituisce a Kabul, per ribaltare il secolare predominio dei signori della guerra e trova in Luca la persona più adatta ad aiutarla. D’altro canto, “l’agente Gabbiano”, questo il nome in codice, sarà sopraffatto dalla bellezza, dall’ardore, dall’impeto di questa donna coraggiosa e non potrà impedire la nascita di un amore coinvolgente. Un amore che però dovrà fare i conti con i pericoli e le minacce di un mondo dove la vita è un’eterna lotta sanguinosa.

I fuoriposto

Santa Maria al Bagno, Puglia, 1946. Il mare brilla trasparente sotto sole, ma tutt’intorno è miseria nera, ereditata da generazioni e ingigantita dalla guerra. Tommaso, Umberto, Marcello e Giovanni sono quattro tredicenni, e della loro terra conoscono solo la campagna arsa, i rovi e le pinete tra cui scorrazzano per isolarsi dai grandi, luoghi in cui si rifugiano per fingere che la miseria e la fatica siano lontane come l’orizzonte che precipita nel mare. Ma quando Marcello trova, seminascosto nella boscaglia, il cadavere di un uomo, i quattro amici entrano in contatto con un mondo a loro ignoto, che li conduce proprio in riva al mare, dove gli inglesi hanno allestito un campo profughi per i sopravvissuti alla Shoah. Paradossalmente, ai ragazzi il campo sembra il paese di Bengodi, perché non solo il cibo non scarseggia, ma c’è persino un’infermeria. E Tommaso ha una sorella che sta morendo di tifo. Insieme, i ragazzi organizzano un piano per introdursi nel campo e rubare le medicine. Non sanno a che cosa vanno incontro, sanno solo che chiedere non serve a nulla perché a loro nulla è dovuto, tanto meno da questi estranei che si sono insediati nella loro terra, e che li trattano da pezzenti quali sono. Dalla loro, però, hanno la capacità di sognare di tutti i ragazzi, la fiducia incrollabile nella propria forza, la fedeltà assoluta che li lega l’uno all’altro. E la realtà scabra dei fatti si mescola ai loro progetti fantastici, trascinandoci in una lettura appassionante che ci commuove e ci fa sorridere insieme.