Consigli degli editor

Fare soldi scrivendo libri: ieri, oggi, domani. Come funziona l’anticipo agli autori?

di
Oliviero Ponte Di Pino
Anticipo e crowdfounding: è possibile mantenersi scrivendo libri?

E siamo giunti alla fine della nostra analisi su come sia possibile fare soldi scrivendo libri. Dopo aver visto che cos’è e come funziona il diritto d’autore, quanto si guadagna sugli e-book e qual è il valore di un libro, concludiamo parlando dell’anticipo e del crowdfounding: è possibile mantenersi scrivendo libri?

I diritti d’autore arrivano dopo la pubblicazione del libro. Ma per un autore può essere necessario finanziare la fase di scrittura. L’editoria tradizionale prevedeva un sistema di anticipi a valere sui successivi diritti d’autore: alcuni fortunati (e bravi) riescono a strappare agli editori anticipi milionari (in euro o dollari).
La piattaforme di self publishing non prevedono anticipi, ma qualcuno ha provato a inventare strade alternative. Nel novembre 2010 lo scrittore britannico Cathal Morrow ha annunciato di volersi quotare allo Stock Exchange di Londra, proponendo 30.000 azioni del valore nominale di 10 £ ciascuna per finanziare la scrittura di un romanzo biografico su Immanuel Kant (titolo provvisorio: Yes we Kant). La trovata era dichiaratamente autopromozionale: «Più famoso riuscirò a diventare, maggiori saranno i guadagni degli investitori», ha spiegato. La notizia, ripresa da testate autorevoli come The Guardian, si è poi rivelata una burla orchestrata dall’autore ma nel frattempo alcuni esperti di finanza avevano commentato: «Non è un investimento peggiore di molti altri». La stessa strada era stata già intrapresa con successo dal compositore Andrew Lloyd Webber, autore di musical di enorme successo: The Really Useful Group, la sua società di produzione, è stata quotata alla Borsa di Londra nel 1986.

IL CROWDFOUNDING PER I LIBRI
La rete rende oggi possibile il finanziamento collettivo anche senza passare dalla Borsa: è il crowdfunding (letteralmente finanziamento da parte della folla), utilizzato oltre che nel no-profit anche per finanziare (o autofinanziare) l’attività dei giornalisti e fotografi per inchieste e reportage, ma anche progetti artistici. Pioniere del crowdfunding letterario è il newyorkese Tao Lin, che nel 2008 ha lanciato un appello ai potenziali “microeditor”: in pochi giorni avrebbe raccolto 12.000 dollari, che gli avrebbero permesso di licenziarsi dal lavoro di redattore per dedicarsi completamente alla scrittura del suo secondo romanzo.
Qualche imprenditore ha voluto dare una forma specifica al crowdfunding letterario. Nel 2010 tre autori, Dan Kieran, Justin Pollard & John Mitchinson, hanno fondato Unbound (lett. non vincolato, ma nel caso specifico anche “non rilegato”), una casa editrice che si propone di finanziare via web i libri che pubblica. L’autore presenta il proprio progetto, fissando un budget; chi si iscrive al sito ha diverse possibilità di finanziarlo: per esempio, 10 £ per l’e-book, 20 £ per una copia della prima edizione hardcover più l’e-book, 250 £ per il cartaceo più l’e-book più una cena con l’autore. Se l’obiettivo viene raggiunto, lo scrittore si mette all’opera; in caso contrario, i sottoscrittori hanno l’opzione di dirottare il finanziamento su un altro progetto. È anche possibile finanziare integralmente un progetto, dividendo i futuri guadagni. Tutti i finanziatori hanno la possibilità di seguire il processo creativo, attraverso lo shed (il “rifugio”) dell’autore, dove vengono pubblicate interviste esclusive, capitoli in anteprima, scalette, eccetera. Unbound.co.uk divide i proventi (sottoscrizione e vendita delle copie) a metà con l’autore. Per Philip Pullman, Unbound è «l’idea più brillante di tutti i brillanti germogli che il mondo digitale ha fatto nascere dal vecchio tronco del mondo del libro». Nei primi tre anni Unbound ha attratto 60.000 utenti e pubblicato circa 50 titoli, sia di narrativa sia di saggistica.
In Italia un servizio analogo lo fornisce bookabook.it, fondata nel 2014. Il team mette a disposizione dell’autore «tutta la sua esperienza di social media strategy e di campaign strategy, basata su una case history internazionale e nazionale di campagne di crowdfunding».
La campagna di crowdfunding dura al massimo 180 giorni; se l’obiettivo viene raggiunto, si legge sul sito: «Bookabook preparerà i formati digitali e li invierà ai tuoi sostenitori. Ma non solo, cercherà una casa editrice per il tuo libro. Se non dovesse trovarla porterà il tuo libro in formato cartaceo e digitale direttamente sugli store digitali, assicurandogli una buona visibilità grazie agli accordi tra bookabook e gli store».
Come è accaduto con la musica, l’esplosione del digitale può però paradossalmente valorizzare la presenza dell’artista. Se i proventi da cd e affini sono in costante diminuzione, crescono quelli dovuti ai concerti. Allo stesso modo, i lettori sono disposti a pagare per partecipare a eventi con autori particolarmente apprezzati, per reading (o tornei come i poetry slam) o incontri. L’enfasi scivola dalla qualità del testo alla capacità d’intrattenimento dell’autore: «Un autore introverso ci rimette. Ma non basterà un autore estroverso a trasformare un cattivo libro in un best seller», ha commentato David Lodge (la Repubblica, 15 marzo 2015).
Non a caso sono sempre più numerosi gli scrittori che spettacolarizzano le presentazioni dei loro libri. In Italia un editore come Laterza nel maggio 2015 ha annunciato di voler diventare anche «produttore di spettacoli». Giuseppe Laterza ha spiegato di volerlo fare «per rompere le barriere, oltre che per portare, in un campo dove abbiamo tanto da imparare, la nostra esperienza, quella dei festival ma soprattutto quella delle Lezioni di storia che da dieci anni ormai organizziamo a Roma» (la Repubblica, 9 maggio 2015).
Un’altra scorciatoia pare offrirla una canale video come youtube: blogger e soprattutto videoblogger di successo come Shane Dawson (autore del best seller I Hate my Selfie), PiewdiePie e CutiePie Marzia (al secolo Marzia Bisognin), dopo essere diventati ricchi e famosi grazie ai milioni di download dei loro video, possono poi spuntare anticipi miliardari dai grandi editori.
Il nuovo mercato del libro mescola nuovo e antico: autori cortigiani e “liberi scrittori” che vivono dei loro diritti d’autore, scrittori a cottimo o autori social, e addirittura autori cantimbanchi, che per ottenere la attenzione e fama si esibiscono sulla piazza virtuale di youtube.com. Le possibilità sembrano numerose e allettanti. Ma nell’era della condivisione virale dei contenuti, quando domina l’ideologia del diritto alla cultura, all’informazione e all’intrattenimento gratuiti per tutti, per chi produce contenuti di qualità non sarà facile guadagnarsi da vivere.

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